«Stupita di me stessa, ho Pescara nel cuore»
La Pellegrini dopo l’oro e record nei 400 stile ai Giochi del mediterraneo impresa: «Qui ho vinto le mie ansie. La dedica è per i terremotati»
PESCARA. «Fede» si è ripresa quello che Joanne Jackson le aveva tolto il 16 marzo scorso: il primato del mondo nei 400 sl. Non solo, ha fatto di più: ai Giochi del Mediterraneo ha trascinato la staffetta azzurra femminile 4x100 sl sul gradino più alto del podio, mezz'ora dopo il record.
Per la non ancora 21enne (compleanno il 5 agosto prossimo) campionessa olimpica di Spinea è la fine di un incubo, «e non solo perchè ho ritrovato qualcosa che prima mi apparteneva»: le imprese aiutano, figuriamoci a poche settimane dai Mondiali di Roma (17 luglio-2 agosto).
PROBLEMA VINTO. Una gara gestita con la massima regolarità, sempre in testa, come piace a lei. Eppure quell'ansia che l'aveva tormentata e impaurita, sino a procurarle un attacco di panico a Genova e a mandarla in tilt ai Primaverili di Riccione, al punto da non presentarsi ai blocchi di partenza, è riaffiorata ancora, nelle qualificazioni del mattino, chiuse alla grande, con il record (provvisorio, come si è visto) della manifestazione (4'05"11). «E' successo nel primo 50 - racconta Federica Pellegrini - L'ho nuotato proprio male, ma prima di partire ho avvertito una lieve "cosina", come le volte precedenti. Solo che sono abituata a contrastare queste sensazioni, e l'ho superata bene. In vista della finale è andato tutto liscio». E' contenta, perchè «il problemone che mi angustiava è diventato un problemino qui a Pescara, in occasione degli Assoluti, ed essere riuscita a vincere la paura di fare un 400 significa tantissimo per me. Spero di essere nel cuore degli abruzzesi, così come questa città lo è nel mio. Dedico la vittoria anche alle popolazioni terremotate».
GRAZIE ROGGE. Già che ci siamo, il record è un regalo per uno spettatore d'eccezione: Jacques Rogge, il presidente del Cio, testimone oculare della settima impresa iridata della veneta (che lo ha subito fatto presente a tutti, alzando le due mani e indicando il numero 7). «Lo ringrazio per la bella dichiarazione di oggi (ieri, ndr). Ha detto che vinco non per il costume che indosso, ma perchè ho del talento e faccio tanti sacrifici per arrivare a questi risultati». Dunque, lo stimolo a «fare sempre meglio» c'è tutto, anche se si lascia andare agli scongiuri quando le ricordano che ormai è vicinissima ad abbattere il muro dei 4'. «Sinceramente da qui a Roma un po' di paura ce l'ho, perchè se ottengo questi tempi senza aver ancora cominciato il lavoro di scarico, chissà che succederà quando sarò ai Mondiali. Alle volte noi atleti abbiamo paura ad andare troppo forte, ma è normale avere paura. Adesso andiamo incontro ad un periodo più delicato, dove bisognerà dosare al millimetro i metri da fare in acqua e la quantità di allenamento da svolgere». Alberto Castagnetti, Ct azzurro e suo allenatore, abbozza un sorriso e annuncia: «Ha superato la crisi. Ero sicuro che si sarebbe migliorata, ha persino esagerato». Lei si stupisce ancora: «Non vedevo il pubblico esultare, pensavo di essere intorno ai 4'02"-4'03", ma ho accelerato nell'ultima vasca. E lì è venuto fuori il risultato. Sono proprio contenta, ma ai Mondiali sarà durissima: le 8 finaliste saranno vicine fra di loro come tempi, staccate al massimo di un secondo-un secondo e mezzo l'una dall'altra».
IL COSTUME. La "guerra" continua. L'azzurra ha indossato il Jaked, marchio con cui è ai ferri corti, coprendone il logo per rispetto del proprio sponsor: «Se lo userò ancora? E' un grosso punto di domanda, vedremo se mi multeranno. Avrei messo un costume Mizuno ai Giochi, ma ancora non era pronto con le mie misure».
