Zanzara tigre, misure ministeriali al via anche a Pescara
Regione e Comuni informati sul protocollo da osservare sui rischi di diffusione dei virus. Pettinari (M5s) lancia l’allarme
PESCARA. È guerra alla zanzara tigre. L'insetto, portatore di infezioni virali, è nel mirino del ministero della Salute - Servizio di Prevenzione- che ha inviato al Dipartimento Salute e Welfare della Regione Abruzzo una lettera in cui si invita l'ente, e di riflesso le Asl regionali, ad adottare le misure di prevenzione e controllo sulla base do un piano nazionale, adottato il 10 luglio scorso, di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare Aedes con particolare riferimento ai virus Chikungunya, Dengue e Zika, ma anche West Nile e malaria.
La puntura di zanzara tigre (termine scientifico Aedes albopictus) preoccupa e terrorizza i cittadini soprattutto dopo i focolai di contagio riscontrati tra Roma, Anzio e Latina. Tanto da spingere l'Organizzazione Mondiale della Sanità a lanciare l'allarme sull'Italia come un Paese dove non è sicuro viaggiare. A Pescara, la situazione sembrerebbe essere sotto controllo, stando alle indagini svolte da Domenico Pettinari, in qualità di vice presidente della commissione Sanità, che nel corso di una conferenza convocata ieri mattina in municipio, ha però annunciato di aver presentato una interrogazione al presidente della Regione, Luciano D'Alfonso e all'assessore alla Sanità, Silvio Paolucci, per sapere se le istituzioni regionali – Asl e Comuni – stiano mettendo in atto tutte le misure di prevenzione, sorveglianza, monitoraggio e l’eventuale contrasto del virus in Abruzzo.
«La Regione innanzitutto deve confermare di aver ricevuto la comunicazione ministeriale» osserva il consigliere regionale del M5s, «con la quale si chiede di adottare le misure previste dal piano nazionale in termini di tempestività e sensibilità, tali da permettere l'identificazione rapida dei casi, ove e se ve ne saranno, allo scopo di ridurre il rischio di trasmissione con segnalazione immediata e invio dei campioni e test diagnostici secondo specifiche procedure previste dal piano».
Pettinari chiede esplicitamente di sapere «se in Abruzzo vi siano casi sospetti e dove e se le Asl e i Comuni sono pronti a fronteggiare eventuali emergenze». Secondo le ricerche condotte dal consigliere, emergerebbe che, «nel Lazio, sono stati riscontrati 60 casi di contagio. A Roma hanno bloccato le donazioni del sangue e in Emilia Romagna si è fatta una mappatura dei tombini. L'allerta deve essere massima, le zanzare infette e infettate dall'uomo, secondo un circolo vizioso, possono annidarsi tra le pieghe delle valigie dei viaggiatori e la vicinanza con la capitale non fa che aumentare l'ansia perché la diffusione è rapida. Anche gli uccelli migratori possono essere colonizzati da virus». In Italia, prosegue Pettinari, «sono stati riscontrati nuovi casi clinici scaturenti da virus, tramessi dalle zanzare vettori, come il Chikungunya, Dengue e Zika, West Nile e malaria. Le conseguenze si manifestano con febbre altissima, dolori reumatici, alle articolazioni e muscolari, prurito, mal di testa, congiuntivite e sindromi più gravi a carico del sistema nervoso. Mi hanno anche spiegato, gli esperti, che nei casi più gravi di immunodepressione, queste patologie possono condurre alla morte. Chiaro che i soggetti più fragili sono bambini, anziani e malati».
Quindi il consigliere chiede che la «Regione si esprima sull'argomento, che vengano interessate tutte le Asl, perché solo Pescara è all'avanguardia con un piano di monitoraggio avviato un anno fa. Quindi che i Comuni estendano i controlli su tutto il territorio cittadino e per fare ciò la Regione li supporti economicamente».
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