Il commentone della 24esima giornata di Serie A
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Nella 24esima giornata dilagano Lazio e Atalanta, che torna in scia del Napoli, fermato in casa dall'Udinese, in attesa della sfida tra Inter e Fiorentina di questa sera. In coda, vittoria importantissima per il Cagliari contro il Parma.
La ventiquattresima giornata si apre allo stadio Sinigaglia, con il Como che ospita la Juventus. Inizio molto propositivo della squadra di Fabregas, che colleziona diverse palle gol, su tutte una con Nico Paz, sulla quale Di Gregorio si supera per evitare l’1-0. Ad andare in vantaggio sono però i bianconeri al 34’, con Randal Kolo Muani: il francese riceve in profondità da Nico Gonzalez e punta Dossena, lo salta e scarica un destro micidiale sotto alla traversa. Che impatto del giocatore in prestito dal PSG sulla nostra Serie A, che in pochissimo tempo ha scalato le gerarchie e superato la concorrenza di Vlahovic. Nel recupero della prima metà di gara, arriva il pari comasco: grande disattenzione di Koopmeiners, che anziché allontanare la sfera, prova a superare sulla fascia destra Cutrone, che capisce le intenzioni dell’avversario e recupera palla. Dal vertice dell’area di rigore, l’ex Milan crossa sul secondo palo per Diao, bravo a capitalizzare l’azione dall’interno dell’area piccola. Partenza a mille anche per Assane Diao, già al terzo gol con la nuova maglia, dopo il trasferimento nella finestra di mercato invernale dal Betis Siviglia. Nella ripresa, sono gli episodi a decidere il match: al Como viene negato un rigore per fallo di mano di Gatti all’80’, suscitando la furia post partita del suo allenatore; alla Vecchia Signora invece viene assegnato un penalty all’87’, a causa di un’uscita fuori tempo di Butez, che atterra proprio Gatti, protagonista anche nell’altra area. Dal dischetto si presenta ancora Kolo Muani, che spiazza Butez e sigla il quinto gol in 3 partite, oltre alla seconda doppietta di fila. Vince così la squadra di Motta, non senza soffrire, ma riuscendo a guadagnare i 3 punti su un campo ostico.
Alle 15 di sabato l’Atalanta va a giocare in trasferta a Verona, la cui ultima vittoria tra le mura amiche risale addirittura al 3 novembre. La partita è senza storia, ricordando molto quella della tredicesima giornata tra Verona e Inter: inizio promettente dei padroni di casa che colpiscono un legno dopo pochi minuti, ma che poi si devono arrendere alla superiorità dell’avversario. Il vantaggio arriva al 21’ grazie a Retegui, che ribadisce in rete una conclusione di De Ketelaere respinta dal palo. Passano solo 4 minuti e il bomber italo-argentino firma il 2-0: riceve in area, se la porta sul mancino e incrocia perfettamente, non lasciando scampo a Montipò. Al 37’ arriva anche il tris nerazzurro, stavolta con Ederson: il brasiliano recupera palla a centrocampo, punta la difesa scaligera, rientra sul piede forte e calcia, segnando il terzo gol in campionato. Ma la scena continua a prendersela Mateo Retegui, che realizza prima la tripletta e poi il definitivo poker: un altro tap-in vincente al 44’ e gol da attaccante vero al 56’, bravissimo ad indirizzare di prima all’angolino un cross rasoterra di De Roon e costringendo il povero Montipò a raccogliere la palla da dentro la porta per la quinta volta. Tornano a convincere i bergamaschi dopo alcune prestazioni opache e risultati deludenti, tra cui l’eliminazione di qualche giorno prima dalla Coppa Italia.
