Il commentone della 29esima giornata di Serie A

17 Marzo 2025

Inzaghi batte ancora Gasp e approfitta del passo falso del Napoli, andando a +3 sulla squadra di Conte. In zona Champions, larghe vittorie di Bologna e Fiorentina contro Lazio e Juventus, con la Roma che rimane attaccata al gruppone

Genoa vs Lecce

La ventinovesima giornata si apre con l’anticipo del venerdì tra Genoa e Lecce. È un vero e proprio scontro salvezza, tra due squadre reduci da periodi di forma ben diversi: se il Grifone nelle ultime 5 ha perso solamente contro l’Inter a San Siro, i Lupi, invece, cercano un successo che manca dallo scorso 31 gennaio contro il Parma. La sfida viene decisa nella prima metà di gara, con i rossoblu che riescono immediatamente a mettere la freccia: al 16’ un’invenzione di Malinovskyi, tornato titolare dopo quasi 6 mesi, trova Miretti, che al volo trafigge Falcone.

Il copione si ripete nel recupero del primo tempo: l’ucraino ha un po’ di spazio e serve il centrocampista italiano sulla corsa che, dopo un ottimo aggancio, si gira su se stesso e calcia di mancino, siglando la sua prima doppietta personale in Serie A. Nella ripresa il Lecce prova a rientrare in partita e ci riesce al minuto 68, su calcio di rigore: Danilo Veiga tira da fuori area e Matturro colpisce con la mano, rigore ineccepibile. Dagli 11 metri Krstovic spiazza Leali e raggiunge la doppia cifra. I giallorossi non riescono però nel tempo a disposizione a creare occasioni pericolose e così la squadra di Vieira ottiene 3 punti di grandissima importanza, andando a +13 sulla zona retrocessione.

Monza vs Parma

Alle 15 di sabato si gioca sia a Monza che a Udine. A Monza arriva il Parma, che si trova a soli 2 punti in più sull’Empoli terzultimo e che vuole quindi aumentare il distacco, contro una squadra ormai prossima alla retrocessione. I primi 45 minuti non sono di certo scoppiettanti, con un’ampia fase di studio tra le due squadre, consapevoli dell’estrema delicatezza della partita. Il secondo tempo invece è più divertente, a partire dallo squillo di Pellegrino dopo pochi minuti, con Turati che salva in bello stile. Rompono il ghiaccio i brianzoli, che al 60’ segnano il gol del vantaggio: dopo un corner di Castrovilli, il pallone finisce tra i piedi di Izzo, freddissimo a non fallire sottoporta.

Forse nel momento più complicato della stagione, torna al gol dopo quasi due anni il capitano biancorosso. La formazione di Nesta sembra proiettata alla terza vittoria in campionato, ma nel finale un eurogol di Ange-Yoan Bonny riporta l’equilibrio: il francese riceve palla vicino alla linea di centrocampo, passa tra Izzo e Pedro Pereira e, al termine della sua progressione palla al piede, la piazza all’incrocio, non lasciando scampo a Turati. Finisce 1-1 tra Monza e Parma, con entrambe che perdono una grande opportunità.

Udinese vs Verona

Anche il match tra Udinese e Verona regala poche emozioni. I bianconeri provano a fare la partita, ma non riescono a incidere né a preoccupare Montipò, con grande merito che va dato all’organizzazione difensiva scaligera: quasi tutte le conclusioni dei friulani provengono dalla distanza, dato che certifica l’ottimo lavoro di mister Zanetti. In sfide chiuse come queste, il risultato può cambiare solo grazie a episodi, calci piazzati o giocate da campioni e anche stavolta è così: al 72’, punizione per i gialloblu da quasi 30 metri, della cui battuta si incarica Duda. Lo slovacco prova la soluzione diretta e fa partire un tiro stupendo, forte e precisissimo, sul quale Okoye non può intervenire. Questo gioiello del numero 33 veronese regala un po’ di ossigeno all’Hellas, che aumenta il margine di distanza con la zona retrocessione nonostante le tante difficoltà.