A Pescara la Pellegrini resterà sino a domani, perchè in programma c'è la 4x200 sl, di cui potrebbe essere la trascinatrice (ma la sua presenza è ancora incerta). E poi bisogna vedere Luca Marin, il fidanzato, di scena nei 400 misti. «Per il momento mi prendo una giornata di riposo, forse vado al mare per festeggiare» confida. Cose normali per una campionessa che tutto il pianeta ci invidia.
Per la non ancora 21enne (compleanno il 5 agosto prossimo) campionessa olimpica di Spinea è la fine di un incubo, «e non solo perchè ho ritrovato qualcosa che prima mi apparteneva»: le imprese aiutano, figuriamoci a poche settimane dai Mondiali di Roma (17 luglio-2 agosto).
PROBLEMA VINTO. Una gara gestita con la massima regolarità, sempre in testa, come piace a lei. Eppure quell'ansia che l'aveva tormentata e impaurita, sino a procurarle un attacco di panico a Genova e a mandarla in tilt ai Primaverili di Riccione, al punto da non presentarsi ai blocchi di partenza, è riaffiorata ancora, nelle qualificazioni del mattino, chiuse alla grande, con il record (provvisorio, come si è visto) della manifestazione (4'05"11). «E' successo nel primo 50 - racconta Federica Pellegrini - L'ho nuotato proprio male, ma prima di partire ho avvertito una lieve "cosina", come le volte precedenti. Solo che sono abituata a contrastare queste sensazioni, e l'ho superata bene. In vista della finale è andato tutto liscio». E' contenta, perchè «il problemone che mi angustiava è diventato un problemino qui a Pescara, in occasione degli Assoluti, ed essere riuscita a vincere la paura di fare un 400 significa tantissimo per me. Spero di essere nel cuore degli abruzzesi, così come questa città lo è nel mio. Dedico la vittoria anche alle popolazioni terremotate».
GRAZIE ROGGE. Già che ci siamo, il record è un regalo per uno spettatore d'eccezione: Jacques Rogge, il presidente del Cio, testimone oculare della settima impresa iridata della veneta (che lo ha subito fatto presente a tutti, alzando le due mani e indicando il numero 7). «Lo ringrazio per la bella dichiarazione di oggi (ieri, ndr). Ha detto che vinco non per il costume che indosso, ma perchè ho del talento e faccio tanti sacrifici per arrivare a questi risultati». Dunque, lo stimolo a «fare sempre meglio» c'è tutto, anche se si lascia andare agli scongiuri quando le ricordano che ormai è vicinissima ad abbattere il muro dei 4'. «Sinceramente da qui a Roma un po' di paura ce l'ho, perchè se ottengo questi tempi senza aver ancora cominciato il lavoro di scarico, chissà che succederà quando sarò ai Mondiali. Alle volte noi atleti abbiamo paura ad andare troppo forte, ma è normale avere paura. Adesso andiamo incontro ad un periodo più delicato, dove bisognerà dosare al millimetro i metri da fare in acqua e la quantità di allenamento da svolgere». Alberto Castagnetti, Ct azzurro e suo allenatore, abbozza un sorriso e annuncia: «Ha superato la crisi. Ero sicuro che si sarebbe migliorata, ha persino esagerato». Lei si stupisce ancora: «Non vedevo il pubblico esultare, pensavo di essere intorno ai 4'02"-4'03", ma ho accelerato nell'ultima vasca. E lì è venuto fuori il risultato. Sono proprio contenta, ma ai Mondiali sarà durissima: le 8 finaliste saranno vicine fra di loro come tempi, staccate al massimo di un secondo-un secondo e mezzo l'una dall'altra».
IL COSTUME. La "guerra" continua. L'azzurra ha indossato il Jaked, marchio con cui è ai ferri corti, coprendone il logo per rispetto del proprio sponsor: «Se lo userò ancora? E' un grosso punto di domanda, vedremo se mi multeranno. Avrei messo un costume Mizuno ai Giochi, ma ancora non era pronto con le mie misure».
A Pescara la Pellegrini resterà sino a domani, perchè in programma c'è la 4x200 sl, di cui potrebbe essere la trascinatrice (ma la sua presenza è ancora incerta). E poi bisogna vedere Luca Marin, il fidanzato, di scena nei 400 misti. «Per il momento mi prendo una giornata di riposo, forse vado al mare per festeggiare» confida. Cose normali per una campionessa che tutto il pianeta ci invidia.