Banca Tercas, stavolta è colpo grosso

Vince la prima partita al Palaskà e lascia l'Enel all'ultimo posto
TERAMO. In fondo al pozzo, adesso, c'è l'Enel Brindisi. Dopo 11 interminabili giornate, grazie alla vittoria (65-57) nello scontro diretto con i pugliesi, la Banca Tercas lascia l'ultimo posto della serie A e può cominciare a credere nella salvezza. È il primo exploit casalingo.
Davanti all'importanza del risultato ottenuto non è neppure il caso di chiedersi se i tanti, troppi momenti di sbandamento sarebbero stati fatali contro un altro avversario. La Banca Tercas, data per spacciata già in estate, deve vivere alla giornata. Ha la forza di conoscere i propri limiti e la consapevolezza di voler crescere. L'apporto di De La Fuente - buono il debutto -, potrebbe essere molto importante, soprattutto dal punto di vista della mentalità. Per ora ci sono solo le certezze dei numeri: la Banca Tercas ha 2 lunghezze di vantaggio su Brindisi e altrettante di svantaggio sulla coppia Sassari-Caserta. Al Palaskà, per quello che è a tutti gli effetti uno spareggio, l'avvio carico di errori offensivi ricalca la tradizione negativa della Tercas. Ci sono, però, una straordinaria determinazione nella fase difensiva e le incertezze di Brindisi a ribaltare il risultato. I teramani ci mettono un'eternità per realizzare il primo canestro su azione, ad opera di Fletcher e, poi, ci prendono gusto. A 3' dalla fine del primo quarto, il tabellone indica un confortante +6 (15-9), destinato a diventare +10 all'intervallo (37-27) dopo aver raggiunto il picco di +12 (35-23) con il primo centro di Zoroski, stranamente con le polveri bagnate ma sempre lucido.
Non mancano i momenti di paura, ad esempio il pareggio dei pugliesi a inizio secondo quarto (15-15), e neppure quelli di pura esaltazione: il 29-22 griffato dal giovane Polonara su assist del debuttante De La Fuente, tanto per dirne uno. L'Enel è sorretta dalla vivacità di Dixon e dalla fisicità di Lang, ma non trova il braccio di Tourè, che chiude i primi due quarti senza punti. In compenso, ha il bombarolo Diawara, che alla sirena del terzo periodo butta dentro la tripla del 45-38. O meglio, i 3 punti che rimettono in pista gli ospiti. Teramo accusa e, come a inizio partita, va in tilt e non prende più il canestro. Bisogna aspettare 2' e mezzo prima che Diener, dalla lunetta, spezzi l'incantesimo. Il viavai dei cambi dà una marcia in più ai pugliesi, capaci di arrivare a -1 dal pareggio in due occasioni (49-48 e 55-54). Ci vuole il cuore dei gladiatori Fletcher e Boscagin per rimettere in piedi la baracca. Poi, sale il cattedra Zoroski e insegna a tutti un concetto basilare: il basket è freddezza e sapienza oltre che muscoli e grinta. Il time out chiesto da Brindisi sul 60-57 porta in dote la tripla di Diawara, ma non affonda Teramo.
Davanti all'importanza del risultato ottenuto non è neppure il caso di chiedersi se i tanti, troppi momenti di sbandamento sarebbero stati fatali contro un altro avversario. La Banca Tercas, data per spacciata già in estate, deve vivere alla giornata. Ha la forza di conoscere i propri limiti e la consapevolezza di voler crescere. L'apporto di De La Fuente - buono il debutto -, potrebbe essere molto importante, soprattutto dal punto di vista della mentalità. Per ora ci sono solo le certezze dei numeri: la Banca Tercas ha 2 lunghezze di vantaggio su Brindisi e altrettante di svantaggio sulla coppia Sassari-Caserta. Al Palaskà, per quello che è a tutti gli effetti uno spareggio, l'avvio carico di errori offensivi ricalca la tradizione negativa della Tercas. Ci sono, però, una straordinaria determinazione nella fase difensiva e le incertezze di Brindisi a ribaltare il risultato. I teramani ci mettono un'eternità per realizzare il primo canestro su azione, ad opera di Fletcher e, poi, ci prendono gusto. A 3' dalla fine del primo quarto, il tabellone indica un confortante +6 (15-9), destinato a diventare +10 all'intervallo (37-27) dopo aver raggiunto il picco di +12 (35-23) con il primo centro di Zoroski, stranamente con le polveri bagnate ma sempre lucido.
Non mancano i momenti di paura, ad esempio il pareggio dei pugliesi a inizio secondo quarto (15-15), e neppure quelli di pura esaltazione: il 29-22 griffato dal giovane Polonara su assist del debuttante De La Fuente, tanto per dirne uno. L'Enel è sorretta dalla vivacità di Dixon e dalla fisicità di Lang, ma non trova il braccio di Tourè, che chiude i primi due quarti senza punti. In compenso, ha il bombarolo Diawara, che alla sirena del terzo periodo butta dentro la tripla del 45-38. O meglio, i 3 punti che rimettono in pista gli ospiti. Teramo accusa e, come a inizio partita, va in tilt e non prende più il canestro. Bisogna aspettare 2' e mezzo prima che Diener, dalla lunetta, spezzi l'incantesimo. Il viavai dei cambi dà una marcia in più ai pugliesi, capaci di arrivare a -1 dal pareggio in due occasioni (49-48 e 55-54). Ci vuole il cuore dei gladiatori Fletcher e Boscagin per rimettere in piedi la baracca. Poi, sale il cattedra Zoroski e insegna a tutti un concetto basilare: il basket è freddezza e sapienza oltre che muscoli e grinta. Il time out chiesto da Brindisi sul 60-57 porta in dote la tripla di Diawara, ma non affonda Teramo.
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