Milan vs Como

Alle 18 si affrontano Milan e Como, alla ricerca di punti per provare a conseguire i propri obiettivi. Pronti, via e subito chance colossale per i rossoneri, sprecata malamente da Musah: il Como esce forte in pressione, ma il Diavolo con degli scambi di prima elude gli interventi avversari e si ritrova in netta superiorità numerica, con Theo in possesso. Il terzino francese serve Musah che, dopo aver saltato Butez, conclude malissimo, divorandosi l’1-0. Dopo un inizio così così, la squadra di Fabregas prende sempre più coraggio e inizia a rendersi pericolosa. Al 33’, Diao fa sfilare il pallone e inganna Gabbia, che prova a fermarlo ma non ci riesce: l’ex Betis poi serve in profondità Nico Paz, ma Maignan esce a valanga sullo spagnolo ed evita il gol. Il Diavolo recupera palla ma solo per un attimo, poiché Walker nel tentativo di spazzare colpisce in pieno Diao.

Nel prosieguo dell’azione, Caqueret si incunea nella difesa avversaria, poi appoggia ancora a Diao e da lui a Nico Paz, che con un’eccellente sponda apparecchia la conclusione dell’accorrente Da Cunha: azione meravigliosa dei Lariani che viene concretizzata dall’ex Nizza con un’ottima conclusione. Al 43’ gli ospiti provano a raddoppiare, con Kempf lasciato troppo solo in area, ma Maignan tiene a galla i suoi. Nella ripresa non cambia il canovaccio della partita, con i rossoneri poco brillanti: dopo un ruvido recupero palla, Nico Paz imbuca per Da Cunha, che termina la propria azione personale insaccando in rete. Altro gran gol del Como, che però viene annullato per un fuorigioco millimetrico di Da Cunha e quindi il match rimane aperto a ogni scenario. L’episodio carica Reijnders e compagni, che pareggiano il parziale al 53’: fantastico filtrante dell’olandese per Pulisic, che da posizione defilata colpisce di prima intenzione, sorprendendo Butez. Momento arduo per i meneghini, che si aggrappano sulle spalle dei due giocatori più incisivi finora.

Sono sempre loro due a confezionare un’altra palla gol al 69’, con Pulisic che tocca corto per l’ex AZ Alkmaar, il cui tiro scheggia la traversa e termina sul fondo. L’impegno dei rossoneri viene ripagato al 75’ ed è proprio Tijjani Reijnders a mettere la firma: Joao Felix va da Abraham, che spalle alla porta fa una magia per servire il classe ’98, lucidissimo a trovare lo spazio per battere Butez. Nel finale, dopo l’ingresso in campo di Dele Alli a distanza di 748 giorni, il Milan sfiora il 3-1 sempre con Reijnders, che stavolta è impreciso. Infine, al 90’ Dele Alli sbaglia il tempo di un intervento e colpisce pericolosamente Loftus-Cheek, con l’arbitro Marchetti che espelle l’ex Tottenham dopo on field review. Rientro dolceamaro per lui, che nonostante l’espulsione non si è buttato giù e a fine partita ha espresso comunque contentezza per il ritorno in campo, a seguito di problemi personali che lo hanno tenuto lontano dal terreno di gioco per parecchio tempo. Vince ancora in rimonta Conceicao e sale a 47 punti in classifica, con il primo posto utile per la Champions che dista ora 6 punti.

Torino vs Empoli

Alle 20.45 il Torino ospita l’Empoli, in un periodo di continua crisi intervallato solamente dalla storica qualificazione alle semifinali di Coppa Italia. Per usare un eufemismo, anche in questa partita le emozioni non abbondano. Il Toro prova a tenere il pallino del gioco, ma in realtà sia i tiri che il possesso palla non pendono né da una parte né dall’altra. Ambedue le squadre cercano di sbloccare l’incontro con le palle da fermo, andandoci vicini con Coco e Ismajli, i cui tentativi si spengono sul fondo. In un match così statico, come successo in Udinese-Verona, è la giocata del campione a fare la differenza: Vlasic raccoglie una seconda palla fuori area, resiste alla pressione di Marianucci e, seppur in equilibrio precario, tira a giro sul secondo palo, dove Silvestri non può arrivare. I toscani provano a pareggiare nel finale, ma non creano pericoli dalle parti di Milinkovic-Savic, che ottiene così il nono clean sheet stagionale. Sempre più in difficoltà l’Empoli, che nelle restanti 9 partite da qui fino alla fine del campionato dovrà affrontare ben 6 squadre in lotta per non retrocedere, avendo un margine di errore sempre minore.