Alle 18 si affrontano Empoli e Milan, in un match pieno di colpi di scena. Primo tempo giocato ad alta intensità ma senza grandi occasioni, se non per una chance capitata sui piedi di Colombo: il giocatore in prestito proprio dai rossoneri riceve un pallone in area di rigore, si fa largo tra gli avversari e calcia potentemente verso la porta di Maignan, centrando il palo. Sempre molto abile con il suo mancino, nell’occasione è andato veramente vicino a far male alla squadra che l’ha cresciuto e che detiene ancora il suo cartellino, sebbene in estate potrebbe essere riscattato dai toscani. Nella seconda metà di partita succede di tutto: al 54’ Tomori riceve il secondo giallo per un fallo sullo stesso Colombo, lanciato a rete. Ammonizione sacrosanta, se non fosse che nell’occasione arbitro e guardalinee non si rendono conto di una netta posizione di offside. Episodio che ha del clamoroso, con il var che non può intervenire, perché non ci troviamo di fronte a un’espulsione diretta, ma che quindi lascia il Diavolo in inferiorità numerica per oltre mezz’ora. Non trascorrono neanche 10 minuti e il var questa volta interviene, per una situazione che in diretta era sfuggita a Pairetto: Giménez e Marianucci si provocano, con il centrale empolese che cade nella provocazione del messicano e accenna a una reazione.
La decisione del direttore di gara è di punire l’intenzionalità del gesto, più che l’intensità, espellendo così il numero 35 azzurro. Ristabilita la parità numerica, la squadra di Conceicao ne approfitta subito: Pulisic scappa sulla destra al 68’ e mette in mezzo un traversone morbidissimo, che Leao da due passi deve solo insaccare. Dopo i cambi dell’intervallo, i rossoneri sono un’altra squadra, grazie ai cambi di qualità. Uno dei subentrati nella ripresa è Santiago Giménez, che chiude i giochi al 76’: ripartenza letale, con l’ex Feyenoord che triangola con Pulisic e poi conclude perfettamente a rete di mancino, segnando all’esordio in campionato con la nuova maglia. Continua il buon periodo di forma del Milan, totalmente rigenerato dai trasferimenti dell’ultima sessione di mercato. Chiude il sabato l’incontro tra Torino e Genoa, due squadre momentaneamente in una comoda posizione di classifica. La partita non è tra le più emozionanti della giornata, con le squadre che sembrano voler evitare di scoprirsi per lasciare campo aperto agli avversari.
Fondamentali allora in sfide come questa diventano gli episodi e i calci piazzati, da cui scaturisce il gol del vantaggio granata: da corner, Lazaro disegna una gran parabola in area trovando la sfortunata deviazione di Thorsby, che la vede all’ultimo e la manda alle spalle del proprio portiere Leali. Nel secondo tempo il Grifone la pareggia, con il ritorno al gol di Pinamonti: Coco sbaglia in impostazione e serve Masini, che trova smarcato Messias. Di prima, il brasiliano imbuca per l’ex Inter che, con grande freddezza, spedisce in rete. Negli ultimi istanti di partita, episodio molto al limite in area rossoblu: prima Matturro trattiene Adams, poi Sabelli tira giù anche Sanabria. Se la prima trattenuta possa essere ancora oggetto di dibattito, pochissimi dubbi restano invece sulla seconda, con l’arbitro Feliciani e il var Di Paolo che compiono un errore abbastanza evidente. Si conclude non senza polemiche la sfida, lasciando invariata la distanza in classifica tra le due formazioni. All’ora di pranzo di domenica si gioca al Penzo, tra Venezia e Roma. I giallorossi inseguono la seconda vittoria di fila in trasferta e partono molto agguerriti, sfiorando il gol in più circostanze: prima Radu intercetta un ottimo tiro di Dovbyk, poi Nicolussi Caviglia si sostituisce al nuovo portiere arancioneroverde e salva sulla linea un colpo di testa di Mancini, infine ci riprova Dovbyk, ma il rumeno si oppone nuovamente. Nel secondo tempo non cambia il canovaccio tattico della gara e, in un’occasione in area lagunare, Marcandalli stende Angelino: dagli 11 metri Dybala è infallibile, trovando così la sua prima rete nel nuovo anno. Il match non ha più niente da dire, con la Lupa che consolida la nona posizione in classifica, provando a rientrare nelle prime posizioni utili per l’Europa. Sono due le sfide delle 15, la prima tra Cagliari e Parma, la seconda tra Lazio e Monza. Lo scontro salvezza tra Cagliari e Parma è a doppia faccia, più di studio nel primo tempo, con più occasioni nella ripresa. Tuttavia, è proprio nella prima parte di gara che il Cagliari va vicino al vantaggio, con Mina: cross dalla bandierina, Suzuki esce a vuoto ma il capitano del Casteddu spedisce sul palo, divorandosi l’1-0. Al 54’ pareggiano i legni i crociati, colpendo lo stesso palo che aveva fermato Mina: Bonny riceve da Camara, manda a spasso tutta la difesa avversaria e tira, sfiorando il gol.
