Nepa, il motociclista di Roseto che vuole vincere nel ricordo di Marco Simoncelli

1 Gennaio 2025

Il 23enne partito da Cologna non ha dubbi: “Voglio fare bene in Moto 3, questa per me è una stagione decisiva”.

ROSETO. L’immagine collettiva dei piloti del Motomondiale è quella del ragazzo dallo spericolato talento. Ma se parliamo di Stefano Nepa, pilota rosetano di Moto3 pronto per la sua sesta stagione completa, va aggiunto che il classe 2001 è pure un tipo positivo ma molto analitico nel suo lavoro, con un grado di educazione di altissimo livello: un sorriso che non lo abbandona mai, anche a dispetto di qualche incidente pesante vissuto da innocente testimone. Nepa arriva una stagione di grandi cambiamenti, nuovo team e nuova moto. «Decisiva direi. Sarò con la “Squadra Corse SIC 58” di Paolo Simoncelli, papà dell’indimenticato Marco: un onore per me correre con quei colori, insieme raggiungeremo grandi traguardi». Un pensierino alla Moto 2 l’ha fatto? «Ci sono state delle trattative ma restare in Moto 3 con queste condizioni tecniche mi piace. E poi lasciare questa categoria avendo solo sfiorato certi risultati non mi piaceva». Sarete una squadra tutta italiana: con lei l’altro pilota sarà Lunetta. «Ho fatto la scelta migliore: la Honda dal 2024 è in costante progresso, e poi c’è Paolo Simoncelli, l’uomo giusto per caricarmi». La sua carriera è stata sempre in crescendo, spesso a ridosso dei primi. Cos’è mancato per firmare il primo successo? «Ho avuto le mie occasioni, a volte ho sbagliato io, a volte le circostanze non mi hanno premiato. Ma il mio impegno è sempre massimo». In memoria due cadute, nel 2022 a Sepang finì anzitempo la stagione, nel 2023 altra botta ad Austin sempre da incolpevole. Rimettersi in sella è anche una questione di carattere: «Sono state una mia prova di forza, merito che condivido con chi mi aiutato operandomi alla gamba e con chi mi ha seguito nelle terapie». Negli occhi il rientro in sella a Jerez 2023, prima di calendario: occhiali da sole e stampelle, salì in sella anche se i medici predicavano prudenza. C’era da dare un segnale? «Volevo provarci, fare un passo alla volta e capire. Ma i primi giri furono difficilissimi». Durante la gara qualcuno disse che sembrava un Terminator, che ineluttabilmente tornava: «Ricordo al primo giro presi un contatto alla seconda curva che stava per farmi volare via: ero all’ultimo posto, steccato alle caviglie, ma andai avanti e presi un punticino. Una lezione di vita». Poi l’Olanda. Ad Assen poteva vincere, invece in lotta almeno per il podio, fu buttato fuori pista. «Feci più di metà gara in testa, poi entrammo in 4° in staccata con un pilota che rientrò in traiettoria senza guardarmi. Recuperai, ma l’occasione era volata via». Salto in avanti. 2024, la stagione appena conclusa al 13° posto, secondo degli italiani. In Australia un 4° posto a 18 millesimi dal podio dopo aver scontato ben 2 “long lap penalty”. “La gara più bella della mia vita finora” ci disse: «Sembrava la giornata perfetta, guidavo come un missile in un facile videogioco. Il finale fu da brividi: le penalità furono due… e mezza perché il mio compagno di squadra mi si appoggiò al tornantino. Recupero e a pochi giri dalla fine di nuovo terzo: poi un mezzo dritto per colpa mia perdendo una decina di posizioni, ennesimo recupero arrivando all’ultima curva a giocarmi il podio». Qual è il pilota più forte con cui ha condiviso la pista? «Acosta, talento cristallino. È lui il riferimento per tutti, per come è arrivato e sta in Moto GP». Come vede il suo futuro? «L’infortunio mi ha insegnato a vivere il presente pensando un passo alla volta. Davanti a me ho una stagione importante: sono uno dei più esperti e so andare forte: devo mettere tutto insieme e fare il massimo dei risultati in ogni gara. Poi scopriremo se avrò meritato quelle cose a cui si ambisce: passaggio di categoria, moto ufficiale e via così». Quando proverà la nuova Honda? «10 e 11 febbraio primi test in Portogallo e poi quelli ufficiali a Jerez». È in sella seguendo le orme di papà Sandro, ex crossista. Il suo pilota del cuore? «Valentino Rossi, idolo indiscusso». A proposito, potrebbe esserci al via della sua “100 km dei Campioni” a gennaio? «Si e non mi aspettavo pensasse a me dopo questi due anni: ma lui è informato su tutti, si vede che sa che sono di nuovo in piena forma, al 100%».