BEACH VOLLEY
Scampoli, obiettivo Parigi 2024
Domenica il trionfo a Vilnius (Lituania) per la ventenne vastese, in coppia con la Bianchin. Prima abruzzese a vincere una tappa del World Tour
VASTO. Vincere una tappa del World Tour non è da tutti. Claudia Scampoli ci è riuscita a 20 anni, alla prima stagione da beacher seniores. Domenica il trionfo di Vilnius, in Lituania, in coppia con Margherita Bianchin. Mai una giocatrice abruzzese di beach volley era arrivata così in alto. Una gioia che serve a cancellare la delusione per il titolo italiano sfuggito in finale due settimane prima a Caorle. Miglior giocatrice del torneo ai campionati italiani e poi il primo torneo del World Tour in bacheca: Claudia Scampoli corre. Sta andando ogni più rosea previsione. «A 20 anni è un risultato che mi rende felice e mi fa capire che il lavoro viene ripagato, se svolto bene», racconta la vastese che ha conseguito il diploma di liceo Scientifico a Formia, perché da qualche anno si allena al centro federale di Vigna di Valle, a Bracciano. Lì ci sono Ettore Marcovecchio e Caterina De Marinis, tecnici federali, anche loro vastesi. Insieme a Maria Luisa Checchia l’hanno cresciuta, pallavolisticamente parlando. I genitori Michele e Carmen (c’è anche il fratello Domenico in famiglia) l’avevano portata al San Gabriele per fare volley. Un po’ alla volta, però, è passata al beach volley. «A Vasto d’estate c’è grande movimento alla Marina, si organizzano tanti tornei. E Marcovecchio, De Marinis e Checchia mi hanno invogliato a partecipare. Un po’ alla volta è cresciuta la passione, anche perché ero portata, ed eccomi qui». Dal primo torneo, nel 2014, ne ha fatta di strada. Sono arrivate le chiamata alle selezioni del torneo delle Regioni e poi quella della federazione. È una giocatrice di difesa (la meno alta della coppia) con i suoi 178 centimetri di altezza con ampi margini di miglioramento. «Bisogna essere agile e veloce, perché devi correre da una parte all’altra del campo per non far cadere la palla per terra». Una caratteristica della pur breve carriera è rappresentata dai tanti partner cambiati. «È vero, per un motivo o per l’altro, ho giocato con tante ragazze. Prendete quest’anno, dovevo fare coppia con Arianna Barboni, ma si è fatta male. E così la federazione mi ha affiancato Margherita Bianchin che, tra l’altro, vive negli Usa. Tre settimane di allenamento ed è scattata la scintilla. C’è feeling». Ma al prossimo appuntamento (dal 23 al 27 settembre) di Smirne, in Turchia, giocherà con Chiara They, classe 1999. Sarà l’ultimo torneo della stagione. «Non faccio attività indoor», racconta Claudia Scampoli, «d’inverno ci alleniamo per i tornei internazionali che prendono il via da febbraio». Vive dei rimborsi della federazione nella speranza di compiere il salto di qualità.
«È un momento della carriera in cui devo farmi conoscere, collezionando buoni risultati. Si entra nell’ambito internazionale. Cominciamo a girare il mondo, e il livello è ovviamente più alto. Non c’è modo di rifiatare, è una full immersion tra viaggi e partite». L’obiettivo è chiaro: «Il sogno della mia carriera coincide con il progetto tecnico della federazione finalizzato alla partecipazione a Parigi 2024». Tanta strada da fare. «Il nostro è uno sport abbastanza faticoso, oserei dire frustrante. Viaggi in continuazione, si gioca sotto al sole con 40°; a Vilnius, invece, faceva freddo. Allenamenti duri, due volte al giorno. Il beach volley è più selvaggio della pallavolo». E lei, Claudia Scampoli, non molla mai. Sulla sabbia e non.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
«È un momento della carriera in cui devo farmi conoscere, collezionando buoni risultati. Si entra nell’ambito internazionale. Cominciamo a girare il mondo, e il livello è ovviamente più alto. Non c’è modo di rifiatare, è una full immersion tra viaggi e partite». L’obiettivo è chiaro: «Il sogno della mia carriera coincide con il progetto tecnico della federazione finalizzato alla partecipazione a Parigi 2024». Tanta strada da fare. «Il nostro è uno sport abbastanza faticoso, oserei dire frustrante. Viaggi in continuazione, si gioca sotto al sole con 40°; a Vilnius, invece, faceva freddo. Allenamenti duri, due volte al giorno. Il beach volley è più selvaggio della pallavolo». E lei, Claudia Scampoli, non molla mai. Sulla sabbia e non.
@roccocoletti1. ©RIPRODUZIONE RISERVATA