Presidente Pescara calcio, Daniele Sebastiani

L'INTERVISTA/ PARLA IL PRESIDENTE DEI BIANCAZZURRI

Sebastiani: basta errori, ora un Pescara divertente 

«Pronti per disputare un torneo senza soffrire, punto tanto su Capone»

PESCARA. Mancano quattro giorni all’esordio in campionato e tredici alla chiusura del mercato. Il Pescara lavora sul campo sotto lo sguardo attento di Massimo Oddo, ma anche sul mercato, con la triade composta dal presidente Daniele Sebastiani e dal ds Antonio Bocchetti e dal dg Giorgio Repetto. Il presidente del Delfino, tra una trattativa mercato e l’altra, presenta il nuovo Pescara e spiega al Centro quali potrebbero essere gli scenari.
Sulla riapertura degli stadi che cosa pensa?
«Sono favorevole, ma con quali criteri? Così, da quello leggo e sento, con 1.000 persone autorizzate ad entrare allo stadio su invito diventa un problema. Spero che le cose si aggiustino e vedremo più avanti che cosa succederà. In futuro spero che si possa riaprire gradualmente lo stadio, anche al 30%, così almeno possiamo accontentare gli abbonati».
Sulle casse societarie, che impatto avrà la capienza ridotta degli stadi?
«Devastante. Tra mancati incassi al botteghino e sponsorizzazioni perderemo almeno 3 milioni di euro».
Che serie B sarà e quali squadre vede favorite?
«Un campionato bello e avvincente come sempre. Ci saranno 6-7 squadre che partiranno con l’ambizione di promozione; poi, un paio di sorprese, e le retrocesse dalla A che faranno di tutto per puntare alla promozione. La Spal è la favorita, come Brescia e Lecce. Poi dico il Monza, ma anche Cremonese e Salernitana».
Il Pescara dove si colloca?
«Faremo un campionato tranquillo. Non siamo tra le favorite, ma vogliamo metterci in mostra e fare il meglio possibile e non vogliamo soffrire come l’anno scorso».
L’anno scorso che cosa non ha funzionato?
«Abbiamo sbagliato ad accettare le dimissioni di Zauri, per esempio, ma anche a non prendere un sostituto di Tumminello a gennaio».

L’attaccante Christian Capone, 21 anni
Quest’anno su chi punta?
«Su Christian Capone. È un talento e merita la serie A».
Quante pedine mancano per completare la rosa?
«Una punta e due difensori. Poi, se alla fine dovesse capitare una grande occasione, metteremo anche la ciliegina sulla torta».
Dionisi, Asencio, Ceravolo, Melchiorri, Forte e Pettinari, sono alcuni dei nomi accostati al Pescara. Chi prenderebbe?
«Serve un attaccante che faccia gol. Gli unici bomber disponibili, che hanno fatto bene in B l’anno scorso, sono Forte e Pettinari, ma non si possono prendere perché hanno dei costi troppo elevati. Melchiorri non è un nostro obiettivo e prenderei dei profili tipo Asencio o Tutino. Per quest’ultimo siamo alla finestra e aspettiamo».
Capitolo difensori. Si parla di Tuia, Pisacane, Pisacane, Bocchetti, Poli, Antei e Angella. Sono nomi possibili?
«Sono tutti profili che interessano. Antei, che per me è un giocatore forte, sarebbe il terzo difensore in più, oltre ai due centrali da prendere, che sono una priorità. Pisacane è un giocatore che ho chiesto personalmente al Cagliari, ma la società non vuole cederlo».
Sta lavorando per cedere la società o per far entrare nuovi azionisti?
«Sto lavorando su entrambi i fronti, altrimenti andremo avanti noi con grande tranquillità. Ho 2-3 trattative aperte, ma ora pensiamo al mercato e poi vedremo cosa accadrà».
Quanto vale il Pescara?
«Può valere anche 20 milioni, poi, però, bisogna togliere i debiti e le esposizioni, e si può a scendere a 15, ma a certe cifre è impossibile vendere la società. Non saprei quanto possa valere, però a me interessa solo trovare persone serie e ambiziose».
Si è stufato del calcio?
«Non posso continuare così, perché la società deve crescere. Non abbiamo la forza di investire 10 milioni di euro l’anno e, quindi, se dovessero arrivare delle forze fresche in grado di far fare salto di qualità ben vengano, altrimenti rimaniamo noi».
Torniamo a un mese fa. Sottil non viene confermato e puntate tutto su Oddo. Il vostro ex allenatore sperava in un futuro diverso ed è rimasto male perché da Pescara non è arrivata nessuna telefonata.
«Non è vero perché lo ha chiamato il nostro direttore per fare le dovute comunicazioni. L’anno scorso noi siamo retrocessi sul campo e le responsabilità sono nostre come società. Il non voler confermare l’allenatore è solo perché abbiamo voluto dare un segnale di discontinuità. Sottil ha fatto bene, come Zauri e Legrottaglie, ma noi abbiamo deciso di ripartire da zero».

Massimo Oddo, tecnico dei biancazzurri
È vero che ha scelto Oddo da diverso tempo?
«No, assolutamente. Ci siamo sentiti dopo la fine del campionato per mettere in piedi un progetto biennale».
Due anni per tornare in A?
«A Oddo non abbiamo chiesto di vincere il campionato, ma di riportare entusiasmo, di far giocare bene la squadra e di valorizzare i giocatori. Poi se arriva il risultato sportivo bene, altrimenti non sarà un problema. In due anni dobbiamo ricostruire e poi provare a lottare per qualcosa di importante».
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