Vongole, interviene lo zooprofilattico
Dopo la scomparsa dei mitili scattano le analisi chieste dai pescatori.
PESCARA. Della moria di vongole nel mare tra San Salvo e Vasto e tra Ortona e Francavilla se ne occuperà l’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Ieri i tecnici dell’istituto dopo le notizie apparse su il Centro, hanno rintracciato i pescatori del Consorzio CoGeVo Frentano che lunedì mattina si sono imbattuti nell’ennesima moria di vongole per concordare una serie di prelievi in mare. I controlli si terranno giovedì, al massimo venerdì mattina. Le verifiche sono state sollecitate dall’assessorato regionale all’agricoltura e pesca. L’obiettivo è verificare lo stato di salute dei bivalvi ed avviare uno studio più approfondito sul problema sollevato dai pescatori che temono come le acque costiere inquinate dai fiumi provochino il totale deperimento delle specie ittiche lungo la fascia costiera.
«L’ipotesi dell’aumento della temperatura del mare e l’acqua più calda non ci sembrano motivazioni convincenti», spiega Maurizio Angotti, presidente del Cogevo Frentano, «proprio perché ci siamo imbattuti in due situazioni diverse quando a Vasto le vongole erano vive ed a Francavilla morte. Pensiamo seriamente si tratti di inquinamento dei fiumi. A questo punto non solo chiediamo uno studio più approfondito, e per questo ringraziamo l’Istituto Zooprofilattico, ma anche che l’assessorato all’agricoltura e pesca si faccia carico delle problematiche economiche connesse. Noi di fatto rappresentiamo una ventina d’imbarcazioni e tra marinai, commercianti ed operatori del settore sono più di un centinaio le famiglie che vivono di questa pesca.
Così non si può andare avanti, anche perché siamo gli unici a regolamentarsi seriamente sul ripopolamento ittico e poi, per dare retta a qualche lamentela di bagnanti si vanifica un lavoro fatto di sacrifici e rinunce». Angotti si riferisce alla protesta scattata intorno alla prima settimana di agosto da parte di alcuni bagnanti del vastese che lamentarono la presenza invasiva di alcune imbarcazioni nei pressi della costa, bollandola come poco utile ai fini del rilancio turistico. «Noi il 13 agosto siamo andati via per quieto vivere», continua il presidente del Cogevo Frentano, «ed abbiamo lasciato in mare un prodotto di grande qualità, pur pescando nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Per inciso, una vongolara non riesce a scappare da elicotteri e motovedette ed opera la mattina di buon’ora. Siamo tornati a stagione balneare superata ed abbiamo trovato quelle stesse vongole questa volta, però, morte. Adesso qualcuno ci dovrà ripagare i danni subiti perché questo metodo dello strillo è controproducente per l’economia e adesso abbiamo una prospettiva di circa sei mesi di fermo forzato senza guadagni. Per questo motivo, oggi invieremo una nota alle autorità competenti perché ci si chiarisca meglio e ci venga detto chi ci deve risarcire del danno procuratoci».
«L’ipotesi dell’aumento della temperatura del mare e l’acqua più calda non ci sembrano motivazioni convincenti», spiega Maurizio Angotti, presidente del Cogevo Frentano, «proprio perché ci siamo imbattuti in due situazioni diverse quando a Vasto le vongole erano vive ed a Francavilla morte. Pensiamo seriamente si tratti di inquinamento dei fiumi. A questo punto non solo chiediamo uno studio più approfondito, e per questo ringraziamo l’Istituto Zooprofilattico, ma anche che l’assessorato all’agricoltura e pesca si faccia carico delle problematiche economiche connesse. Noi di fatto rappresentiamo una ventina d’imbarcazioni e tra marinai, commercianti ed operatori del settore sono più di un centinaio le famiglie che vivono di questa pesca.
Così non si può andare avanti, anche perché siamo gli unici a regolamentarsi seriamente sul ripopolamento ittico e poi, per dare retta a qualche lamentela di bagnanti si vanifica un lavoro fatto di sacrifici e rinunce». Angotti si riferisce alla protesta scattata intorno alla prima settimana di agosto da parte di alcuni bagnanti del vastese che lamentarono la presenza invasiva di alcune imbarcazioni nei pressi della costa, bollandola come poco utile ai fini del rilancio turistico. «Noi il 13 agosto siamo andati via per quieto vivere», continua il presidente del Cogevo Frentano, «ed abbiamo lasciato in mare un prodotto di grande qualità, pur pescando nel pieno rispetto delle normative vigenti.
Per inciso, una vongolara non riesce a scappare da elicotteri e motovedette ed opera la mattina di buon’ora. Siamo tornati a stagione balneare superata ed abbiamo trovato quelle stesse vongole questa volta, però, morte. Adesso qualcuno ci dovrà ripagare i danni subiti perché questo metodo dello strillo è controproducente per l’economia e adesso abbiamo una prospettiva di circa sei mesi di fermo forzato senza guadagni. Per questo motivo, oggi invieremo una nota alle autorità competenti perché ci si chiarisca meglio e ci venga detto chi ci deve risarcire del danno procuratoci».