Giuseppe, detto Bepi, Pillon è nato a l'8 febbraio 1956 a Preganzioi (Treviso)

PALLA AL CENTRO

Dalla panchina la conferma del gruppo forte

Nel giro di una decina di giorni il Pescara è passato dalla sconfitta chiara e netta contro il Cittadella alla notte magica di lunedì. Tutto davanti al proprio pubblico. Da quella che poteva apparire l’inizio di una flessione fino alla ripartenza. Più decisa che mai. La benzina che ha rialimentato il motore biancazzurro è arrivata dalla panchina. A Cosenza è entrato Crecco e ha segnato la rete del pareggio sulla linea del traguardo; contro il Lecce il match-winner Nando Del Sole si è alzato quando la partita era al tramonto e ormai il 2-2 sembrava sigillato. Questo significa che il Pescara può attingere da un organico più profondo di quanto si possa immaginare. C’è gente che può essere decisiva oltre alla cerchia dei titolari; gente che si sente coinvolta nel progetto e che sfrutta (anche) gli spezzoni di partita per mettersi in evidenza e lasciare il segno. Si chiama forza del gruppo e sta facendo la differenza, perché il Pescara non ha i giocatori migliori della serie B, ma, probabilmente, ha costruito il gruppo più forte. A cementarlo è stato Bepi Pillon sin dai giorni del ritiro a Palena. L’impalcatura regge perché i giocatori hanno voglia di rivalsa dopo la salvezza all’ultima giornata del maggio scorso e hanno fiducia nel tecnico che a sua volta compie scelte mirate all’unità e alla bontà del gruppo. Primo posto in classifica dopo 11 partite, miglior attacco (19 gol come Lecce e Foggia), Mancuso capocannoniere (sette reti come Donnarumma) e il pubblico che comincia a riavvicinarsi (8.792 spettatori, record stagionale lunedì sera). Il sole splende sul Pescara, su una creatura che Pillon continua a plasmare a sua immagine e somiglianza. Ormai è una realtà. Undici partite non sono un fuoco di paglia, offrono una indicazione chiara in una serie B in cui non c’è una squadra ammazza-campionato. E il segnale è netto: il Pescara ha i mezzi per lottare fino alla fine per le prime posizioni. Perché, al di là di ogni discorso tecnico, c’è un valore – la forza del gruppo – che difficilmente può disperdersi. Quello biancazzurro è un giocattolino tanto bello quanto delicato con equilibri labili. Lo sa bene Pillon che lo gestisce. A gennaio andrà maneggiato con cura e intelligenza: il mercato sarà una trappola da evitare con mosse mirate a non rompere gli equilibri dello spogliatoio cercando di far lievitare il tasso tecnico. Una sfida da serie A.
@roccocoletti1.

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