Tutti con Eusebio Di Francesco, ma la moglie tifa per Federico
Domani Roma-Bologna: padre contro figlio, l’emozione della famiglia Di Francesco alla vigilia della sfida che vede il tecnico e l'attaccante su fronti opposti
PESCARA. Un’intera famiglia con il cuore diviso a metà. Domani sera la Roma di Eusebio Di Francesco ospiterà il Bologna di Federico. Il tecnico sarà in panchina a dare ordini ai giallorossi, mentre suo figlio proverà a rovinargli la rincorsa alle prime posizioni in campo con la maglia dei rossoblù emiliani. Il tutto mentre i parenti hanno speso ore per decidere co chi schierarsi. In realtà la strategia è stata delineata. Quasi tutti preferirebbero una vittoria della Roma, ma per rendere la serata perfetta Federico dovrà segnare almeno un gol. Una posizione non condivisa dalla signora Sandra, moglie di Eusebio, che farà il tifo per Federico. D’altronde, i figli sò piezz'e core, come recita un vecchio proverbio napoletano, e una madre non potrà mai augurare un dispiacere al proprio figlio.
Il motivo della scelta. Gli altri parenti, invece, hanno preso una posizione razionale e oggettivamente legittima. Per questioni legate alla classifica (e agli obiettivi) tutti sarebbero ben contenti per un successo della Roma. L’undici di Eusebio ha l’obbligo di portare a casa i tre punti per non perdere contatto con le prime posizioni (la Roma è 5ª a -7 dal Napoli ma dovrà recuperare la gara con la Sampdoria), mentre il Bologna è 11° a quota 14. La squadra di Roberto Donadoni ha già accumulato 8 punti in più rispetto alle terz’ultime e il raggiungimento della salvezza non dovrebbe essere un’impresa ardua.
La “sofferenza” del tifoso rossoblù. La posizione più scomodo spetta ad Arnaldo, padre di Eusebio e nonno di Federico. Lui è il meno indicato per sperare in un ko dei felsinei. «Oltre al Pescara, faccio il tifo per il Bologna, ma stavolta spero che vinca la Roma. Non credo che i rossoblù abbiano problemi a salvarsi, perciò sarebbe meglio che i tre punti finissero ai giallorossi che hanno obiettivi più ambiziosi. Lo scudetto? È il nostro sogno. Un passo per volta, prima di tutto auguro alla Roma di passare il turno in Champions. In ogni caso, auguro a Eusebio e Federico di continuare a togliersi delle belle soddisfazioni. Entrambi sono buoni, affettuosi e attaccati alla famiglia, come del resto tutti gli altri componenti».
Arnaldo ha sempre seguito Eusebio che a 15 anni e mezzo lasciò l’Abruzzo per giocare con l’Empoli. Una bellissima carriera da calciatore lo portò ad esordire in Nazionale. Poi, appese le scarpe al chiodo, l’inizio della carriera da tecnico e due promozioni (in B col Pescara, in A con il Sassuolo) già in bacheca. Arnaldo si commosse quel 13 giugno del 2010. «Il ritorno del Delfino in B fu un’emozione unica: raggiungere un traguardo così importante alla guida della squadra della sua città».
Eusebio Il Terribile. Anche la signora Silvana, madre di Eusebio e nonna di Federico, spera nella vittoria della Roma e in un gol del nipote. «Così saranno contenti entrambi. Differenze tra padre e figlio? Hanno caratteri diversi. Federico è molto più calmo e pacato, Eusebio da ragazzino era terribile, un diluvio». Il tecnico della Roma è il terzo di quattro fratelli. Il primo è Maurizio che ha rispettivamente due e tre anni di più di Walter ed Eusebio. «Da piccoli ne combinavano di tutti i colori. Sa quante reti ho dovuto comprare? Saltavano e facevano la lotta sui letti sfondandoli. Soprattutto Maurizio ed Eusebio se le davano, mentre Walter era più calmo. Crescendo, Eusebio è diventato più riflessivo e soprattutto ordinatissimo. Non volevo che andasse ad Empoli. Se fosse dipeso solo da me non l’avrei lasciato partire. Anch’io andai via da casa giovanissima (Silvana è originaria del Trentino, ndr) e stare fuori non è semplice. Ci sentivamo tutti i giorni, però è stata dura. Alla fine i tanti sacrifici sono stati ripagati dalla bella carriera. Quando lo vedo sono felice e gli altri figli mi prendono in giro. Ma li amo tutti in egual misura, non è vero che voglio più bene a Eusebio».
Ambizioso e testardo. Walter conferma l’indole esuberante di Eusebio. «Siamo cresciuti in simbiosi. Lui è sempre stato brillante, energico e un po’ esagitato. Voleva primeggiare in ogni cosa. Iniziò col ciclismo, poi passò al calcio. Andavamo a trovarlo ad Empoli, ricordo i suoi diciotto anni. In Toscana vennero i suoi amici di infanzia e festeggiammo lì il suo compleanno. Con il passare del tempo siamo diventati tifosi di Eusebio e delle squadre in cui ha militato. In ogni piazza ha lasciato un buon ricordo, si è sempre legato ad ogni club tant’è che ne ha cambiati pochi. Roma nel cuore? È la più blasonata ed è chiaro che vorrebbe fare una bella figura. Pescara è stata la sua rampa di lancio, poi Sassuolo e ora il compito di guidare una big». Sul nipote Federico. «Non mi aspettavo che arrivasse subito in serie A. I ragazzi di oggi sono spesso appagati, ma lui si è messo a lavorare duramente liberandosi del macigno del cognome. Federico mi ha meravigliato, ha mostrato un carattere eccezionale. Umiltà, sacrificio e altruismo sono tratti che ha in comune con il padre». Anche Walter e Maurizio hanno scelto lo slogan “Vince la Roma e segna Fede”, così come Serena, la più piccola dei fratelli, undici anni in meno di Eusebio, che lavora come marketing manager nell’hotel Dragonara di proprietà della famiglia Di Francesco. Aveva quattro anni quando Eusebio si trasferì a Empoli. «Però ricordo benissimo le lacrime che versai quando se ne andò. Con lui ho ancora un bel rapporto, nonostante sia stato caratterizzato sempre dalla distanza fisica. Com’è Eusebio? Testardo, ostinato e tremendamente preciso, però io non l’ho mai visto come un calciatore o un allenatore. È semplicemente mio fratello e quando vedo i tifosi che si avvicinano per una foto o un autografo mi scappa da ridere. Gli dico: “Sei famoso”! Poi, a Roma, dove io studiavo e lui giocava, ci vedevamo spesso. Nella Capitale il calcio è vissuto con una passione incredibile. Una volta andai a Trigoria e all’uscita c’era un tifoso che gli chiese: «Eusebio, mi fai toccare la tua mano?». Rimasi esterrefatta, mi girai verso Eusebio e gli dissi: “Per caso sei diventato un mago?” Mi fece uno strano effetto, lo presi in giro mio fratello per settimane!». Domani Serena cambierà abitudini. «Generalmente tifo per mio nipote. Se giocano in contemporanea guardo il Bologna, però gli interessi di classifica ci spingono a sperare nella vittoria della Roma». Infine, Luca e Mattia, figli di Eusebio e fratelli di Federico, non sanno da che parte stare. Sperano solo che sia una bella partita!
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