Venezia vs Napoli

La domenica inizia con il match dell’ora di pranzo tra Venezia e Napoli, rispettivamente penultima e seconda in classifica. I Partenopei hanno la gigantesca occasione di andare a +2 sull’Inter e di mettere sotto pressione la squadra di Inzaghi, impegnata in serata contro l’Atalanta, a -3 dal primo posto. Lotta per la vetta della classifica che si fa incandescente, con la consapevolezza che un successo degli azzurri potrebbe essere fondamentale per le sorti del campionato. I campani partono fortissimo, sfiorando la rete già in avvio di partita: al 5’ Raspadori raccoglie una respinta corta della difesa arancioneroverde e tira di mancino, centrando il legno a Radu battuto. Come prevedibile alla vigilia, il Venezia aspetta gli avversari per poi provare a contrattaccare in ripartenza, mentre Conte insiste sul possesso palla veloce e sulla manovra avvolgente per cercare di scardinare la difesa veneta. Ad ogni modo, i Lagunari non si tirano assolutamente indietro, anzi provano a fare male in più di una circostanza: Fila è il pericolo principale per la retroguardia napoletana, seguito dagli onnipresenti Ellertsson e Perez, sempre a supporto delle due punte.

Il Napoli, grazie alla continua presenza offensiva, crea azioni su azioni, sulle quali Radu deve sfoderare tutti i propri riflessi: al 18’ prima manda in corner un tiro sotto alla traversa di Raspadori, poi nell’occasione seguente compie un miracolo su un colpo di testa di McTominay, infine si distende su un’altra deviazione aerea dello scozzese al 30’. Dopo aver subito per un ampio tratto di partita, i Leoni Alati prendono consapevolezza e coraggio, confezionando una palla gol enorme al 42’: Ellertsson con un lancio preciso serve Kike Perez, che a tu per tu con Meret non riesce a segnare. Dopo la respinta dell’estremo difensore italiano, un rimpallo favorisce Fila che colpisce a botta sicura, ma Rrahmani salva sulla linea. Passano solo 3 minuti e anche il Napoli costruisce l’occasione più importante del proprio primo tempo: un infermabile Spinazzola, in forma smagliante, mette un morbido traversone in area per lo stacco di Lukaku, che indirizza all’angolino.

Radu, con uno straordinario colpo di reni, salva sulla linea, con più di metà pallone in porta. Salvataggio clamoroso, che mantiene il risultato di parità. Nel secondo tempo ci sono meno chances per segnare, con la partita sempre più in equilibrio. Solo nel finale ci provano entrambe con più convinzione, prima Simeone che non riesce a indirizzare in porta un cross potentissimo di Okafor, poi Nicolussi Caviglia, con la sua conclusione che viene parata in tuffo da Meret. Fallisce il sorpasso Conte, che esce dal Penzo con solo un punto, mentre dall’altra parte Di Francesco, seppur la classifica non gli sorrida, ha ottenuto ben 4 punti nelle ultime 4 avendo affrontato seconda, terza e sesta, dunque può ritenersi soddisfatto in attesa delle prossime sfide fondamentali.

Bologna vs Lazio

Alle 15 si sfidano Bologna e Lazio, entrambe in lotta per il quarto posto. Partenza feroce della squadra di Italiano, che va in vantaggio al 16’: Miranda crossa dalla trequarti per Odgaard, che in allungo segna un bel gol. Sembrano avere più fame i rossoblu, che al 29’ sfiorano anche il 2-0 con Orsolini, sul cui tiro Provedel si supera. Ma la partita viene decisa nel secondo tempo, in particolare nei primi minuti della ripresa. Al 48’ arriva il gol del raddoppio: Ndoye riceve sulla fascia, si accentra e imbuca per Orsolini, che supera Provedel con un pallonetto delizioso. Lasciato colpevolmente solo, l’esterno ascolano raggiunge così la doppia cifra per il terzo anno consecutivo. Riprende il gioco da centrocampo e subito errore in impostazione di Guendouzi: ripartenza micidiale dei Felsinei, con Ndoye che riceve da Ferguson e inganna Provedel.

