L'ARRESTO DEL SINDACO
Vacanze, cene e l'autista:i legami tra Toto e D'Alfonso
Domiciliari anche per l’imprenditore De Cesaris e l’ex braccio destro Guido Dezio
Due viaggi a bordo di un Falcon per un valore di quasi 36 mila euro, una cena elettorale da 10.800 euro, 7 mila euro in contanti e una macchina a disposizione con autista stipendiato per tre anni.
Secondo la procura di Pescara, sono queste le "utilità" che Carlo Toto, patron della compagnia Air One, e il figlio Alfonso, avrebbero assicurato al sindaco Luciano D'Alfonso a partire dal 2004. Non sarebbero state le uniche: oltre al pagamento di una cena di lavoro per 924 euro, ci sarebbero stati altri voli aerei, ma anche finanziamenti a enti vicini al sindaco per pubblicizzarne l'immagine.
Le contestazioni della procura riguardano tanto i viaggi offerti a titolo personale a cui avrebbero preso anche i familiari (uno da 10.800 euro, l'altro da 25 mila euro), quanto i viaggi istituzionali perché anche questi ultimi sarebbero stati ritenuti prova di un rapporto privilegiato tra D'Alfonso e Toto, che del sindaco è stato testimone di nozze.
Carlo e Alfonso Toto, entrambi indagati per corruzione in concorso, avrebbero, dal canto loro, avuto il vantaggio della "benevolenza" del primo cittadino, che si sarebbe concretizzata - questa l'ipotesi dell'accusa - nell'assegnazione del maxi-appalto per la riqualificazione dell'area di risulta nell'ambito del quale sarebbero state rilevate "irregolarità macroscopiche" con l'obiettivo di favorire un'unica impresa. L'appalto, a seguito di polemiche e ricorsi, fu poi annullato.
Secondo la procura di Pescara, sono queste le "utilità" che Carlo Toto, patron della compagnia Air One, e il figlio Alfonso, avrebbero assicurato al sindaco Luciano D'Alfonso a partire dal 2004. Non sarebbero state le uniche: oltre al pagamento di una cena di lavoro per 924 euro, ci sarebbero stati altri voli aerei, ma anche finanziamenti a enti vicini al sindaco per pubblicizzarne l'immagine.
Le contestazioni della procura riguardano tanto i viaggi offerti a titolo personale a cui avrebbero preso anche i familiari (uno da 10.800 euro, l'altro da 25 mila euro), quanto i viaggi istituzionali perché anche questi ultimi sarebbero stati ritenuti prova di un rapporto privilegiato tra D'Alfonso e Toto, che del sindaco è stato testimone di nozze.
Carlo e Alfonso Toto, entrambi indagati per corruzione in concorso, avrebbero, dal canto loro, avuto il vantaggio della "benevolenza" del primo cittadino, che si sarebbe concretizzata - questa l'ipotesi dell'accusa - nell'assegnazione del maxi-appalto per la riqualificazione dell'area di risulta nell'ambito del quale sarebbero state rilevate "irregolarità macroscopiche" con l'obiettivo di favorire un'unica impresa. L'appalto, a seguito di polemiche e ricorsi, fu poi annullato.