Abusi edilizi, le imprese pagano
Dissequestrata grazie al condono la palazzina di Colleatterrato alto.
TERAMO. Abusi condonati e palazzo dissequestrato. Ieri mattina i vigili urbani hanno tolto i sigilli allo stabile di Colleatterrato alto i cui lavori erano stati interrotti l’anno scorso. Uno stop arrivato prima dall’ufficio tecnico del Comune e successivamente dalla procura per difformità dalla concessione edilizia rilasciata. La palazzina è alta cinque piani con dieci appartamenti. In particolare il pm Stefano Giovagnoni ha contestato un aumento dei volumi che avrebbe consentito di realizzare due appartamenti inizialmente non previsti. Nell’inchiesta della procura sono indagati in sei, tra imprenditori e amministratori delle società coninvolte. Il condono, che in realtà in questo caso si chiama fiscalizzazione, è previsto dalla normativa in situazioni in cui viene riscontrato un abuso parziale.
La richiesta di dissequesto, poi accolta dal giudice Armanda Servino, è stata presentata dal legale Mario Antonietti, uno dei difensori dei sei indagati. Inutile chiedere l’ammontare della spesa, ma è chiaro che si tratta di una cifra a molti zero. Basta pensare, infatti, che la legge prevede il doppio del costo di costruzione al metro quadrato. I conti, dunque, sono presto fatti: molto probabilmente l’operazione di fiscalizzazione con il Comune è costata una somma che oscilla tra 50mila e 100mila euro. Resta in piedi l’azione penale, visto che per i sei indagati per abuso edilizio il magistrato ha chiesto il giudizio immediato. La palazzina venne sequestrata dal gip Marco Billi, su richiesta del pm Giovagnoni, nel dicembre del 2008. I lavori dell’edificio di Colleatterrato erano però fermi già da tre mesi.
Il primo stop, infatti, era arrivato dall’ufficio tecnico del Comune dopo che i controlli dei vigili urbani avevano evidenziato delle difformità dalla concessione edilizia rilasciata dall’ente. In particolare un aumento dei volumi che avrebbe consentito di realizzare due appartamenti inizialmente non previsti. L’indagine, seguita dall’ufficio controllo edilizio della polizia municipale e dall’ufficio di vigilanza del settore urbanistico del Comune, è stata lunga e complessa. E, sempre in tema di abusi, a novembre si terrà l’udienza preliminare per una villa sequestrata a Colleminuccio. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio del proprietario.
La richiesta di dissequesto, poi accolta dal giudice Armanda Servino, è stata presentata dal legale Mario Antonietti, uno dei difensori dei sei indagati. Inutile chiedere l’ammontare della spesa, ma è chiaro che si tratta di una cifra a molti zero. Basta pensare, infatti, che la legge prevede il doppio del costo di costruzione al metro quadrato. I conti, dunque, sono presto fatti: molto probabilmente l’operazione di fiscalizzazione con il Comune è costata una somma che oscilla tra 50mila e 100mila euro. Resta in piedi l’azione penale, visto che per i sei indagati per abuso edilizio il magistrato ha chiesto il giudizio immediato. La palazzina venne sequestrata dal gip Marco Billi, su richiesta del pm Giovagnoni, nel dicembre del 2008. I lavori dell’edificio di Colleatterrato erano però fermi già da tre mesi.
Il primo stop, infatti, era arrivato dall’ufficio tecnico del Comune dopo che i controlli dei vigili urbani avevano evidenziato delle difformità dalla concessione edilizia rilasciata dall’ente. In particolare un aumento dei volumi che avrebbe consentito di realizzare due appartamenti inizialmente non previsti. L’indagine, seguita dall’ufficio controllo edilizio della polizia municipale e dall’ufficio di vigilanza del settore urbanistico del Comune, è stata lunga e complessa. E, sempre in tema di abusi, a novembre si terrà l’udienza preliminare per una villa sequestrata a Colleminuccio. La procura ha chiesto il rinvio a giudizio del proprietario.