Uno-due micidiale, che mette al tappeto i biancocelesti. Qualche minuto dopo, Zaccagni prende palla sull’esterno e conclude la propria percussione personale con una conclusione, che però si infrange sul palo. Nel finale, arrivano anche il quarto e quinto gol: prima il Toto Castro vince un contrasto con Romagnoli ed entra in porta con la palla, poi Fabbian mette il punto esclamativo alla partita con un’incornata ravvicinata. Dilaga il Bologna, che a bocce ferme non sembrava in grado di replicare l’impresa dello scorso anno, dopo le cessioni di Zirkzee e Calafiori e l’addio di Motta, ma invece sotto alla guida di Italiano sta facendo ancora meglio; d’altra parte, figuraccia della Lazio, mai scesa in campo e che incassa un’umiliazione totale, sul piano tecnico, tattico e mentale.

Roma vs Cagliari

Alle 16 la Roma gioca contro il Cagliari, con Claudio Ranieri che affronta il proprio passato. Orario inedito per l’inizio del match, dettato dalla quasi contemporaneità della Maratona di Roma. Primo tempo molto equilibrato, con il Cagliari che affronta la Roma a viso aperto e senza tirarsi indietro: alle occasioni di Dovbyk e Mancini, rispondono i rossoblu con Piccoli e Zortea, ma nessuna di queste spaventa più di tanto Caprile e Svilar. Nella ripresa aumenta la pericolosità di entrambe le squadre, con Svilar che è costretto a un miracolo al 52’ su Piccoli, che aveva indirizzato molto bene un cross del solito Zortea. Al 61’, invece, chance incredibile per Artem Dovbyk: ripartenza giallorossa, Baldanzi serve nello spazio l’ucraino che, a tu per tu con Caprile, colpisce malissimo, tirando probabilmente fuori dallo specchio e colpendo inavvertitamente Prati. Sul corner seguente si riscatta subito l’ex Girona, che mette in porta da pochi passi. Per preservare il vantaggio, è fondamentale Svilar nel finale di partita: l’estremo difensore serbo salva su Piccoli, Mina e Mutandwa e consente ai suoi di ottenere una vittoria importantissima. Dopo l’uscita dall’Europa League, si riprende subito la Magica, che prosegue la lunga striscia di imbattibilità portando a 13 il numero di risultati utili consecutivi; il Casteddu invece può rimproverarsi ben poco, avendo giocato una gran partita contro una tra le più in forma del campionato.

Fiorentina vs Juventus

Alle 18 si affrontano Fiorentina e Juventus, entrambe in competizione per un posto in Europa e reduci da brutte prestazioni, con la viola che ha vinto solo una delle ultime 5 partite, mentre i bianconeri hanno ancora in testa la durissima sconfitta casalinga per 4-0 contro l’Atalanta. Partono meglio i Gigliati, che dopo 15 minuti vanno subito in vantaggio: corner di Cataldi, colpisce Gosens ma il pallone viene respinto da un difensore. Sulla ribattuta il pallone finisce ancora dalle parti del tedesco, che si coordina in un istante e tira al volo, non lasciando scampo a Di Gregorio. Dopo l’1-0, i toscani provano a sfruttare l’inerzia del match a proprio favore e sono bravissimi a raddoppiare dopo qualche minuto: Kean fa la sponda di testa e trova Gudmundsson, che appoggia per Fagioli che di prima va da Mandragora. Grande combinazione tra i due ex della gara, con quest’ultimo che conclude perfettamente in diagonale, mandando il pallone nell’angolino.

Nella ripresa la Vecchia Signora prova a creare qualcosa in più, ma la Fiorentina è attentissima e allontana ogni minaccia. C’è spazio anche per il 3-0, una perla di Albert Gudmundsson: l’islandese riceve da Fagioli e punta la porta, partendo da lontanissimo. Tuttavia, nessuno lo contrasta e allora si avvicina fino ai 25 metri, dove scaglia in porta un bolide. Dopo un inizio molto complicato, sta venendo fuori il talento dell’ex Genoa, a segno per la terza partita consecutiva dopo i gol a Napoli e Panathinaikos. Altra batosta subita dalla squadra di Motta, con la sua posizione sempre più in bilico. Dopo il mercato estivo molto oneroso, l’ex allenatore del Bologna non è riuscito a dare una vera identità alla propria squadra, con la società che è anche intervenuta sul mercato per aiutarlo a uscire dalla crisi, ma i risultati non sono stati quelli sperati. Adesso segue un interrogativo: Motta guiderà la Juventus anche l’anno prossimo?

