Violentava e rapinava prostitute: arrestato. Francavillese incastrato per a un tatuaggio
Accusati di aver aggredito due squillo romene in sette mesi Una delle ragazze si è difesa prendendo a pugni il 34enne, l’altra vittima ha fornito l’identikit giusto
FRANCAVILLA. Per due volte ha seguito lo stesso schema, e in entrambi i casi ha scelto come vittima una prostituta. Fingeva interesse per le prestazioni sessuali di queste donne e invece voleva solo abusare di loro, violentarle in maniera brutale, senza alcuno scrupolo. Nel primo caso, qualche mese fa, non ci è riuscito, perché la squillo si è ribellata, lo ha picchiato ed è fuggita ma la seconda volta, il primo luglio, il suo piano è filato fino in fondo e per circa un’ora ha costretto una giovane romena a subire ogni tipo di violenza. Per questi due episodi i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Pescara hanno arrestato ieri mattina un 34enne di Francavilla, disoccupato e celibe, di cui volutamente non forniscono le generalità.
Di lui si sa solo che vive con i genitori e che circola con una utilitaria grigia, e proprio grazie a quest’auto i militari dell’Arma, diretti dal tenente Antonio Di Dalmazi e coordinati dal capitano Claudio Scarponi, sono riusciti a risalire a lui e ad identificarlo per poi denunciarlo alla Procura.
Il sostituto procuratore Valentina D’Agostino, che ha coordinato le indagini, ha chiesto l’arresto del 34enne, disposto nelle ultime ore dal gip Gianluca Sarandrea. Tutto comincia i primi di luglio. Ai carabinieri arriva la richiesta di aiuto di una prostituta romena. Spinta da un’amica, la donna racconta di aver vissuto un incubo. Mentre era al lavoro nella zona della pineta sud, dice la malcapitata, uno sconosciuto l’avvicina, contratta la prestazione e il luogo dove consumarla e si allontanano insieme in auto. Lei capisce subito che qualcosa non va perché lui cambia direzione e non ne vuole sapere di riportarla indietro e di usufruire gratuitamente dei servizi della squillo, che lei prova a offrire.
L’utilitaria grigia s’infila in una zona di campagna tra Pescara e San Silvestro, e mentre lei tenta di liberarsi dallo sconosciuto e di chiedere aiuto con il cellulare, lui le strappa il telefono di mano, blocca le portiere del veicolo e abusa di lei. Lo fa per circa un’ora, senza alcuna pietà per la donna, che riporta lesioni tali da finire in ospedale con una prognosi di 20 giorni. Poi la riporta indietro e la minaccia di morte, ordinandole di non fare parola con nessuno dell’accaduto. Lei, stravolta, si confida con un’amica, che compone il 112 e la spinge a raccontare tutto. Nonostante lo choc, la romena racconta per filo e per segno la sua disavventura, descrivendo tutto nei minimi dettagli, compresa la brutalità dell’uomo, e riferisce il luogo esatto in cui lui si è disfatto del profilattico e di alcun fazzolettini usati mentre era con lei. Ricorda perfino alcuni numeri della targa dell’auto grigia e quei numeri, studiati in tutte le combinazioni possibili e immaginabili dai carabinieri, consentono di arrivare a un autosalone, che non ha ancora effettuato il passaggio di proprietà del mezzo al 34enne. Ma ormai la pista giusta è stata imboccata.
La donna ricorda benissimo lo stupratore, non dimenticherà mai quel volto, per cui dal suo racconto esce fuori un identikit preciso e senza sbavature, completato dalla descrizione di un tatuaggio con una scritta vistosa che i carabinieri trovano, effettivamente, addosso al 34enne. Nel corso delle indagini vengono ascoltate altre prostitute e tra le testimonianze emerge quella di una romena che sa benissimo di chi parlano gli uomini dell’Arma, perché ha già avuto a che fare con quell’uomo, ma è riuscita a scamparla. Lo ha incontrato a dicembre, pochi giorni prima di Natale, e lui ha seguito esattamente lo stesso schema.
L’ha abbordata chiedendo di usufruire delle sue prestazioni e poi ha tirato fuori una pistola, con l’intenzione di violentarla. Per tutta risposta, la prostituta gli ha sferrato un pugno sul naso e poi è fuggita via riuscendo a salvarsi dall’aggressore. Unendo tutti gli elementi i carabinieri mettono con le spalle al muro il 34enne, nella cui abitazione viene trovata una pistola scacciacani senza tappo rosso, e lo accusano di violenza sessuale, tentata rapina a mano armata, sequestro di persona e minacce aggravate. Ha precedenti specifici, insomma è un “seriale”, dicono i carabinieri, stava diventando un incubo per le prostitute. E non è detto che i casi siano solo due.
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