Un po’ di Pepe sul Pescara: devo giocare per essere al top
Il 33enne romano ha giocato tre anni e mezzo a Udine e conosce Del Neri: «Se segno non esulto ma l'importante è fare gol. La nostra situazione non è bella, ma basterà poco per cambiare i giudizi. La strada è lunga»
PESCARA. Una voglia matta di tornare protagonista, magari proprio contro l’Udinese, la squadra che gli ha fatto spiccare il volo. Simone Pepe non vede l’ora di trovare spazio nell’undici titolare. Un infortunio al ginocchio ha rallentato il suo inserimento, ma tra un paio di settimane sarà al top. Intanto, se domenica (ore 12,30) Massimo Oddo dovesse dargli di nuovo fiducia a gara in corso, come è successo contro Inter e Sampdoria, l’ex juventino farà di tutto per lasciare il segno. Più della metà delle partite giocate in A le ha disputate con la maglia bianconera (128 su 243 totali) segnando 18 gol. Una prima avventura da gennaio a giugno del 2006, momentaneamente interrotta nella stagione 2006-07, quando andò al Palermo allenato proprio da Luigi Delneri, l’attuale tecnico dell’Udinese. Poi altre tre stagioni di fila in Friuli dal 2007 al 2010, anno del passaggio alla Juventus, dove incrociò di nuovo Delneri.
Pepe, pronto a sfidare il suo ex maestro?
«A livello fisico mi manca qualcosa, ho bisogno di giocare per essere al top, anche se bisogna rispettare le scelte dell’allenatore. L’importante è che la squadra faccia risultato, ma chiaramente voglio entrare al più presto in condizione per dare una mano ai miei compagni. Domenica troveremo una squadra agguerrita che vorrà batterci a tutti i costi. Conosco bene Delneri, credo che i bianconeri possano beneficiare del suo avvento in panchina. È un allenatore esperto, che non avrà difficoltà ad imporsi in uno spogliatoio composto da tantissimi giovani».
Qual è il suo giudizio sui friulani?
«L’Udinese è una buona squadra, ma il Pescara ha un piccolo vantaggio. Loro sono quasi tutti stranieri che hanno bisogno di tempo per integrarsi. Sono convinto che per fare bene in A serva uno zoccolo duro formato da calciatori italiani».
Se dovesse segnare esulterebbe?
«Intanto troviamolo il gol, poi ne parliamo. Scherzo, non penso di esultare. Udinese e Juventus sono le squadre del mio cuore. Mi hanno dato tanto ed io ho cercato sempre di ripagare la fiducia. Ho ricordi bellissimi e in Friuli sono stato accolto con affetto».
Sarà un vero scontro diretto, visto che entrambe le squadre sono a quota 7 in classifica. Le andrebbe bene un pari?
«Beh, la prima cosa è non perdere. Naturalmente dobbiamo provare a vincere, non scenderemo in campo pensando solo a non prenderle».
Chi bisogna temere?
«L’attacco con Thereau e Zapata è il fiore all’occhiello del club. Si tratta di giocatori forti che si sono già affermati in questo campionato. Per il resto, non credo che l’Udinese possa ambire a chissà quali traguardi, anche loro dovranno lottare per la salvezza».
Non è più l’Udinese di qualche anno fa e i tifosi sono scontenti.
«La delusione è comprensibile. Parliamo di una squadra che di recente ha disputato ottimi tornei, conquistato l’accesso ai preliminari di Champions e giocato l’Europa League. Ritrovarsi a lottare per obiettivi meno prestigiosi può creare situazioni spiacevoli».
I pescaresi aspettano il primo successo sul campo...
«Non dobbiamo fasciarci la testa. La situazione non è bellissima, ma basterà poco per cambiare i giudizi. La strada è lunga, ma siamo fiduciosi».
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