Tensione al mercatino ma il trasloco va avanti

I senegalesi chiedono più tempo per lasciare l’area vicina alla stazione Ma c’è chi protesta: «Ci cacciano dopo vent’anni, questa non è democrazia»

PESCARA. La tensione è alle stelle al mercatino della stazione. Il trasloco sta andando avanti, ma il clima all’interno della comunità dei senegalesi è incandescente. C’è chi protesta per l’improvvisa decisione dell’amministrazione comunale di sgomberare quell’area dopo vent’anni, ma c’è anche chi minaccia rivolte perché teme di perdere la possibilità di un lavoro.

Nel frattempo, il Comune cerca di gestire al meglio una situazione delicatissima, ma una soluzione al problema di dove trasferire i 300 commercianti e le loro famiglie non è stata ancora individuata. «Domani (oggi, ndr) valuteremo due o tre proposte», ha affermato ieri l’assessore al commercio Giacomo Cuzzi, «ma la soluzione più ovvia è quella del commercio itinerante».

Appare ottimista anche l’assessore alle politiche sociali Giuliano Diodati. «In mattinata (ieri)», ha detto, «sono stato a verificare, con il capo di gabinetto Guido Dezio e la consigliera di Sel Daniela Santroni, la situazione nelle aree di risulta, dove da ieri sera (sabato) la comunità senegalese sta procedendo allo sgombero volontario delle bancarelle che occupavano la via a ridosso della stazione e dove sta operando con attenzione e solerzia anche Attiva, con mezzi e uomini mobilitati per rimuovere i materiali accantonati e ripristinare lo stato dei luoghi». «Voglio dare atto», ha proseguito, «a questa collaborazione che ci aiuta a risolvere una delle maggiori e più sentite emergenze cittadine. Un gesto che è la risposta più eclatante all’apertura di un dialogo, ormai già avviato, sull’individuazione di una nuova area che abbia tutti i requisiti di legge per poter svolgere attività riguardanti il mercato etnico e la messa in regola di tutti gli operatori interessati».

Ma i rapporti tra Comune e senegalesi, ieri mattina, non sembravano così idilliaci come ha fatto credere l’amministrazione. C’è un’aria tesissima tra gli operatori. «Sono vent’anni che lavoriamo qui e adesso ci cacciano via», ha fatto presente un giovane senegalese, «ora per far mangiare i nostri figli dobbiamo andare a rubare?». «Ci hanno detto che dobbiamo andare via, ma non ci hanno dato un’alternativa», ha fatto presente un altro operatore. «Ci stanno offendendo», ha osservato un altro ancora, «questo non è il modo di trattare i migranti». «In questo Paese non c’è più democrazia, in Francia e in Spagna non si sarebbero mai comportati così», ha sottolineato un commerciante mentre riponeva la sua merce in un sacco pronto per il trasloco.

Il compito dei mediatori, a questo punto, appare molto difficile. «Noi siamo un popolo pacifico e per questo abbiamo deciso di lasciare l’area volontariamente», ha spiegato Mbaye Alune presidente dell’associazione dei senegalesi, «ma non è giusto mandare via da un giorno a un altro 300 persone e le loro famiglie, senza indicare un’altra area dove andare». «So che c’è molta tensione», ha avvertito Patrick Guobadia dell’Ufficio immigrazione della Cgil, «non so se potrà accadere qualcosa, dipende dagli operatori e dall’amministrazione comunale. Hanno ragione tutti e due». Il rappresentante del sindacato ha quindi chiesto all’amministrazione più tempo per il trasloco, in attesa che venga trovata un’area alternativa al mercato. Ma il blitz delle forze dell’ordine per liberare lo spazio alla stazione è fissata per domani all’alba.

Nel pomeriggio Guobadia, insieme al segretario generale della Camera del lavoro Emilia Di Nicola, ha firmato una nota in cui viene ribadita la posizione del sindacato in questa vicenda. «È compito della politica e degli amministratori locali risolvere i problemi invece di crearli», si legge nella nota, «l’ordinanza del sindaco Marco Alessandrini, con la quale si ordina lo sgombero delle bancarelle, è stata stigmatizzata nel metodo e nel merito. Nel metodo, perché non è stato avviato in questi mesi alcun percorso di discussione con le parti sociali e con le associazioni interessate. Nel merito, perché i problemi evidenziati nell’ordinanza, dalla sicurezza all’igiene, sono stati rappresentati negli anni dagli organi competenti alle amministrazioni comunali che si sono succedute e invece di trovare soluzioni transitorie, si è preferito arrivare oggi al punto di non ritorno di un provvedimento esecutivo». Cgil e Ufficio immigrazione chiedono, quindi, al sindaco e al prefetto che si individui un’altra area, si proceda a regolarizzare chi non lo è e poi si costruisca un percorso, da qui ad un mese, che consenta l’abbandono graduale di quell’area. Infine, il segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio ha invitato il Comune a trovare una giusta collocazione al mercato.

©RIPRODUZIONE RISERVATA