Daniele Sebastiani, presidente del Pescara calcio

PESCARA / L'INTERVISTA

Sebastiani: mercato da 7, fiducia in Zauri 

Il presidente: «Presi giocatori funzionali al progetto. Rosa extralarge? Non sono d’accordo, l’allenatore saprà gestirla»

PESCARA. Il grande colpo non è arrivato. Di Gaudio, Bonazzoli e Brignola sono sfumati, all’ultimo minuto è arrivato il difensore Drudi dal Cittadella, anche se il Pescara ha fatto un sondaggio con il Sassuolo per il ritorno di Gravillon. Dopo il gong finale del calciomercato, l’allenatore Luciano Zauri si è trovato una rosa di ben 31 elementi. Il presidente Daniele Sebastiani traccia un bilancio e spiega il suo punto di vista dopo la chiusura del mercato.
Sebastiani, soddisfatto delle operazioni di calciomercato del Pescara?
«Sì, molto, perché abbiamo fatto delle operazioni mirate, raggiungendo quegli obiettivi che insieme ai direttori Repetto e Bocchetti ci eravamo prefissati all’inizio dell’estate. Abbiamo costruito una rosa con il giusto mix tra giovani interessanti e pedine esperte di assoluto affidamento».
Alla fine, però, l’attaccante non è arrivato. Perché?
«Mai cercato un centravanti, forse potevamo prendere un esterno, ma l’investimento è stato fatto anche per Bocic, che reputo un giovane molto valido».
L’allenatore Luciano Zauri, però, dopo la partita col Pordenone aveva dichiarato di voler completare il reparto offensivo con l’arrivo di una pedina.
«Certo, ma se ci fosse stata una grande opportunità per un giocatore in grado di spostare i valori in campo. Mi riferisco ad Antonio Di Gaudio. Lui poteva rappresentare un valore aggiunto, ci abbiamo provato, ma è voluto restare al Verona. Zauri ha espresso il pensiero della società, ovvero, se arriva un giocatore in grado di alzare gli equilibri ben venga, altrimenti prenderlo giusto per il gusto di fare un nuovo acquisto non serve a nulla».

Luca Palmiero, 23 anni, mediano biancazzurro

Bonazzoli e Brignola sono sfumati, perché?
«Federico Bonazzoli l’avevo chiesto alla Sampdoria. I doriani mi avevano garantito, che, se fosse partito, sarebbe arrivato a Pescara. I blucerchiati, però, se lo sono tenuti. Per Brignola avevo la parola del suo agente, ma sapeva che a Pescara si sarebbe dovuto mettere in competizione con Galano, che è l’uomo simbolo di questa squadra, e forse, per questo motivo, ha preferito Livorno, dove c’è meno competizione in quel ruolo».
Che voto si sente di dare al mercato del Pescara?
«Sufficienza piena. Direi sei e mezzo, anche sette».
Che serie B si aspetta e quali squadre si giocheranno la promozione in A?
«Ci sono 7-8 squadre che hanno speso diversi milioni di euro per allestire le rispettive rose e faranno di tutto per giocarsi la promozione. Le mie favorite sono Empoli, Frosinone, Benevento e Cremonese. Poi dietro metto Perugia, Spezia e Salernitana».
Il Pescara è da play off?
«Noi puntiamo a fare bene, come abbiamo sempre fatto. Ogni anno abbiamo fatto un campionato da protagonisti e proviamo a farlo anche quest’anno».
La rosa con 31 giocatori non potrebbe creare un problema di gestione per Zauri?
«Forse potevano uscire un paio di elementi, ma va bene così. La rosa è competitiva e non credo che Zauri possa avere problemi di gestione».
Il colpo di mercato qual è?
«Tanti. I giovani, per esempio, come Zappa, Di Grazia e Bocic. Ma non dimentico Chocev, che, quando rientrerà, potrà far fare un bel salto di qualità al Pescara».
Zauri, alla luce anche delle ultime operazioni di mercato, cambierà sistema di gioco o andrà avanti con il 4-3-3?
«L’allenatore può fare quello che vuole. Zauri ha carta bianca e la massima fiducia della società».
Capitolo spettatori. Siete passati dai 3.668 abbonati della passata stagione ai 3.372 di quest’anno. Le tessere sottoscritte sono diminuite e domenica allo stadio c’erano meno di 6mila spettatori. Le dispiace che il pubblico non risponda e continui a fuggire dall’Adriatico?
«Io sono contento di quelli che ci sono e dello zoccolo duro che ci segue sempre, facendo anche tanti sacrifici. È chiaro che farebbe piacere avere più gente sugli spalti in uno stadio grande come il nostro e forse, con il passare del tempo, qualcosa cambierà».
©RIPRODUZIONE RISERVATA