Tari, mezza città è ancora senza bollettini
Conto alla rovescia per effettuare il pagamento della prima rata, a dicembre partiranno i controlli
PESCARA. L’assessore ai tributi Bruna Sammassimo assicura che i bollettini per pagare la Tari, la tassa sui rifiuti, sono stati tutti spediti. Ma solo in pochi, sinora, li hanno ricevuti. Molti cittadini, secondo quanto risulta al Centro, non possono recarsi alle Poste per effettuare il versamento della prima rata, scaduta il 31 ottobre scorso, perché non hanno ancora la fattura precompilata. E intanto il tempo corre.
È vero che l’amministrazione comunale ha concesso 15 giorni in più per pagare, dal ricevimento del bollettino, ma a dicembre gli uffici dell’ente cominceranno ad avviare i controlli per verificare chi è in regola con il pagamento e chi no. Ai contribuenti che non risulteranno in regola verrà spedito un sollecito, dopodiché, in caso di inadempienza, scatteranno le sanzioni.
Insomma, i tempi sono strettissimi e ogni giorno che passa cresce la preoccupazione, da parte dei cittadini, di non fare in tempo a pagare. Del resto, come si fa a dimostrare che i bollettini della Tari sono arrivati in ritardo e a calcolare i 15 giorni in più, se nelle lettere non figurano né il timbro di spedizione e né quello di arrivo? Non è escluso, tra l’altro, che a causa di un ritardo delle Poste nella spedizione, i bollettini possano arrivare alla fine del mese o, addirittura, a dicembre. Senza contare che alla fine del prossimo dicembre scadrà la seconda e ultima rata della tassa sui rifiuti. I cittadini si potrebbero trovare a pagare le due rate a distanza di pochi giorni, senza contare che ci sono anche altri adempimenti tributari in scadenza in quel periodo, come l’ultimo pagamento della Tasi e il saldo dell’Imu entro il 16 dicembre.
Intanto, è emersa la notizia che qualche contribuente che ha ricevuto i bollettini della Tari si è rivolto all’Ufficio tributi del Comune per correggere gli importi indicati dall’ente. Si tratta, hanno spiegato fonti del Comune, di contribuenti che non hanno comunicato in tempo utile alcune variazioni nella loro situazione reddituale. Niente a che vedere, quindi, con il caos scoppiato l’anno scorso con la Tares, quando migliaia di contribuenti si sono dovuti mettere in fila per correggere gli importi dei bollettini, calcolati tutti o quasi su nuclei familiari di quattro persone.
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