MOTOGP
Iannone, controanalisi positive ma per quantità minime
Il pilota vastese sospeso dall'antidoping pronto a sostenere la tesi dell’assunzione involontaria
ROMA. Le controanalisi confermano la positività al doping, ma per quantitativi minimi. Positivo sì, ma per valori così bassi da incoraggiare la tesi difensiva già impostata da Andrea Iannone, che è quella di aver assunto lo steroide anabolizzante in modo inconsapevole per contaminazione alimentare. E' dunque arrivato il verdetto della corte disciplinare, l'organismo cui il pilota vastese dell'Aprilia, attraverso i suoi legali, si era appellato per esaminare il secondo campione prelevato a Sepang. Quella di Iannone, positivo al controllo antidoping è una vicenda cominciata il 3 novembre scorso in Malesia. Una storia strana. Il tema è come quella sostanza sia finita nell’organismo del pilota. Che, va detto, era stato controllato almeno sei volte dal 2018 a oggi, anche nella vita privata, risultando sempre negativo a qualsiasi sostanza.
Il campo degli steroidi è vasto e spazia dai prodotti tipici, illegittimi e deteriori, del mercato di certe palestre alle contaminazioni casuali. Secondo Iannone, questa la sua difesa, si tratterebbe semmai di un’assunzione involontaria. E tra le ipotesi che prende in considerazione ci sarebbe anche l’ingestione, nel periodo della trasferta tra Thailandia, Giappone e Malesia, di certe carni contenenti clenbuterolo che la stessa Agenzia mondiale – in un documento del giugno scorso - aveva inserito come potenzialmente pericolose per il doping. Al momento è in atto una sospensione dell’attività di pilota sulla quale sta riflettendo anche l’Aprilia visto che la stagione sta per cominciare e i test in Malesia sono imminenti. Il vastese rischia una squalifica (fino a due anni), bisognerà vedere, eventualmente, quanto sarà lunga per decidere la strategia.