Tasse al massimo per altri quattro anni
L’assessore Sulpizio svela i primi risultati positivi nel bilancio dell’ente. Ma avverte: «I sacrifici non sono finiti»
PESCARA. La cura da cavallo avviata per risanare i conti del Comune gravemente malato sta dando i primi risultati. Ma i sacrifici per i pescaresi non sono affatto finiti. Ieri, l’assessore al bilancio Adelchi Sulpizio ha avvertito che le tasse, già aumentate al massimo all’inizio dell’anno, non diminuiranno per almeno altri 3 o 4 anni. Sempreché le cose vadano come previsto, ossia che l’ente continui sulla strada del risanamento ottenendo dallo Stato i 33 milioni di euro del fondo di rotazione a disposizione dei Comuni in predissesto. Ma la procedura di predissesto, richiesta nel marzo scorso dalla giunta Alessandrini per risanare i conti in profondo rosso, non è stata ancora riconosciuta dal ministero dell’Economia e il rischio che possa essere rifiutata, facendo piombare l’ente direttamente in default con il conseguente commissariamento, è ancora presente.
«Siamo costretti a proseguire con la terapia intensiva», ha detto il sindaco Marco Alessandrini, «anche se la cura sta dando buoni risultati». Tradotto, significa che i cittadini continueranno a pagare le tasse locali al massimo, anche se la Tasi e l’Imu sulla prima casa, dal prossimo anno, dovrebbero essere abolite, come promesso dal governo Renzi. Addizionale Irpef e Tari, quindi, non subirebbero variazioni, anche se quest’ultima imposta è stata già lievemente ridotta in primavera con una sforbiciata alla tariffe, pari in media al 10 per cento.
Ma la cura sta funzionando, come hanno assicurato ieri i tecnici del Comune, cioè il dirigente alle Attività amministrative e vice direttore generale Guido Dezio e il dirigente alla Ragioneria Andrea Ruggieri. Tra le azioni di risanamento, ha avuto efficacia la spending review, prevista nel Piano di riequilibrio, che nel triennio 2015-2017, consentirà un risparmio strutturale di 11 milioni di euro. Sulpizio, in proposito, ha parlato di effetti positivi già visibili. Primo fra tutti, l’andamento del gettito tributario nei primi otto mesi dell’anno, definito in linea con le previsioni. In pratica, i pescaresi avrebbero pagato quando dovuto con le prime rate di Imu, Tasi, Tari e addizionale Irpef, a parte lo zoccolo duro di evasione che si registra abitualmente.
«Appena insediati», ha ricordato il sindaco, «abbiamo dovuto fronteggiare questa grande emergenza. Abbiamo licenziato un Piano di riequilibrio finanziario pluriennale e ora bisognerà attendere dieci anni per il risanamento complessivo». «Al nostro insediamento», ha aggiunto Sulpizio, «sul tavolo del Ragioniere capo del Comune c’erano mandati di pagamento per 32 milioni, ossia 32 milioni di fatture da pagare. Oggi sono 13 milioni, questo significa non solo onorare i debiti, ma anche dare respiro al sistema produttivo e alle famiglie». «Poi», ha fatto notare l’assessore alle finanze, «c’è l’efficientamento della spesa, cioè 11,7 milioni di euro tagliati in un triennio agendo in tutti i campi in cui era possibile, ossia pubblica illuminazione, forniture di beni e servizi, razionalizzazione del servizio di mensa scolastica».
«Tutto questo», ha osservato il sindaco, «dimostra che bisogna proseguire su questa linea, bisogna rassicurare i cittadini che vale la pena di continuare su questa strada, senza tentennamenti, perché è la base indispensabile per poter fronteggiare i bisogni sempre crescenti di una città con risorse pubbliche sempre più scarse. «Siamo passati da una disponibilità di cassa di un milione a 29 milioni», ha concluso Sulpizio, «questo significa che abbiamo invertito un trend. I numeri sono sotto controllo, ma non siamo usciti dall’emergenza».
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