REGGINA-PESCARA / PARLA L'ALLENATORE
Oddo boccia tutti: «Partita brutta ma con il lavoro ne verremo fuori»
Anche 5 anni fa, a Livorno, nella prima trasferta della stagione, la squadra fece malissimo. Il tecnico: «Non dobbiamo farci prendere dall’ansia»
Cinque anni fa a Livorno, nella prima trasferta della stagione, il Pescara fece malissimo. Quattro gol subiti al debutto con la squadra toscana abile a passeggiare sulle macerie biancazzurre. Alla fine di quel campionato, era il 2015-2016, il Delfino conquistò la promozione in serie A. «Bisogna restare calmi, siamo agli inizi», dice Massimo Oddo. «Ci sta che perdi con una squadra forte come la Reggina, quattro anni fa perdemmo 4-0 con il Livorno... Tuttavia bisogna lavorare ancora tanto», l’analisi del 44enne tecnico biancazzurro dalla pancia del Granillo di Reggio Calabria.
«C’è da lavorare sotto tutti i punti di vista. Ho avuto l’impressione che dopo il calcio di rigore sbagliato da Galano, abbiamo abbassato troppo la guardia e ci siamo intimoriti. Nelle partite ci sono momenti di difficoltà e bisogna saperli gestire». Bocciato senza attenuanti il Delfino. «La Reggina è stata sicuramente superiore a noi. Loro sono molto più pronti e hanno un mese in più di lavoro rispetto a noi a livello di condizione. È stata una brutta partita, chiudiamo questo capitolo e andiamo avanti, senza fare allarmismi». A parte Maistro, squadra imbarazzante e tanti giocatori avulsi dal contesto tattico. Uno su tutti, il terzino Raoul Bellanova, il peggiore insieme a Galano. «È solo una questione di lavoro. Bellanova è un ragazzo alla prima vera esperienza, ci vuole pazienza e tempo. Ha subito molto l’impatto dell’errore sul primo gol e lo ha ripetuto anche sul terzo. Non puoi avere tutti i movimenti alla perfezione dopo cinque allenamenti. Non sono preoccupato, ripeto, la Reggina ci ha surclassato perché ha iniziato a lavorare il 20 luglio e si è notato», continua il tecnico biancazzurro che parla anche del rigore sbagliato da Galano. «I rigori li sbaglia chi ha il coraggio di batterli. Il tiro era buono, ma ha preso il palo. A mio avviso un allenatore non può scegliere il rigorista, devono farlo i ragazzi in base alle situazioni e alle motivazioni». E poi continua. «I gol della Reggina ce li siamo fatti tutti da soli. Arrivavamo sempre secondi e non avevamo la giusta cattiveria. Abbiamo il problema di volere troppo la palla sui piedi e non abbiamo chi va ad attaccare la profondità. Bisogna restare calmi perché siamo all’inizio, non dobbiamo farci prendere dall’ansia perché sono certo che con il lavoro cresceremo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
«C’è da lavorare sotto tutti i punti di vista. Ho avuto l’impressione che dopo il calcio di rigore sbagliato da Galano, abbiamo abbassato troppo la guardia e ci siamo intimoriti. Nelle partite ci sono momenti di difficoltà e bisogna saperli gestire». Bocciato senza attenuanti il Delfino. «La Reggina è stata sicuramente superiore a noi. Loro sono molto più pronti e hanno un mese in più di lavoro rispetto a noi a livello di condizione. È stata una brutta partita, chiudiamo questo capitolo e andiamo avanti, senza fare allarmismi». A parte Maistro, squadra imbarazzante e tanti giocatori avulsi dal contesto tattico. Uno su tutti, il terzino Raoul Bellanova, il peggiore insieme a Galano. «È solo una questione di lavoro. Bellanova è un ragazzo alla prima vera esperienza, ci vuole pazienza e tempo. Ha subito molto l’impatto dell’errore sul primo gol e lo ha ripetuto anche sul terzo. Non puoi avere tutti i movimenti alla perfezione dopo cinque allenamenti. Non sono preoccupato, ripeto, la Reggina ci ha surclassato perché ha iniziato a lavorare il 20 luglio e si è notato», continua il tecnico biancazzurro che parla anche del rigore sbagliato da Galano. «I rigori li sbaglia chi ha il coraggio di batterli. Il tiro era buono, ma ha preso il palo. A mio avviso un allenatore non può scegliere il rigorista, devono farlo i ragazzi in base alle situazioni e alle motivazioni». E poi continua. «I gol della Reggina ce li siamo fatti tutti da soli. Arrivavamo sempre secondi e non avevamo la giusta cattiveria. Abbiamo il problema di volere troppo la palla sui piedi e non abbiamo chi va ad attaccare la profondità. Bisogna restare calmi perché siamo all’inizio, non dobbiamo farci prendere dall’ansia perché sono certo che con il lavoro cresceremo».
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