Blitz in decine di aziende In 585 lavorano in nero
Spuntano anche 28 minorenni nel bilancio della direzione territoriale del lavoro Nelle 1.679 ispezioni avvenute del 2012 scoperti sette milioni di imponibile evaso
TERAMO. Quasi seicento lavoratori in nero scoperti nel 2012. La direzione territoriale del lavoro traccia il bilancio di un anno intenso di controlli nei luoghi di lavoro.
Sono 1.679 le verifiche compiute dagli operatori del ministero, coordinati dalla direttrice Fabrizia Sgattoni. «L’intento di arginare il fenomeno del lavoro nero o irregolare», esordisce la direttrice, «e la necessità di recuperare il gettito legato alla contribuzione previdenziale e fiscale ha orientato per il 2012 la programmazione dell’attività ispettiva verso tutti quei settori produttivi che a livello statistico risultato avere un elevato tasso di irregolarità accertata. Un elevato numero di controlli è stato effettuato nel terziario (829 verifiche), seguito nell’edilizia (608), dal settore industriale (185) e da quello agricolo (57)».
Ogni provincia ha caratteristiche diverse, per cui l’attività di ogni Dtl si dirige in ambiti diversi, seguendo un piano concordato con la direzione generale. Teramo ha due caratteristiche: la massiccia presenza di imprese gestite da cinesi e le strutture ricettive sulla costa.
I lavoratori controllati nell’anno appena concluso sono 3.522, di questi quasi la metà, 1.563, sono risultati irregolari e 585 in nero. Sono numeri che parlano da soli e che, secondo la direttrice, non dipendono direttamente dalla crisi in atto ma più che altro da una propensione a non regolarizzare i lavoratori. «Ci sono aziende in cui più del 20% del personale», aggiunge Fabrizia Sgattoni, «è risultato in nero: infatti la Dtl nel 2012 ha adottato 109 provvedimenti di sospensione dell’attività per il superamento della soglia del 20% e 53 provvedimenti di sequestro di cantieri e capannoni per gravi violazioni in materia di sicurezza e salute dei lavoratori. Sono stati trovati 28 minori impiegati irregolarmente, soprattutto nell’ambito dell’attività turistica. Dalle verifiche è emerso anche che gli stranieri irregolari sono 23, tutti nel terziario. Inoltre sono state trovate al lavoro 8 donne, tra gestanti e neo mamme: si tratta proprio dei casi in cui la legge dispone il divieto di adibizione al lavoro per le donne per tutelare la salute della madre e del bambino». I 28 ispettori della Dtl hanno proceduto a “riqualificare” 240 rapporti dichiarati come collaborazione a progetto o associazione in partecipazione, in altrettanti rapporti di lavoro subordinato.
Numerose le violazioni nell’orario di lavoro: 563 casi tra mancato rispetto del riposo settimanale, superamento dell’orario previsto dai contratti collettivi e ore di straordinario non registrate. Particolare attenzione è stata posta sull’autotrasporto: «attraverso i cronotachigrafi controlliamo se sono stati rispettati i tempi di riposo, l’inosservanza da parte dei conducenti può causare gravi conseguenze in quanto aumenta il rischio di incidenti stradali dovuti alla stanchezza», precisa la direttrice. A parte questa, molte irregolarità sono emerse dai controlli effettuati con i carabinieri del nucleo ispettorato del lavoro (nella Dtl di Teramo ce ne sono 3), quelli del gruppo tutela del lavoro di Napoli e delle compagnie locali nelle imprese cinesi esistenti in Val Vibrata, e non solo. Sono due le operazioni, chiamate “Chinajeans” e “Chinajeans 2”, in cui sono stati controllati 395 lavoratori cinesi, di cui 119 sono risultati in nero, fra cui 21 clandestini. In questi laboratori sono stati trovati operai a lavorare in condizioni disumane, anche dal punto di vista igienico e ambientale.
«Complessivamente lo svolgimento dell’attività ispettiva nel 2012», riprende la direttrice, « ha comportato l’accertamento di quasi 7 milioni di euro di imponibile evaso, su cui vanno calcolati i contributi previdenziali e assicurativi e le imposte da pagare, oltre all’acquisizione alle casse dell’erario di più di un milione 100mila euro di sanzioni».
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