La rete del vantaggio arriva a distanza di soli 3 minuti, propiziata da Augello e Adopo: il terzino ex Samp crossa per l’ex Torino, che pizzica soltanto. La sua leggera deviazione termina sulla schiena di Vogliacco, che spedisce accidentalmente nella propria porta. Al 70’ arriva il gol della sicurezza, firmato dal neoacquisto Florinel Coman: riceve da Gaetano sulla trequarti, si avvicina alla porta e fa partire un missile, sul quale Suzuki non può nulla. Che esordio per il rumeno! Nel finale, la formazione di Pecchia prova a regalarsi un interessante finale grazie a Leoni, che con un impetuoso stacco aereo sigla il suo primo gol in carriera in Serie A. Termina 2-1 in favore del Cagliari, che fa un bel balzo in classifica, mentre il Parma si ferma al terzultimo posto, preoccupato per le proprie sorti anche a causa del calendario di ferro che lo aspetta. All’Olimpico invece va in scena una partita a senso unico, in cui la Lazio spazza via il sempre più ultimo Monza. Molte le occasioni nella prima mezz’ora per i biancocelesti, che la sbloccano al 31’ con Marusic: cross dalla destra di Isaksen, sponda di Castellanos e gol del montenegrino. Raddoppiano le Aquile al 57’, tramite un’invenzione di Castellanos: il Taty riceve sulla trequarti, si gira e imbuca straordinariamente per Pedro, che è freddissimo a tu per tu con Pizzignacco. Ma è al 63’ che i tifosi biancocelesti esultano più che mai, per il ritorno al gol in campionato nel proprio stadio del Taty, a quasi 5 mesi di distanza: grande percussione di Zaccagni che, una volta in area, serve il suo numero 11, bravo ad aprire il piattone e a interrompere la brutta striscia negativa. La formazione di Baroni dilaga, grazie alla prima doppietta in Serie A del trentasettenne Pedro, in grande spolvero, e alla rete di Dele Bashiru nel finale. In mezzo, gioia personale anche per Sensi, che dal dischetto torna a segnare a 700 giorni dall’ultima volta. A seguito della pesante sconfitta ricevuta e a un rendimento sicuramente insufficiente, termina l’esperienza sulla panchina biancorossa di Bocchetti, che aveva sostituito Nesta e che verrà a sua volta sostituito dallo stesso allenatore ex Reggiana. Il premio per la partita più noiosa del weekend se lo assicurano Lecce e Bologna, in uno scontro con pochissime emozioni e tanti errori. Le occasioni più importanti nel corso della partita capitano sui piedi dei padroni di casa, che però non riescono a sfruttare. Dopo soli 55 secondi Tete Morente spreca una buona opportunità, così come Pierotti ed Helgason al 18’: l’argentino approfitta di un errore grossolano da parte di Lykogiannis e si ritrova solo davanti a Skorupski, che nel tentativo di avanzare scivola.
