PESCARA
Telefonini in auto, 500 multe
Giro di vite delle forze dell’ordine per arginare una delle principali cause di incidenti
PESCARA. Una telefonata, un messaggino su Whatsapp, una semplice emoticon. Chi guida si fa spesso distrarre dal cellulare. Tutti sanno che è pericoloso, oltre che vietato. Ma molti se ne infischiano e usano lo smartphone con disinvoltura. E non si accorgono neppure della pattuglia delle forze dell’ordine che li affianca, magari con il lampeggiante acceso: sono troppo concentrati sul telefonino, più che sulla guida. E il rischio di incidente è elevatissimo.
FENOMENO DILAGANTE. Polizia stradale, polizia municipale di Pescara e carabinieri non hanno dubbi sull’uso «dilagante, in auto, di cellulari e altri dispositivi». E l’unica arma in possesso di chi si occupa di sicurezza stradale sono «i controlli, con le sanzioni», sottolinea Silvia Conti, dirigente della polizia stradale di Pescara che ha promosso una serie di servizi mirati, in borghese e auto civile, per contrastare questo fenomeno. In quattro mesi (da marzo a giugno) i controlli (fuori dal centro abitato, sulle strade statali), hanno consentito di intercettare e sanzionare 200 automobilisti che stavano usando il telefonino. «Basta un attimo, ad esempio per inviare un messaggio, e l’auto perde la traiettoria», fa notare la Conti. «E per noi è sufficiente osservare l’andamento di un veicolo per capire cosa sta accadendo a bordo. Poi, quando affianchiamo il mezzo, ci accorgiamo che il conducente ha il cellulare in mano».
Questa è «una novità» tra le cause di incidenti legati alla «componente umana» mentre in passato preoccupavano molto di più «la velocità e l’assunzione di alcol e droghe». Proprio i servizi della Polstrada hanno permesso di accertare, tra l’altro, che si sta abbassando l’età di chi abusa di sostanze alcoliche, mentre in autostrada accade frequentemente di fermare automobilisti che hanno assunto droghe. E ciò che avviene sulle strade provinciali (dove gli incidenti con feriti rilevati dalla Polstrada sono diminuiti) e sulle autostrade è stato al centro di una riunione convocata ieri dalla Prefettura.
LE MULTE. Anche la polizia municipale di Pescara, diretta dal comandante Carlo Maggitti, parla di guida con il cellulare come di «un fenomeno dilagante». Nel 2017 la sezione Infortunistica, coordinata dal maggiore Giorgio Mancinelli, ha contravvenzionato 1.370 persone che sono state beccate dalle pattuglie mentre usavano il cellulare, circa 4 al giorno, e 288 nei primi tre mesi del 2018. Chi è al volante prova a giustificarsi in mille modi diversi. «Ci dicono di tutto, dalla nonna che sta morendo in ospedale al figlio che si sente poco bene» ma non basta per evitare la multa, pari a 161 euro (112,70 se si paga entro 5 giorni) più cinque punti decurtati dalla patente. C’è un solo modo per educare gli automobilisti ed è rappresentato «dai controlli e dalle multe, altrimenti questa cattiva abitudine rischia di ripetersi. Bisogna far capire che è pericoloso ed è fonte di distrazione per cui è bene lasciare da parte il telefonino, quando si guida». Tra gli atteggiamenti più pericolosi c’è anche la velocità eccessiva ma «incide relativamente sul numero degli incidenti in città» che sono causati per lo più dalla «mancata precedenza e dall’uso dei telefoni, anche se non è semplice dimostrarlo». E non è possibile indicare in assoluto le zone più critiche di Pescara. Ma l’area «via Tirino-via Musone fa registrare un numero di scontri elevato», in base ai dati dell’Infortunistica. I pedoni? Sono più a rischio «nelle strade del centro, che sono quelle dove si passeggia maggiormente». E d’estate il problema principale sono «i ciclomotori, che aumentano in maniera esponenziale così come gli incidenti che vedono protagonisti questi mezzi. E’ indispensabile guidare con prudenza», raccomanda Mancinelli rimarcando che i conducenti di scooter e moto «azzardano, nel traffico».
CINTURE DI SICUREZZA. All’uso del cellulare si aggiunge «il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza», fa notare il comandante provinciale dei carabinieri Marco Riscaldati a conclusione di un mese di controlli «serrati» sulle strade dei 46 comuni. Nei mesi più caldi c’è una tendenza spiccata a non allacciarle ma sono «fondamentali», sottolinea il colonnello. E poi si registra una eccessiva «disinvoltura» di chi è alla guida delle moto che si contraddistinguono «per velocità e imprudenza». In città i centauri sfrecciano «a tutta turbina» e l’incidente di pochi giorni fa a Montesilvano (con un 23enne ferito ricoverato in Rianimazione) porta Riscaldati a «lanciare un richiamo ai motociclisti, che devono prestare attenzione». A proposito di due ruote, riferito anche alle biciclette, il comandante dell’Arma parla della difficile convivenza «con le quattro ruote». I ciclisti compiono manovre poco sicure, mettendosi a rischio, per cui ci vorrebbe «più prudenza, specie in alcuni punti, sia da parte di chi pedala che degli automobilisti».
ASSICURAZIONE. E poi c’è una peculiarità tutta pescarese: sono molti coloro che circolano «senza assicurare i mezzi», come emerso dai controlli dell’Arma. Ai giovani (che incontra nelle scuole) Riscaldati dice sempre che «la cultura della legalità comincia dal rispetto del Codice della strada e delle regole di convivenza civile, ad esempio per i rifiuti». E su questo aspetto si dovrebbe meditare.
