processo concluso
Teramo, addio serie B: la squadra torna in Lega Pro
La Corte Federale d'Appello spezza i sogni della serie cadetta per la società biancorossa, confermando tutte le responsabilità di Campitelli e Di Giuseppe. Barghigiani decisivo: la testimonianza del medico non ha sortito gli effetti sperati. Ridotta a tre anni l'inibizione al presidente: "L'Ascoli doveva salire in B"
TERAMO. Il Teramo ha riconquistato il palcoscenico dei professionisti, ma la corte federale d’appello gli ha spezzato il sogno della serie B. Non potrà scrivere il proprio nome al posto della Y presente sul calendario di un campionato che inizierà sabato e che ha inseguito per 102 anni. Ci sarà l’Ascoli al posto del Teramo. Tutta colpa della partita promozione del 2 maggio scorso che la giustizia sportiva – di primo e secondo grado – ritiene combinata. E per questo motivo ha tolto al Teramo la B conquistata sul campo condannandolo a disputare il prossimo campionato di Lega Pro con sei punti di penalizzazione. La sentenza (esecutiva) rappresenta un passo avanti se si considera che si è partiti dalla richiesta della Procura federale di retrocessione in serie D con 20 punti di penalizzazione e che in primo grado era stato condannato alla D. Ma non basta al popolo biancorosso che aveva fatto la bocca alla cadetteria dopo la spedizione romana di giovedì e le difese dei “quattro cavalli di razza” – come li aveva definiti Campitelli – ovvero gli avvocati Cozzone, Chiacchio, Cerulli Irelli e Di Giandomenico. La città di Teramo ha sperato nel miracolo e ieri sera poco prima delle ore 20 è stata gelata dalle notizie giunte da Roma. E’ delusa e amareggiata.
I motivi. Il sogno della serie B è svanito perché la corte di appello federale ha accolto l’impianto accusatorio della procura, ritenendo Campitelli colpevole di illecito sportivo al pari del ds Marcello Di Giuseppe. E ha condannato il Teramo per responsabilità diretta, oggettiva e presunta, alleviando comunque le sanzioni. Ridotta la squalifica dell’imprenditore di Canzano, confermata quella del direttore sportivo di Roseto.
La stessa responsabilità diretta che prevede l’ultimo posto in classifica nel campionato preso in considerazione è stata applicata scegliendo la strada di revocare il titolo di vincitore del campionato. Dal punto di vista giuridico quella emessa ieri sera è una sentenza tutta da decifrare nelle sanzioni. Il Savona ha salvato la Lega Pro. Partirà con sei punti di penalizzazione per la responsabilità diretta, ma ha schivato la retrocessione perché il presidente Aldo Dellepiane è stato prosciolto. D’altronde, era stato tirato in ballo da una dichiarazione de relato di Corda. E su di lui incombeva “solo” l’ombra di un sms equivoco di Barghigiani. L’imprenditore ligure venerdì mattina ha chiesto la parola e ha reso dichiarazioni spontanee davanti alla corte. Campitelli non ha mai parlato davanti ai giudici, nè a Catanzaro nè a Roma.
Testi inefficaci. E nemmeno ha avuto effetto la testimonianza del medico sociale Carlo D’Ugo, inserita nel ricorso dopo la sentenza di primo grado. Probabilmente, non è stata ritenuta credibile al pari delle altre rese davanti al Tribunale federale nazionale. La storia del presidente in albergo, ad Arenzano, al quale vengono somministrate otto gocce di ansiolitico – proprio nel lasso di tempo in cui l’accusa lo “collocava” al fianco di Di Giuseppe da Albisola per definire i dettagli della combine il 2 maggio scorso – non ha convinto la corte. A Campitelli è stata alleggerita la sanzione, visto che è stato squalificato per tre anni, ma sostanzialmente il collegio presieduto da Gerardo Mastrandrea lo ha ritenuto colpevole.
Barghigiani decisivo. Le motivazioni saranno rese note nei prossimi giorni, ma i cardini saranno certamente le dichiarazioni rese da Marco Barghigiani, l’ex consulente del Savona, alla squadra mobile di Catanzaro il 17 giugno scorso. Nell’occasione, infatti, fa mettere a verbale che ha incontrato Campitelli e Di Giuseppe, ad Albisola, prima e dopo la partita quel 2 maggio scorso. La motivazione della trattativa per cedere il Savona non è stata ritenuta credibile. Ma che motivo aveva Barghigiani per mentire sull’avvenuto incontro? Secondo la corte nessuna. E la corte ha creduto all’accusa che ha sostenuto che quell’incontro fosse servito per definire i dettagli della combine. E poi ci sono le intercettazioni con riferimenti indiretti, ma chiari tra i vari protagonisti della vicenda che ha avuto in Ercole Di Nicola il regista dell’operazione. Tant’è che è stata confermata la squalifica per cinque anni con preclusione (l’anticamera della radiazione).
Venerdì, la difesa del Teramo aveva ceduto sulla responsabilità oggettiva, sostenendo che si poteva configurare un tentativo di illecito al fine del calcioscommesse, cercando di immolarsi a protezione di Luciano Campitelli. Un lavoro che non ha sortito i suoi effetti fino in fondo.
E adesso? Le sentenze della corte d’appello federale sono esecutive. Di conseguenza, domani il consiglio federale, a Milano, potrà definire gli organici dei campionati professionistici. E i campionati di serie B e di Lega Pro prenderanno il via nel prossimo fine settimana. Probabilmente, le gare delle squadre ripescate o condannate saranno rinviate. Ma i campionati partiranno. Resta una carta da giocare, quella del Collegio di garanzia del Coni che però potrà fare un esame sulla legittimità del processo senza entrare nel merito. E comunque i campionati saranno già partiti per quando si riunirà la commissione presieduta dall’ex ministro Frattini.
L’Aquila si salva. In primo grado era stata condannata (un punto di penalizzazione) per responsabilità oggettiva, vista la presenza nell’inchiesta di Ercole Di Nicola, ex responsabile dell’area tecnica rossoblù. Ebbene, il ricorso degli avvocati Flavia Tortorella e Marco De Paulis è stato accolto. Confermata, invece, l’ammenda di 25mila euro in relazione al caso Pisa-Torres in cui è stato condannato Ercole Di Nicola.
@roccocoletti1
©RIPRODUZIONE RISERVATA