L'uscita della bara dalla casa del delitto tra le lacrime di amici e conoscenti di Mihaela (fotoservizio di Luciano Adriani)

FEMMINICIDIO: LE TESTIMONIANZE

«Una grande lavoratrice, adorava la sua bimba» 

In paese Mihaela si era integrata subito. Per arrotondare lo stipendio da operaia, di sera, serviva in una gelateria. La confessione del marito

NERETO. Diana Mariani apre il profilo whatsapp di Mihaela. L’ultimo contatto segna le 12.24. Poco prima la giovane mamma le aveva inviato un audio in cui, in pochi secondi, dice di aver preparato la bolla di spedizione. E posta la foto del documento. L’ultimo accesso, l’ultimo vocale e l’ultima immagine scandiscono i minuti che separano la vita di Mihaela dalla morte.

Mihaela Roua, la vittima, aveva 32 anni

E i ricordi di chi la conosceva si fanno nitidi, chiari, presenti. Oltre alla datrice di lavoro, per la quale Mihaela e sua figlia erano ormai parte della sua famiglia, c’è Elena Tassoni, di Nereto. Lei è stata tra le prime a raggiungere il piazzale del condominio Europa. È incredula, ha le lacrime agli occhi. La mente cammina e si tuffa nei ricordi delle ultime uscite insieme. «Di Mihaela posso solo spendere parole di elogio», dice Elena, «una lavoratrice e mamma esemplare, un’amica che ha avuto la forza e la capacità di integrarsi subito. Bella, brava, buona, solare ma soprattutto infaticabile donna. Con Mihaela è andata via qualcosa di più di un’amica non solo per me». Elena ci mostra una foto della calda sera del 13 luglio scorso, in cui si divertono insieme ad altri.
Sotto casa della vittima c’è il bar New Life. Alle volte era qui che consumava un caffè, una colazione. Il giovane collaboratore del pubblico esercizio ricorda la solarità della cliente. «A volte si serviva da noi», racconta, «sempre sorridente, dai modi gentili ed educati. Quando abbiamo capito che era lei la vittima siamo rimasti esterrefatti. Facciamo fatica a credere che possa essere accaduto». La figlioletta di Mihaela era molto legata alla mamma. Una cortina di protezione è stata eretta attorno alla piccina che ha sei anni e a Corropoli frequenta la prima elementare. La mamma, l’ultima volta, l’ha vista ieri mattina. «La bimba va con i miei due figli nella stessa scuola», racconta un’amica di Mihaela, «la madre era una donna che amava lavorare, che adorava la figlia e tutto faceva in funzione di lei. Quando ultimamente ci siamo parlate, non aveva fatto mistero del suo rapporto sentimentale un po’ in crisi».

Alcune amiche con il gatto adottato dalla famiglia

Altre amiche e conoscenti, tra cui un’insegnante di scuola, sottolineano come Mihaela di sera, uscita dalla fabbrica, lavorasse anche in gelateria durante la stagione calda per cercare di non far mancare nulla al suo più grande amore, la figlioletta.
Il profilo Facebook di Mihaela è ora denso di messaggi di cordoglio. Dediche in romeno e ghirlande di rose con il nastro nero impattano con i sorrisi delle numerose foto che ritraggono lei e la figlioletta.
Il sindaco di Nereto, Daniele Laurenzi, afferma che «non esiste nessuna giustificazione quando viene ucciso un essere umano. Appena di ritorno dall'Aquila ho appreso la triste notizia. Questo delitto ci scuote come comunità e ci ricorda quanto sia vicina, a ognuno di noi, l'impressionante escalation di femminicidi e violenze. Esprimo il mio cordoglio e quello della cittadinanza neretese. Preghiamo per Mihaela e abbracciamo la piccola bambina rimasta senza la sua mamma».
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