Botti illegali, dall’Olanda parte la rogatoria internazionale
I pm olandesi, dopo la trasferta di giugno, hanno avviato l’iter di cooperazione e acquisizione di atti L’azienda ha sempre sostenuto che si tratta di prodotti pirotecnici non suoi ma contraffatti all’estero
TERAMO. L’inchiesta della Procura teramana sui fuochi d’artificio prodotti nella fabbrica di Caprafico, quella in cui un anno fa ci fu l’esplosione con la morte di un dipendente, da tempo ha intersecato l’interesse della Procura di Amsterdam che ha aperto una sua indagine su alcuni prodotti pirotecnici non conformi, in particolare i famosi Cobra, risultati commercializzati all’estero.
Prodotti, ha sempre sostenuto Elio Di Blasio, titolare dell’azienda di Caprafico, che sarebbero frutto di un’attività di contraffazione fatta proprio all’estero ai danni della ditta teramana. Ora c’è una procedura di rogatoria internazionale aperta dall’autorità giudiziaria di Amsterdam a mettere nero su bianco l’interesse per le indagini della Procura teramana. La procedura di rogatoria internazionale, infatti, consente alle autorità estere di ottenere, per lo svolgimento di attività varie, la cooperazione delle autorità italiane. Cooperazione già avviata e per cui nel mese di giugno una delegazione di magistrati olandesi è stata a Teramo per incontrare i pm Stefano Giovagnoni e Silvia Scamurra titolari delle due inchieste. Ad aprile, nel corso di una conferenza stampa, l’imprenditore Elio Di Blasio aveva dichiarato: «Noi non abbiamo mai esportato o commercializzati prodotti in Olanda dove girano molti prodotti contraffatti. Nella mia azienda non si produce più niente dall’anno scorso (l’attività è sospesa dopo l’incidente ndr) e nonostante questo ci sono stati ancora sequestri di prodotti contraffatti. Questo dovrebbe portare a una riflessione. Io posso dire che fino a quando nella mia ditta c’è stata la produzione di materiale tutti i pezzi usciti hanno risposto agli standard di sicurezza previsti. La contraffazione dei prodotti Cobra, di cui su internet, girano vari video, è chiarissima: si tratta di prodotti diversi, con modalità del tutto diverse da quelle seguite nella mia azienda. Da anni personalmente sto portando avanti azioni legali a livello nazionale ed europeo contro la contraffazione dei miei prodotti e per la tutela del marchio comunitario Cobra». La Procura, intanto, ha chiesto che sia un processo ad accertare le responsabilità per l’esplosione nella ditta dei fuochi d’artificio in cui l’anno scorso è morto il dipendente Dino Trignani e un altro è rimasto ferito. Lo ha fatto con una richiesta di rinvio a giudizio per Elio Di Blasio e il figlio Massimiliano. Il primo è indagato nella sua veste di titolare della ditta, il secondo nella sua qualità di datore di lavoro di fatto che, secondo la Procura, avrebbe fornito le direttive operative ai dipendenti. (d.p)
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