Accusato di tentata rapina, assolto latitante 

Il romeno di 33 anni era finito sotto processo per l’incursione in una casa e le minacce al proprietario

TERAMO. Manca la prova certa che sia stato lui l’autore della tentata rapina. Con questa formula Constatin Bairam, romeno di 33 anni residente a Pescara, è stato assolto dal tribunale in composizione collegiale con presidente Claudia Di Valerio. L’imputato, difeso da Tullio Zampacorta, era accusato dell’incursione di una casa di Valle Canzano e delle successive minacce rivolte al proprietario dell’abitazione che lo aveva scoperto e inseguito. Nei confronti del 33enne era stato emessa anche un’ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Roberto Veneziano e rimasta inapplicata. L’imputato, infatti, si è reso irreperibile rimanendo latitante per tutta la durata del processo che si è chiuso ieri con l’ultima udienza. È stata ascoltata la testimomianza del padrone di casa che, scoperto il ladro mentre rovistava in camera da letto dopo essere entrato attraverso una finestra forzata al piano terra, lo aveva inseguito nel tentativo di bloccarlo.
A quel punto il malvivente, che secondo il racconto del proprietario dell’abitazione aveva il viso coperto da un cappello con visiera calato fino al naso, avrebbe minacciato l’inseguitore con un coltello a serramanico prima di dileguarsi. Bairam è finito sotto accusa per quell’episodio risalente all’aprile dell’anno scorso perché si era trovato quaranta minuti dopo il tentativo di rapina davanti alla casa presa di mira. Il rumeno si trovava a bordo di un furgone che utilizzava per trasportare ferro raccolto sul territorio quando è stato additato come il rapinatore. A riconoscerlo è stato il figlio dell’aggredito, accorso a soccorrere il padre, e di conseguenza nei suoi confronti è scattato l’ordine di arresto. Nel corso delle tre udienze, però, sarebbero emerse incongruenze tra il racconto delle vittime e alcuni elementi della vicenda. Il romeno, stando ai riscontri processuali, non indossava un cappello come quello con cui il rapinatore si era coperto il viso, né una felpa con cappuccio. Anche sul timbro vocale sono rimaste incertezze, per cui è stata disposta l’assoluzione di Bairam.