Lancia un invito alla riflessione anche la Conti. «Vive un trauma sia chi provoca un incidente sia chi lo subisce. Quindi è bene pensare alle conseguenze di una guida disinvolta».
FENOMENO DILAGANTE. Polizia stradale, polizia municipale di Pescara e carabinieri non hanno dubbi sull’uso «dilagante, in auto, di cellulari e altri dispositivi». E l’unica arma in possesso di chi si occupa di sicurezza stradale sono «i controlli, con le sanzioni», sottolinea Silvia Conti, dirigente della polizia stradale di Pescara che ha promosso una serie di servizi mirati, in borghese e auto civile, per contrastare questo fenomeno. In quattro mesi (da marzo a giugno) i controlli (fuori dal centro abitato, sulle strade statali), hanno consentito di intercettare e sanzionare 200 automobilisti che stavano usando il telefonino. «Basta un attimo, ad esempio per inviare un messaggio, e l’auto perde la traiettoria», fa notare la Conti. «E per noi è sufficiente osservare l’andamento di un veicolo per capire cosa sta accadendo a bordo. Poi, quando affianchiamo il mezzo, ci accorgiamo che il conducente ha il cellulare in mano».
Questa è «una novità» tra le cause di incidenti legati alla «componente umana» mentre in passato preoccupavano molto di più «la velocità e l’assunzione di alcol e droghe». Proprio i servizi della Polstrada hanno permesso di accertare, tra l’altro, che si sta abbassando l’età di chi abusa di sostanze alcoliche, mentre in autostrada accade frequentemente di fermare automobilisti che hanno assunto droghe. E ciò che avviene sulle strade provinciali (dove gli incidenti con feriti rilevati dalla Polstrada sono diminuiti) e sulle autostrade è stato al centro di una riunione convocata ieri dalla Prefettura.
LE MULTE. Anche la polizia municipale di Pescara, diretta dal comandante Carlo Maggitti, parla di guida con il cellulare come di «un fenomeno dilagante». Nel 2017 la sezione Infortunistica, coordinata dal maggiore Giorgio Mancinelli, ha contravvenzionato 1.370 persone che sono state beccate dalle pattuglie mentre usavano il cellulare, circa 4 al giorno, e 288 nei primi tre mesi del 2018. Chi è al volante prova a giustificarsi in mille modi diversi. «Ci dicono di tutto, dalla nonna che sta morendo in ospedale al figlio che si sente poco bene» ma non basta per evitare la multa, pari a 161 euro (112,70 se si paga entro 5 giorni) più cinque punti decurtati dalla patente. C’è un solo modo per educare gli automobilisti ed è rappresentato «dai controlli e dalle multe, altrimenti questa cattiva abitudine rischia di ripetersi. Bisogna far capire che è pericoloso ed è fonte di distrazione per cui è bene lasciare da parte il telefonino, quando si guida». Tra gli atteggiamenti più pericolosi c’è anche la velocità eccessiva ma «incide relativamente sul numero degli incidenti in città» che sono causati per lo più dalla «mancata precedenza e dall’uso dei telefoni, anche se non è semplice dimostrarlo». E non è possibile indicare in assoluto le zone più critiche di Pescara. Ma l’area «via Tirino-via Musone fa registrare un numero di scontri elevato», in base ai dati dell’Infortunistica. I pedoni? Sono più a rischio «nelle strade del centro, che sono quelle dove si passeggia maggiormente». E d’estate il problema principale sono «i ciclomotori, che aumentano in maniera esponenziale così come gli incidenti che vedono protagonisti questi mezzi. E’ indispensabile guidare con prudenza», raccomanda Mancinelli rimarcando che i conducenti di scooter e moto «azzardano, nel traffico».
CINTURE DI SICUREZZA. All’uso del cellulare si aggiunge «il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza», fa notare il comandante provinciale dei carabinieri Marco Riscaldati a conclusione di un mese di controlli «serrati» sulle strade dei 46 comuni. Nei mesi più caldi c’è una tendenza spiccata a non allacciarle ma sono «fondamentali», sottolinea il colonnello. E poi si registra una eccessiva «disinvoltura» di chi è alla guida delle moto che si contraddistinguono «per velocità e imprudenza». In città i centauri sfrecciano «a tutta turbina» e l’incidente di pochi giorni fa a Montesilvano (con un 23enne ferito ricoverato in Rianimazione) porta Riscaldati a «lanciare un richiamo ai motociclisti, che devono prestare attenzione». A proposito di due ruote, riferito anche alle biciclette, il comandante dell’Arma parla della difficile convivenza «con le quattro ruote». I ciclisti compiono manovre poco sicure, mettendosi a rischio, per cui ci vorrebbe «più prudenza, specie in alcuni punti, sia da parte di chi pedala che degli automobilisti».
ASSICURAZIONE. E poi c’è una peculiarità tutta pescarese: sono molti coloro che circolano «senza assicurare i mezzi», come emerso dai controlli dell’Arma. Ai giovani (che incontra nelle scuole) Riscaldati dice sempre che «la cultura della legalità comincia dal rispetto del Codice della strada e delle regole di convivenza civile, ad esempio per i rifiuti». E su questo aspetto si dovrebbe meditare.
Lancia un invito alla riflessione anche la Conti. «Vive un trauma sia chi provoca un incidente sia chi lo subisce. Quindi è bene pensare alle conseguenze di una guida disinvolta».