PESCARA
Terme di Caramanico, chiesta l'autorizzazione al fallimento
Per il nuovo amministratore giudiziario della società, che si trova in crisi economica, finanziaria e patrimoniale, la procedura sarebbe necessaria per individuare un assetto più efficiente
CARAMANICO. Una questione con "carattere di estrema urgenza": con questo assunto si apprende che il commercialista Guglielmo Lancasteri di Pescara, nominato il 26 luglio scorso nuovo amministratore giudiziario della Società delle Terme s.r.l., che si è occupata di gestire per anni l'impianto di cura a Caramanico Terme, ha chiesto al tribunale dell'Aquila, sezione delle imprese, l'autorizzazione a presentare al tribunale di Pescara il ricorso per la dichiarazione di fallimento.
La procedura fallimentare, per la società che si trova in una situazione ritenuta di gravissima crisi economica, finanziaria e patrimoniale, è necessaria per individuare un nuovo assetto proprietario più efficiente rispetto al passato, alla luce dell'importanza che la struttura termale riveste per il tessuto economico e industriale del territorio abruzzese.
L'incarico a Lancasteri consentirebbe di dare impulso a tale operazione e alla conseguente eventuale gestione provvisoria della società con la nomina di un curatore fallimentare. Una gestione che dovrebbe occuparsi innanzitutto dei dipendenti, in alcuni casi senza stipendi dal 2019, e del rilancio del moderno impianto che sorge in un luogo dove dal 1576 si sfruttano, per la cura di varie patologie, le sorgenti solfuree e oligominerali, punto di riferimento non solo in Abruzzo, ma per l'intero Centro Italia.
La crisi della struttura arriva dopo anni difficili, costellati da varie chiusure e non solo per l'emergenza sanitaria. Già dal 2019, infatti, una prima crisi aveva richiesto l'intervento della Regione Abruzzo che aveva portato a una riapertura dopo le difficoltà della proprietà della famiglia Masci che aveva comunque cercato di salvaguardare i posti di lavoro. L'intervento della Regione era servito a far tornare all'attività le Terme, seppur con un numero ridotto di lavoratori. Lo scorso anno, poi, con l'emergenza sanitaria era arrivato un secondo colpo ai conti della proprietà, con un nuovo intervento della Regione. Il resto è storia recente con una perdurante crisi che ha portato all'intervento del commissario giudiziale. Spiega Alessandra Di Simone della Cgil Abruzzo: "Questa situazione è arrivata al capolinea e le terme non riapriranno. La crisi è durata tanto e seppur negativa per tutte le conseguenze che porta, potrebbe far sì che oggi sia l'anno zero da cui ripartire. Adesso auspichiamo che si faccia il possibile per riaprire anche con un soggetto pubblico e non per forza con un soggetto privato, per garantire i lavoratori e una realtà importante come quella delle Terme di Caramanico".
Sono 13 i lavoratori a tempo indeterminato e 70 gli stagionali impegnati lo scorso anno nella struttura che a pieno regime arriva a 150 addetti.