E’ IL SIGILLO DEL DOMINIO BIANCONERO
di ROCCO COLETTI Un monologo, una cavalcata incontrastata. Il terzo scudetto di fila vinto dalla Juventus è il sigillo di un dominio. Alla storia passerà come l’era di Antonio Conte. E’ iniziata con...
di ROCCO COLETTI
Un monologo, una cavalcata incontrastata. Il terzo scudetto di fila vinto dalla Juventus è il sigillo di un dominio. Alla storia passerà come l’era di Antonio Conte. E’ iniziata con il testa a testa con il Milan, tre anni fa; poi, il trionfo davanti al Napoli; infine, quello sulla Roma. Lo scudetto è arrivato senza giocare, ma questo tricolore potrebbe essere archiviato a suon di record, di punti e di vittorie. La Roma all’inizio ci ha provato, ma alla lunga non ha retto il ritmo dell’armata bianconera. Che per mesi ha spazzato via le rivali in Italia e, contemporaneamente, ha dato battaglia in Europa con alterne fortune. Se i primi due scudetti dell’era Conte erano arrivati all’insegna del collettivo, questo ha il marchio di Carlitos Tevez e di Fernando Llorente, i due attaccanti arrivati la scorsa estate a prezzi di saldo: gratis lo spagnolo, mentre l’argentino è stato pagato poco meno di 12 milioni di euro. Insieme hanno segnato 34 gol in 35 gare. Si vince anche grazie alle intuizioni di mercato, così come era accaduto due anni fa con Paul Pogba preso a parametro zero ed esploso definitivamente in questa stagione. Campionato straordinario, certo, ma fuori dai confini il peso della Juventus non è aumentato. Al contrario, c’è stato un passo indietro. La nuova sfida è quella di darsi uno spessore continentale. Per riuscirci servono altri campioni, altre intuizioni di mercato.
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