Alba, rischiano di annegare: bagnina salva due fratellini
Hanno 11 e 9 anni, devono la vita a una bagnina di Alba. Evitata un'altra tragedia: catamarano si ribalta, ripescato lo skipper dato per disperso
TERAMO. Due bambini di 9 e 11 anni salvati dalle onde, padre e figlio rischiano di affogare, tre persone dell’equipaggio di una barca a vela che scuffia tratti in salvo ieri mattina e un appassionato di surf nel pomeriggio. Infine, alle 17, il più drammatico dei salvataggi di una domenica da dimenticare: quello di uno skipper dato per disperso dopo che il suo catamarano si è ribaltato. Cinque diversi interventi, a opera dei bagnini della società “Meridiani”, della capitaneria e della Croce Rossa, in poche ore tra le acque di Alba, Giulianova, Tortoreto e Scerne di Pineto. Erano le 11,30 quando un bimbo di 11 anni e una bimba di 9, due fratellini residenti ad Alba, si sono ritrovati in balia del mare grosso e sono stati tratti in salvo da Giorgia Marcone, nei pressi dello stabilimento Marechiaro di Alba. I bimbi, forse per distrazione dei genitori o sfuggiti al loro controllo, si erano allontanati dalla riva, spingendosi fino alla seconda secca, incuranti delle onde. A causa delle condizioni del mare, agitato dalle piogge dei giorni scorsi e dal forte vento che ha spirato fino al tardo pomeriggio, non sono riusciti a tornare a riva e hanno cominciato a dimenarsi. La prontezza di riflessi della bagnina ha evitato la tragedia. Nessuna conseguenza, se non un forte spavento per loro e per mamma e papà, per i due piccoli bagnanti. Qualche minuto prima, invece, nei pressi dei camping nella zona nord di Giulianova, due turisti di Caserta, padre e figlio di 50 e 26 anni, a dispetto del mare grosso, si sono allontanati a bordo di un gommone. All’altezza della seconda secca il gonfiabile è stato travolto da un’onda, che lo ha rovesciato. I due turisti si sono così ritrovati in mare e hanno chiesto aiuto. I tre bagnini che si trovavano sul posto, Gianmarco Olivieri, Francesco Di Antonio e Clemente Palermi, già in allerta per le pericolose condizioni delle acque, sono subito intervenuti, raggiungendo a nuoto i due bagnanti. «I due uomini», racconta Domenico Surace, amministratore della “Meridiani”, agenzia di servizi di salvataggio per gli stabilimenti della costa, «erano stati avvisati dai bagnini di non andare in acqua con il gommone perché il mare era ancora agitato e pericoloso, ma non hanno seguito il consiglio». Fortunatamente non ci sono state gravi conseguenze e i due turisti sono stati tratti in salvo coscienti e senza bisogno di rianimazione. Verso le 12.30, una barca a vela Laser 200, con a bordo due donne e un uomo, tutti e tre di Teramo, è scuffiata a circa 500 metri dalla costa di Tortoreto. I bagnini Mattia Di Remigio, Francesco Garreffa e Marco Spada, coordinati da Danilo Sarbini, hanno subito raggiunto l’imbarcazione con il pattino e a nuoto, ricevendo un applauso dalla folla di bagnanti che si era radunata sulla battigia e ha assistito allo spettacolare salvataggio. Sempre a Tortoreto, alle 16, un teramano appassionato di surf è stato tratto in salvo dai bagnini Mirco Iobbi e Davide La Rovere davanti allo stabilimento 4 Palme. Infine si è pensato al peggio quando, alle 17 di ieri, a largo di Scerne è scattato l'allarme per un catamarano che andava alla deriva senza skipper a bordo, il pinetese di 43 anni Enrico Adorante. L'allarme è scattato immediatamente: motovedette della Guardia costiera di Giulianova, Roseto e Silvi, i vigili del fuoco con un elicottero da Pescara e un motoscavo della Croce Rossa di Giulianova sono arrivati sul posto. Solo dopo un'ora nel mare mosso, i soccorritori hanno individuato lo skipper disperso che è salito sul motoscafo della Croce Rossa per essere portato in salvo nel porticciolo di Roseto. «In questa settimana bisogna essere più attenti che mai», conclude Surace, «non bisogna sottovalutare i rischi dell’Adriatico. Chi lo conosce sa che, se si trova in mezzo a due secche, basta una bracciata verso riva per trovare il fondo. Ma chi non è pratico può entrare nel panico. La paura e le onde possono essere fatali anche per esperti nuotatori».
Margherita Totaro
e Federico Centola