Chiodi dopo il ko con la Spal: Zavettieri non si tocca
Il presidente: se avessi saputo prima delle difficoltà economiche sarei ripartito dall'Eccellenza
L’AQUILA. La sconfitta con la Spal ha fatto ricadere L’Aquila sempre più lontano dai play off, diventati ormai un vero e proprio miraggio. Ne è consapevole il presidente Corrado Chiodi che però non si tira indietro nelle difficoltà: «La delusione c’è ed è molta, ma è inutile guardarsi alle spalle. Di sicuro dobbiamo imparare dagli errori commessi ma l’imperativo è chiudere la stagione nel miglior modo possibile. Ci sono ancora ventisette punti a disposizione e sono convinto che questa squadra possa regalarci qualche piccola soddisfazione».
Il cauto ottimismo di Chiodi deriva anche dalla rinnovata fiducia al tecnico Nunzio Zavettieri, difeso a spada tratta nonostante qualche malumore all’interno della società: «Dobbiamo deciderci una volta per tutte, l’allenatore o è bravo o non lo è. Io credo che lo sia e lo ha dimostrato nei primi mesi qui in Abruzzo in cui tutti ne parlavano bene. Ora è facile dargli addosso ma sono convinto che la crisi dell’Aquila derivi dalla rottura di certi meccanismi ed equilibri e non dal tecnico che è rimasto quello di prima. Per questo la mia fiducia nei suoi confronti è ancora massima». Chiodi passa poi in rassegna il tema più caldo, quello societario. E’ inutile nascondersi, la situazione è seria, mancano fondi e si stanno cercando nuovi soci che possano dare entusiasmo e slancio economico al sodalizio rossoblù. Il presidente analizza così il momento: «Sono stato anche accusato di non avere più entusiasmo e questo mi ha fatto molto male. Ho fatto tutto il possibile in questi anni per garantire il massimo alla mia città che amo più di ogni cosa. Non voglio lasciare ma ho bisogno di aiuto per andare avanti. Intanto sono felice che abbiano ricondiviso con noi l’impegno preso anche i soci Brunamonti, Mililli e Baldassarre, ricapitalizzando le loro quote societarie. D’altronde il mio sogno è sempre stato quello di coinvolgere più aquilani possibili, anche solo con piccole quote».
Il numero uno aquilano fa poi un resoconto della sua esperienza nel calcio, ammettendo alcuni errori di valutazione: «Tanti eventi non mi hanno permesso di essere presente come avrei voluto e di gestire la società a mio modo. Sono entrato tre anni fa per dare una mano all’amico Elio Gizzi e mi sono ritrovato in un contesto già precostituito. Tornassi indietro, avrei preso la società dall’Eccellenza, così da crescere gradualmente in esperienza e progetti. L’errore più grande è stato quello di sottovalutare il mondo del calcio e credere di poter gestire L’Aquila Calcio come faccio con la mia azienda». Non è però tempo di recriminare ma di guardare al futuro, imparando dagli errori.
«Premesso che bisognerà prima creare una nuova stabilità economica all’interno del sodalizio, credo che non si possa più fare a meno di un progetto vero, a lunga scadenza, incentrato sul settore giovanile gestito da persone competenti che abbiano a cuore i giovani del territorio e non i soldi. Ci ho messo tempo per capire quale strada seguire, spesso facendomi consigliare senza scegliere di testa mia. Ora la strada voglio dettarla io e ho già un progetto in cantiere».
Giammarco Menga
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