Truffe in Abruzzo, presi i falsi carabinieri
Arrestati a Napoli padre e due figli: hanno messo a segno 70 colpi in sei regioni con il racconto, completamente inventato, di un incidente d'auto
OSIMO. Padre e due figli sono finiti nel carcere di Poggioreale a Napoli per l'inchiesta sulla truffa del "finto maresciallo dei carabinieri" che prendeva di mira anziani raggirati con il racconto, completamente inventato, di un incidente d'auto e nel quale era rimasto coinvolto un nipote o qualche altro parente. Ad arrestarli sono stati i veri carabinieri di Osimo (Ancona), che qualche mese fa hanno fermato i due fratelli campani, rispettivamente di 37 e 33 anni, e a chiusura di un anno di indagini, il loro padre, 64 anni. Le indagini hanno permesso di collegarli a 70 colpi messi a segno in sei regioni: Marche, Abruzzo, Molise, Toscana, Umbria, Lazio, Liguria. L'ammontare del profitto ammonta a oltre 300 mila euro tra denaro e monili.
Associazione per delinquere finalizzata alla commissione continuata di estorsione e truffa aggravata i reati contestati. La truffa cominciava con una telefonata a qualche ignara donna anziana: «Buongiorno, sono il maresciallo dei carabinieri, suo nipote ha avuto un incidente e servirebbe una somma di denaro per risarcire i danni. Passerà un nostro incaricato». La vittima non esitava a pagare e poco dopo passava qualcuno a ritirare somme di denaro o, in mancanza di contanti, gioielli o oggetti preziosi. Qualcuno però non è caduto nella trappola: in particolare due donne di Loreto, una di Sirolo, una di Numana, che hanno immediatamente chiamato il 112. I militari hanno intercettato i due fratelli a Loreto, confusi fra i pellegrini della Santa Casa.