CITTA' SANT'ANGELO
Una sigaretta accesa dietro il rogo nella clinica
Fiamme a Villa Serena, le prime ipotesi nell'inchiesta per incendio e omicidio colposo
CITTA' SANT'ANGELO. Un accendino, o forse un fiammifero acceso. Se non una sigaretta scivolata dalle mani. Oppure, in alternativa, un corto circuito, anche se per gli inquirenti è la pista più debole. L'inchiesta è per incendio e omicidio colposo. Vigili del fuoco e carabinieri non escludono nulla sulle cause dell’incendio che due sere fa si è sviluppato nella casa di cura Villa Serena di Città Sant’Angelo uccidendo due pazienti, morti carbonizzati: Amerigo Parlante, di 63 anni, e Domenico Di Carlo, di 51 anni, il primo di Roccamontepiano, il secondo di Vasto. È riuscito a salvarsi, invece, un terzo uomo che si trovava nella stessa stanza, tirato fuori giusto in tempo dal locale pieno di fumo dal personale della casa di cura nel momento in cui è scattato l’allarme.
Gli uomini dell’Arma, coordinati sul posto dal capitano Luca La Verghetta, hanno ascoltato tutti coloro che erano presenti e chi può contribuire allo sviluppo delle indagini, finalizzate a ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e l’origine di tutto. Il percorso seguito dagli investigatori è finalizzato anche ad accertare eventuali precedenti e ad esaminare la storia clinica di chi era nel reparto, l’altra notte.
Gli interrogativi a cui dare una risposta sono molti, quindi, a partire dalla possibile presenza nella struttura di accendini o fiammiferi, per poi arrivare a capire, sempre che sia possibile e ammesso che ci sia un responsabile, in che modo e per mano di chi si siano sprigionate le fiamme. E proprio per questo sono state ascoltate diverse persone ed è stata acquisita della documentazione. (f.bu.)