Di Francesco, una famiglia nel pallone a Cupello: papà tecnico e figlio sponsor

Il connubio va avanti da anni e in passato Giuseppe ha allenato Oreste, poi diventato titolare di una ditta di servizi e vice sindaco del paese
CUPELLO. Il padre allena la squadra del paese, sponsorizzata dal figlio. Accade a Cupello dove il calcio è una questione di famiglia, quella dei Di Francesco. Il papà è Giuseppe Di Francesco, 73 anni, tornato sulla panchina della Virtus in questa stagione e coadiuvato dal vice Nicola Fiore; il figlio è Oreste, 43 anni da compiere, imprenditore e titolare di un’azienda di servizi (con circa 200 dipendenti) che opera in tutta Italia con un passato da calciatore nei dilettanti. Oggi è anche vice sindaco di Cupello di un’amministrazione di centrodestra («ma io sono un civico e ci tengo a rimarcarlo»), paese dell’Alto Vastese, di 4.900 abitanti famoso anche per la festa del carciofo. È Oreste il patron della squadra di calcio, anche perché è il maggior finanziatore della società presieduta da Angelo Pollutri. Il calcio è di casa nella famiglia Di Francesco.
Ci sono padre e figlio che parlano di pallone e le sorelle Angela e Fabiola che “sopportano”. «È un rapporto unico e bellissimo», racconta Oreste Di Francesco, «condividiamo una passione e ne parliamo anche a casa. A volte capita anche di non essere d’accordo. Capita di discutere su alcune situazioni. Però, è un qualcosa di bello. Io sono nato in mezzo al pallone. Ho giocato anche in Eccellenza tra Scerni e Cupello. Sono cresciuto avendo come punto di riferimento il compianto Filippo Sammartino, ex presidente della squadra di calcio di Cupello». Il patron, così come viene chiamato Oreste Di Francesco, è stato presidente della Virtus Cupello dal 2014 al 2018. Da allora è uno dei dirigenti-finanziatori.
«Mediamente, con i lavori all’impianto, abbiamo cento spettatori per le gare interne; con la capienza piena, invece, raddoppiamo. Fare calcio in Eccellenza non è facile per una realtà piccola come Cupello, però siamo bravi a reperire sponsorizzazioni e a lavorare sui giocatori». L’obiettivo della Virtus è la salvezza, non è in un buon momento per quanto riguarda i risultati e domenica giocherà in casa contro la Folgore Delfino una partita fondamentale. A dispetto dei 73 anni, Di Francesco fa giocare un calcio efficace e moderno alla Virtus e sta ben figurando in Eccellenza.
La Virtus Cupello è nata nel 2012 dalla fusione tra la Virtus e lo United e il primo presidente è stato Oreste Di Francesco. «Assieme ad un gruppo di amici abbiamo deciso di rilevare la gestione dello United Cupello» sulla cui panchina sedeva, appunto, papà Giuseppe: «Appena insediato», prosegue nel racconto Di Francesco junior, «mi sono posto subito il problema di questa particolare situazione e solo dopo averne discusso con gli altri componenti la società, ottenendo il loro assenso, ho deciso di lasciare tutto come prima». Scelta premiata dai risultati ottenuti negli anni. Il connubio tra i due Di Francesco, comunque, ha origine antiche, quando cioè Oreste giocava nello Scerni (attaccante prolifico, vanta oltre cento gol, tra Prima, Seconda categoria e Promozione), proprio alle dipendenze del papà.
«Per lui», svela lo stesso Giuseppe Di Francesco, «è stata più una penalizzazione che un vantaggio, dato che pretendevo tantissimo, proprio per non dare adito a sospetti o ad accuse di favoritismi. Ricordo che un giorno, durante un incontro, Oreste mise in discussione alcuni miei suggerimenti tattici. Ebbene, lo tolsi immediatamente dal campo». «In tali frangenti», ribatte Oreste, «devo ammettere che mi arrabbiavo, ma oggi, col senno di poi, non posso che ringraziarlo, perché mi rendo conto che ha sempre agito per il mio bene e per salvaguardarmi da possibili malignità». Il ricordo più bello di quel periodo? «Il lungo ed emozionante abbraccio al termine della gara col Fresa, che sancì la nostra promozione, dalla Seconda alla Prima».
Anche Giuseppe Di Francesco ha una storia tutta da raccontare. Trent'anni di ininterrotta attività spesa sui campi: da allenatore (con diverse promozioni ed altrettanti titoli giovanili), ma anche da osservatore, per conto dell'Inter, negli anni Ottanta. Tanti i giocatori scovati in giro per l'Abruzzo, il più importante dei quali è l'attuale portiere della Roma Morgan De Sanctis: «Lo vidi in un torneo Giovanissimi», ricorda Giuseppe, «e lo segnalai al Vicenza di mister Pasinato. Quanto a me, ai tempi della Vastese di mister De Biasi e di Salvioni, il compianto patron Marramiero insisteva affinchè frequentassi Coverciano per conseguire il patentino. Io, però, ho sempre considerato il calcio un hobby (Di Francesco, in pensione dal 2010, ha lavorato per tanti anni nell'Eni anche a Ortona, ndc), e non una professione, e così non se ne fece nulla. Rimpianti? Nessuno, dato che sono contento di quello che ho fatto e che continuerò a fare». L'ultima particolarità del trainer del Cupello Calcio è il fatto di mettere, da sempre, l'aspetto comportamentale davanti a tutto: «Le vittorie di cui vado più fiero», conferma, «sono quelle della Coppa Disciplina, che ho conquistato diverse volte. Ai ragazzi chiedo l’educazione e la disciplina prima di tutto».
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