È bravissimo il portiere polacco a rimettersi subito in piedi e a intuire le intenzioni di Pierotti, che prova a saltarlo ma senza successo. Casale ha allora la possibilità di spazzare ma rinvia male, con un rimpallo che favorisce Helgason, che non riesce ad alzare la conclusione colpendo in pieno Skorupski. Il Bologna all’87’ troverebbe pure il gol del vantaggio, ma Dallinga segna anche perché partiva alle spalle dell’ultimo difendente giallorosso. Termina così 0-0 il match, un risultato giusto per la poca qualità messa in campo dalle due squadre. Chiude la domenica il Napoli, che ospita l’Udinese. La formazione di Conte ha la grande chance di mettere pressione all’Inter e andare a un vantaggio provvisorio di 6 punti. Pronti e via, i friulani fanno subito intuire che sono arrivati al Maradona per giocarsi la partita, non per subire solamente le avanzate avversarie: Thauvin scalda subito i guantoni di Meret, costringendo l’estremo difensore italiano al riflesso. Rispondono subito i partenopei, con un’occasione simile a quella di Thauvin: stavolta a tirare è Politano e a parare Sava, ma l’esito rimane lo stesso. È ancora la squadra di Runjaic a creare, sfiorando il gol prima con Lucca, che va a centimetri dal palo, poi con Ekkelenkamp, che per poco non sorprende Meret sul suo palo.
Risponde il Napoli al 35’ con McTominay, che manca clamorosamente l’impatto con il pallone da pochi passi ma si fa subito perdonare, perché è proprio lui a realizzare l’1-0 qualche minuto dopo: corner di Politano e stacco perentorio dello scozzese, che sigla così la sua settima rete con la maglia azzurra. Non dura molto il vantaggio dei padroni di casa: pasticcio difensivo condiviso tra Juan Jesus e Mazzocchi, con il primo che in una situazione di tranquillità decide di spazzare anziché far raccogliere la sfera dal proprio portiere e con il secondo che allontana male, passando il pallone a Karlstrom. Lo svedese serve di prima Ekkelenkamp, che conclude straordinariamente in porta, dando al pallone un effetto velenosissimo sul quale Meret non ci arriva. Nella ripresa il muro bianconero riesce a contrastare gli azzurri, che non si rendono quasi mai veramente pericolosi nella seconda frazione. Deludono un po’ i partenopei, che falliscono l’allungo sui rivali nerazzurri, dopo una partita opaca in cui sembravano scarseggiare le energie, nonostante l’unico impegno settimanale. Infine, il posticipo della ventiquattresima giornata è tra Inter e Fiorentina, con il Biscione che ha l’occasione immediata di rifarsi dalla bruttissima sconfitta di qualche giorno fa proprio contro la viola, che ha giocato invece una partita perfetta sfruttando gli errori dell’avversario.
In conclusione, vorrei aprire una breve parentesi sul var. Il var è un sistema introdotto in Serie A a partire dalla stagione 2017/2018, che ha avuto un impatto significativo sull’operato arbitrale. Sono stati molti i casi in cui episodi sfuggiti al direttore di gara sono stati corretti, ma da un po’ di tempo a questa parte sembra che invece di fare passi in avanti, se ne facciano solo all’indietro. L’espulsione di Tomori in Empoli-Milan è inammissibile con tutta la tecnologia presente, per cui un cambio del regolamento di utilizzo del Video Assistant Referee sembra inevitabile. Allo stesso tempo, oltre a situazioni su cui al momento il protocollo var impedisce agli arbitri di essere richiamati, vi sono altri episodi, sempre più frequenti, che sembrano netti, ma non vengono giudicati tali dagli assistenti var. Numerosi sono gli esempi, come il rigore non dato al Como e al Torino in questa giornata, il rigore non dato all’Inter nel derby di una settimana fa e, sempre nello scorso weekend, il penalty molto fiscale assegnato all’Atalanta contro il Torino, poi fallito. Insomma, ciò che si richiede è di poter intervenire più spesso, poiché ciascun episodio può modificare la classifica, oltre a una maggiore uniformità di giudizio, con scelte coerenti da parte degli arbitri.