Acqua solo 5 ore al giorno e i turisti se ne vanno da Silvi
Vallescura, sindaco di Silvi, si appella a Chiodi: «Presidente, non so più che dire alla gente. Ci dia una mano»
SILVI. Puntuale, l’emergenza idrica che imperversa nel Teramano e che sta colpendo in modo particolare l’estremo lembo a sud della costa, cioè Silvi, produce la nefasta conseguenza della fuga dei turisti. Un milanese arrivato da due giorni a Silvi Marina, Enrico Domenico Ferri, chiama il Centro per dire, con garbo e fermezza: «Sono costretto a ripartire, non si può fare una vacanza in queste condizioni. Nel condominio dove sono con la famiglia abbiamo l’acqua dalle 7 alle 12, come facciamo a lavarci dopo una giornata di mare? D’accordo la siccità e le sorgenti a secco, ma l’emergenza potrebbe essere gestita in maniera diversa, erogando quel poco di acqua che c’è in orari serali e informando meglio la popolazione. Consideratemi un ex villeggiante di Silvi, come altri che ripartiranno».
Proteste come questa arrivano tutti i giorni al sindaco di Silvi Gaetano Vallescura, che ieri è sbottato e ha fatto un appello al governatore Gianni Chiodi. Vallescura scrive: «Presidente, non rimane che appellarmi a Lei. Sono mesi ormai che siamo in emergenza idrica, un problema ormai ricorrente da anni al quale non si riesce a porre rimedio. Serve a poco ricordarle che la problematica non è dovuta solo alla siccità di questi ultimi giorni, infatti siamo in emergenza idrica già da giugno. Inutile sottolineare la dispersione di acqua dovuta a reti obsolete, o ad investimenti operati dall’Aca, ad esempio per l’impianto ad osmosi inversa, costato agli utenti circa 500.000 euro e mai messo in funzione, impantanato nei meandri di leggi e leggine poco chiare, dove nessuno ha il coraggio di assumersi responsabilità. Quelle responsabilità che i Sindaci, come Lei ben sa, si assumono quotidianamente, rischiando personalmente nell’interesse dei cittadini. Non so più cosa rispondere ai cittadini e ai turisti, che hanno la sola responsabilità di pagare per servizi non resi, e di doversi fare la doccia con acqua minerale, se non dire con grande imbarazzo di vergognarmi, di appartenere ad una regione che punta sul territorio e sul turismo, e che nonostante sia ricca di sorgenti e di acque eccellenti non riesce a garantire con appropriati investimenti un servizio di primaria importanza. Confidando nella sua sensibilità e nella sua intelligenza, la prego voler intervenire ed interessarsi per porre fine a una sciagura che non dipende solo dalla natura, a mio avviso madre e non matrigna, ma dall’operato degli uomini quasi sempre patrigni».(d.v.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA