PESCARA CALCIO

Morte Aldo Agroppi, il ricordo di Bruno Nobili: "A Pescara mi mise fuori squadra, poi mi chiese scusa”

2 Gennaio 2025

Alcuni degli ex giocatori del Pescara allenati da Aldo Agroppi hanno raccontato il loro legame con il mister che raccolse il Delfino dopo la retrocessione in B”. Bello il ricordo di Massimo Silva e dell’ex capitano biancazzurro Bruno Nobili.

PESCARA. La schiettezza e la sincerità, ma anche le straordinarie doti di allenatore: queste le qualità che emergono, di racconto in racconto, dai ricordi preziosi che di Aldo Agroppi, l’ex calciatore e allenatore toscano morto oggi, 2 gennaio, ci lasciano alcuni di quelli che, nella stagione 1980-81, ebbero l’onore di giocare nel suo Pescara. “Gli devo tutto”, sostiene l’ex attaccante Massimo Silva, che di Agroppi si definisce il figlioccio: “Noi venivamo dalla retrocessione in B e la mia paura era che volessero vendermi, ma quando Agroppi arrivò, disse subito: «Lui rimane», e così mi rilanciò alla grande, perché da lì iniziai a segnare e mi diede uno stimolo fondamentale.”

E di Agroppi omaggia la straordinaria onestà anche l’ex capitano Bruno Nobili: “L’ho sempre rispettato come uomo perché ho grande stima per le persone che sanno chiedere scusa”, e fa riferimento a un episodio preciso di quella stagione: “In quel periodo, durante il campionato, il mister mi mise fuori squadra e per quattro partite non giocai; quando rientrai, vincemmo facendo una grande partita e lui quella sera stessa venne e mi chiese scusa”. E il ricordo di Nobili continua fuori dal campo: “Con alcuni ex della squadra, anni fa, andammo a trovarlo a Piombino, ma anche negli anni più recenti eravamo rimasti in contatto. Lo avevo chiamato qualche giorno fa per fargli gli auguri di natale ma non mi ha risposto, e poi con un messaggio mi ha detto che era ricoverato in ospedale.” Un professionista “serio, che cercava sempre il massimo da tutti” nelle parole dell’ex difensore Giacomo Chinellato e un toscano “intelligentissimo” nel ricordo dell’ex attaccante Bartolomeo Di Michele: “Quando è arrivato la squadra andava bene ma io non segnavo, e lui mi ha detto «Pensa anche per te» e mi ha sbloccato, da quel momento ricordo di aver fatto forse quindici gol in una stagione; mi ha aiutato molto e mi voleva bene, credo me ne volesse in modo particolare”, conclude Di Michele.