Abusi sulla figlia undicenne, padre orco condannato a Teramo
Quattro anni e otto mesi per violenza sessuale, l’indagine dopo la denuncia della moglie
TERAMO. E’ in «quell’invitava la figlia a coprirsi gli occhi», scritto nel capo d’imputazione, tutto l’orrore possibile di una storia di abusi sessuali. Imputato un padre teramano di 60 anni condannato a quattro anni ed otto mesi dal gup Domenico Canosa per abusi sessuali sulla figlia di 11 anni. La sentenza arriva al termine di un rito abbreviato che consente all’uomo di avere la pena ridotta di un terzo.
Ed è una verità processuale di primo grado a raccontare il caso finito in procura dopo la denuncia della mamma a cui la ragazzina ha confidato quello che, in due occasioni, avrebbe subito dal padre quando era solo con lei in casa. Accuse pesanti passate al vaglio delle indagini meticolose del pm Laura Colica e cristallizzate in un incidente probatorio nel corso del quale la minorenne ha ribadito tutto quello denunciato in precedenza, circostanziando luoghi e date.
Accuse per cui ieri pomeriggio l’uomo (di cui non citiamo le generalità per tutelare la minore coinvolta) è stato condannato a quattro anni e otto mesi per violenza sessuale aggravata e per violazione del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla figlia imposto dal tribunale dei minori dopo le indagini.
Al termine del processo, nel quale il pm di udienza aveva chiesto una condanna a cinque anni e quattro mesi, l'uomo è stato invece assolto dall'accusa di stalking nei confronti dell'ex moglie. I fatti contestati all'uomo, che dopo la denuncia era stato raggiunto da un provvedimento di allontanamento dalla casa familiare e di divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai familiari, risalgono al 2013 quando in due occasioni avrebbe molestato la figlia. Fino a che la ragazzina non ha deciso di raccontare tutto alla mamma, che ha immediatamente denunciato l'uomo con il fascicolo arrivato sul tavolo del pm Colica.
L’imputato, nel corso dell’interrogatorio, ha respinto tutte le accuse sostenendo di non aver mai toccato la ragazzina e accusando lei e la madre di essersi inventato tutto. Le indagini si sono concluse con la richiesta di rinvio a giudizio del padre che ha chiesto il rito alternativo dell’abbreviato. E’ ipotizzabile che la difesa, una volta conosciute le motivazioni, impugni la sentenza in Appello.(d.p.)
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