Tradito dall’amico: gli fanno sparire i soldi del funerale

L’anziano di via Scarfoglio aveva da parte 2.200 euro Il legale: «State attenti, gira una banda di truffatori»

PESCARA. È disperato, perché quei soldi, 2.200 euro, li aveva messi da parte con tanta cura, in quanto pensava di usarli per il proprio funerale. Ma questo suo turbamento non gli ha impedito di tenere alto il senso civico e di rendere noto pubblicamente il furto che ha subìto, affinché altri anziani non rimangano vittima di raggiri, come è accaduto a lui. F.B. 92 anni, vedovo e senza figli, vive in via Scarfoglio, «una zona», come ha dichiarato il suo avvocato, Alessandro Aliprandi, che ha confermato tutta la vicenda, «dove abitano sì benestanti, ma anche anziani soli». Dunque, persone appetibili per chi volesse approfittarne per circuirli. L’episodio, denunciato «verbalmente», ha precisato il legale, alla caserma dei carabinieri di via Marconi, avrebbe avuto luogo una domenica, quando un vecchio amico ottantenne di F.B. – «ci conosciamo da 50 anni» , ha raccontato l’anziano – si è presentato a casa sua (l’appartamento in realtà è di un parente che gli consente l’abitazione gratuitamente, eccetto il pagamento delle spese condominiali) insieme con un’altra persona.

«Me l’ha presentata come il figlio di un giudice», prosegue il malcapitato. «Una volta entrati, ci siamo seduti tutti intorno al tavolo, e questo presunto figlio di un giudice è andato a sedersi proprio sulla sedia dove sullo schienale avevo ripiegati i miei pantaloni, dai quali, da una tasca, si intravedeva un portafogli. Ad un certo punto però lo vedo armeggiare, con le braccia tirate indietro», continua l’uomo. «Ma non me ne curo tanto, fino a quando, di colpo, questi, di scatto, se ne va. A questo punto vado immediatamente a controllare i pantaloni, ma non trovo più niente. I 2.200 euro contenuti nel portafoglio erano spariti. Subito chiedo spiegazioni al mio amico, ma non sa darmene. Però mi rassicura che mi avrebbe rimborsato egli stesso. Dopo un po’, uscito di casa anche il mio amico, qualche ora più tardi l'amico del mio amico ritorna a casa mia e mi chiede se avessi bisogno di qualche aiuto. A quel punto gli chiedo se fosse lui la persona che poco prima era stata da me. Ma nega». E non è finita, poiché l’anziano ormai è chiaramente preda di un giro di truffatori. «Tre giorni dopo, suonano alla porta e mi appare uno zingaro, una persona mai vista, con un vassoio di paste. Ma lo mando via». Il pensionato, che ha lavorato per trent’anni come magazziniere presso una concessionaria d’auto, ora le prova tutte e si reca dal suo amico per capirci qualcosa di più e questi gli risponde che è possibile che in giro ci sia una banda di ladri specializzati. Sempre più afflitto per i risparmi saccheggiati, frutto di anni di sacrifici per garantirsi una degna sepoltura, F.B. decide allora di rivolgersi ai carabinieri. Ci va insieme col suo amico, «ma non sporge denuncia formale», precisa Aliprandi, «poiché al momento mancherebbe la prova, anche se non c’è dubbio sul raggiro». Non solo. Nella stessa giornata, fa sapere F.B., «il mio amico nega anche che abbia mai avuta l’intenzione di volermi risarcire». Il mondo gli crolla addosso, ma probabilmente è lo stesso amico ad essere stato, a sua volta, ingannato. «Questo zingaro gli aveva assicurato che sarebbe intervenuto influendo su un ricorso in Cassazione in cui è coinvolta una compravendita, garantendogli un introito di 400.000 euro. Poi ho visto invece che per l’acquisto del terreno in oggetto, gli aveva fatto avere un assegno da 4 euro». Intanto F.B. è ancora alla ricerca dei suoi soldi per pagarsi il funerale. Quando sarà.

Vito de Luca

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