Atalanta vs Inter

Chiude la 29esima giornata il posticipo tra Atalanta e Inter, che si giocano un’importante fetta di scudetto nella sfida del Gewiss Stadium. Inizio a ritmo elevato, con pressione altissima dei nerazzurri di Milano, molto più alta rispetto a quella vista nelle ultime partite. Gasperini di contro gioca a viso aperto, con duelli 1 vs 1 in tutto il campo. È proprio questa la chiave del match: è difficilissimo affrontare il Biscione così, a causa di schemi ormai collaudati tra gli interpreti scelti da Inzaghi, che si spostano ovunque, non lasciando riferimenti agli avversari. È un modo di giocare in cui i ruoli sono più concettuali, in cui è più importante la divisione dello spazio: come visto però durante l’anno, se non si ha molta brillantezza si possono subire le squadre che adottano un baricentro più basso e le sfide contro Milan e Juventus ne sono la prova. La Beneamata cerca subito di andare in vantaggio e crea un’occasione importantissima al 7’ grazie al tandem offensivo Thuram-Lautaro: velo del francese per l’argentino, che di prima fa una giocata meravigliosa per mandare il compagno a tu per tu con Carnesecchi.

L’ex Monchengladbach però non è impeccabile, con il palo che respinge la sua conclusione. Ottima chance per l’1-0, anche se forse Thuram avrebbe potuto fare meglio da lì. Risponde al 18’ la Dea, con un pericoloso colpo di testa di Pasalic: l’ex Milan anticipa Bastoni di testa, ma Sommer non si fa trovare impreparato e mette in corner. L’episodio che sblocca la gara arriva nella ripresa: dopo qualche minuto di interruzione per un malore di un tifoso nel settore ospiti, Calhanoglu batte un calcio d’angolo perfetto che Carlos Augusto spinge in porta, trovando la terza rete del suo campionato e rompendo l’equilibrio. Gli Orobici cercano di reagire, ma senza quella grinta che si era vista nel primo tempo. Allora l’Inter raddoppia al 71’ con Lautaro, ma il gol viene annullato per un fallo proprio del numero 10. Situazione al limite, con l’attaccante argentino che tocca appena Djimsiti, che non fa nulla per rimanere in piedi. Per il metro di giudizio adottato dall’arbitro Massa è una decisione che lascia un po’ perplessi.

Così come lasciano qualche dubbio altre decisioni: all’81’, Ederson riceve nel giro di pochi secondi un doppio cartellino giallo, prima per aver protestato veementemente all’indirizzo del direttore di gara, poi per aver ironicamente applaudito. In una gara così tesa Massa avrebbe potuto lasciar correre sulla prima protesta, mentre la seconda ammonizione è ineccepibile per regolamento. Pochi minuti prima dell’espulsione, Gasperini aveva provato a mettere in campo tutti i suoi giocatori più offensivi e quindi si ritrova in una situazione di equilibrio tattico precario. Ne approfitta l’Inter, che chiude i conti all’87’: Lautaro riceve da Barella in area e conclude di rabbia e potenza, battendo Carnesecchi e ipotecando la partita.

Nel finale, altre occasioni per arrotondare il risultato, ma Frattesi prima si divora un gol solo davanti al portiere e poi Bastoni è leggermente impreciso da posizione favorevole. Da segnalare infine anche l’espulsione per Gasperini, dovuta a proteste reiterate, e Bastoni, che colpisce Maldini. Vince per 2-0 l’Inter e si porta a +3 sul Napoli e a +6 sull’Atalanta, mantenendo un minimo vantaggio sulle rivali prima della sosta; la Dea invece perde ancora contro i meneghini, portando a 8 la striscia negativa di sconfitte contro Lautaro e compagni.

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