Appalti scuolabus a Teramo e Silvi: tutti a processo
Falso e frode nelle pubbliche forniture, abuso, peculato. Rinviati a giudizio anche l'ex assessore alla Pubblica istruzione, due dirigenti ed una dipendente del Comune
TERAMO. In nove, fra i quali i vertici della ditta Fratarcangeli Cocco, l'ex assessore alla Pubblica istruzione del Comune di Teramo, Piero Romanelli e due dirigenti ed una dipendente dello stesso Comune, sono stati rinviati a giudizio dal gup Mauro Pacifico per la vicenda relativa agli appalti per lo scuolabus nei Comuni di Silvi e Teramo. Al centro del fascicolo che ha portato i nove a processo (e che ha riunito due distinte inchieste), presunte irregolarità nell'esecuzione dei due contratti, dalla mancata manutenzione dei mezzi fino all'assenza delle necessarie revisioni, con le indagini che all'epoca partirono dopo diverse segnalazioni da parte dei genitori e numerose violazioni accertate dalla stessa polizia stradale. Irregolarità, quelle contestate dalla Procura, che vedranno i novi imputati comparire davanti ai giudici del collegio con accuse che, a vario titolo di reati ed in base ai diversi ruoli e alle diverse posizioni, vanno dalla falsità ideologica alla frode nelle pubbliche forniture fino all'abuso d'atti d'ufficio, passando anche per il rifiuto di atti d'ufficio, il peculato e l'attentato alla sicurezza dei trasporti. Le indagini, condotte dalla Finanza e dalla Polizia stradale, hanno infatti permesso di accertare, secondo la Procura, una frode nelle pubbliche forniture da parte della ditta appaltatrice del servizio sia rispetto al contratto con il Comune di Silvi che rispetto al contratto con il Comune di Teramo. Frode consistita, sempre secondo l'accusa, in una sistematica carenza nella manutenzione dei mezzi e delle dotazioni di bordo, oltre che delle revisioni periodiche e in costanti violazioni al codice della strada. Per quanto riguarda Teramo, inoltre, vengono contestate in alcuni casi anche la mancanza delle carte di circolazione dei mezzi oltre che delle coperture assicurative. All'ex assessore del Comune di Teramo, così come ad un funzionario ed a un dirigente dello stesso Comune, è contestato come, pur essendo a conoscenza delle problematiche sulla sicurezza dei mezzi, non avrebbero disposto altre attività ispettive impedendo così la rescissione del contratto.