L’Aquila e Teramo si schierano con Gravina

10 Febbraio 2015

I club abruzzesi compatti al fianco dell’ex patron del Castel di Sangro nella battaglia all’interno della lega contro il presidente Macalli

La guerra all’interno della Lega Pro si gioca anche in Abruzzo. A maggior ragione perché chi intende spodestare Mario Macalli dalla poltrona di presidente è Gabriele Gravina, ex patron del Castel di Sangro dei miracoli, nonché imprenditore con quartier generale a Sulmona. Il braccio di ferro Macalli-Gravina si gioca (anche) in Abruzzo perché le due cugine di Lega Pro sono schierate in maniera compatta con Gabriele Gravina. Uno dei club che ha spostato gli equilibri a favore dell’ex patron del Castel di Sangro è stato proprio L’Aquila che era rappresentato nel consiglio di Lega da Elio Gizzi, il quale però si è dimesso nel 2014. Adesso i rossoblù fanno parte del gruppo che sta dando l’assalto alla diligenza. Sul carro, in maniera ancor più convinta, c’è Luciano Campitelli, patron del Teramo. Sia lui che Chiodi non hanno partecipato alla riunione dei giorni scorsi convocata da Mario Macalli, a Coverciano.

Il presidente biancorosso sta con Gravina con un ruolo attivo. Ovvero sta cercando anche di fare campagna elettorale per il consigliere federale che vorrebbe diventare capo della Lega. L’ambizione di Campitelli è quella di diventare consigliere di Lega e proprio per coltivarla sta recitando un ruolo attivo nella diatriba. Che, vale la pena ricordarlo, è nata dal licenziamento dell’ex dg della Lega Ghirelli e dalla mancata approvazione del bilancio nel dicembre scorso. Un chiaro atto di sfiducia da parte dei presidenti delle società, guidati proprio da Gravina e Ghirelli. Che per mesi ha decantato le lodi di Macalli, tranne poi schierarsi contro. A combattere la battaglia al fianco di Macalli c’è Claudio Lotito, presidente della Lazio e patron della Salernitana. E’ lui, anche in qualità di consigliere federale, che sta tessendo la tela per cercare di recuperare alcuni “presidenti smarriti”.

E che sia molto attivo lo si evince dalla denuncia del dg dell’Ischia Iodice che ha raccontato di essere stato minacciato da Lotito proprio per il mancato appoggio a Macalli. In questi giorni le società di calcio sono alle prese con alcune scadenze economiche. E, solitamente, la Lega Pro in prossimità di questi appuntamenti invia ai club un acconto dei contributi federali. Solitamente avviene così. Ma c’è da giurarci che così non avverrà a febbraio. E’ Macalli che apre e chiude i rubinetti e questa volta ha tutta l’intenzione di tenerli chiusi di fronte a una maggioranza delle società che gli è ostile. Nulla di illegale, per carità. Ma solitamente è prassi da parte della Lega Pro inviare degli acconti ai club prima delle scadenze in modo tale da regalare un po’ di ossigeno (economicamente parlando) ai presidenti. Ovviamente, il braccio di ferro va avanti. Macalli è “protetto” da Tavecchio e Lotito; Gravina ha il sostegno della maggioranza dei club di Lega Pro. Una situazione imbarazzante destinata a esplodere a breve. Un primo richiamo è già avvenuto da parte del capo del Coni, Malagò. E’ una guerra dei nervi, vince chi li manterrà saldi fino alla fine.

@roccocoletti1

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