Finale amaro a Roseto: l’uomo segnalato non era Massimo, l’ex sacerdote scomparso nel 2019
Gli esiti di ricerche più approfondite hanno disatteso le speranze, lasciando con l’amaro in bocca quanti confidavano nella straordinaria somiglianza con l’ex parroco
ROSETO DEGLI ABRUZZI. Si chiude senza lieto fine il riconoscimento dell’uomo che, nei giorni precedenti, era stato al centro delle moltissime segnalazioni arrivate da Pineto e Roseto degli Abruzzi, e la cui identità sarebbe potuta corrispondere a quella di Massimo Torregrossa, l’ex parroco scomparso nel 2019 da Catanzaro.
Assistiti dall’associazione Penelope Abruzzo e dalle forze dell’ordine, i familiari di Massimo Torregrossa sono arrivati a Roseto nella mattinata di ieri, 22 dicembre, con l’obiettivo di rintracciare e raggiungere l’uomo, un senzatetto che, dalle foto trapelate nel corso delle segnalazioni, mostrava tratti molto simili all’ex sacerdote: i capelli ricci, la fronte alta, l’arcata delle sopracciglia, il colore degli occhi, il naso ricurvo, la bocca sottile e addirittura una cicatrice sull’occhio destro sembravano portare, pur con ragionevole esitazione, verso un dolce epilogo dopo quasi sei anni di ricerche.
Una volta avvicinato, l’uomo si è mostrato circospetto ma disponibile, per poi improvvisamente irritarsi, allontanandosi a passo rapido e trascinando con sé un carrellino identico a quello presente nelle foto segnalate dai cittadini. Allertati i carabinieri, il senzatetto è stato raggiunto dopo qualche minuto di ricerca e portato prima in caserma a Roseto e poi al Comando provinciale di Giulianova per alcune verifiche, previa autorizzazione del magistrato.
Purtroppo gli esiti di ricerche più approfondite, concluse dopo un’intera giornata di accertamenti, hanno disatteso le speranze alimentate nel corso delle ore, lasciando con l’amaro in bocca quanti confidavano nella straordinaria somiglianza che aveva nutrito anche le speranze dei genitori di Torregrossa, giunti a Roseto dalla loro abitazione di Aversa, in Campania.
“Ringraziamo di cuore tutti i rosetani che hanno fornito un grande contributo con le loro continue segnalazioni”, ha commentato la presidente dell’associazione Penelope, Alessia Natali, che ha seguito il caso dall’inizio in sinergia con Penelope Calabria. “Un grazie speciale anche al Comandante della compagnia provinciale dei Carabinieri di Giulianova, così come a tutti i carabinieri di turno, per la grande umanità e per l’energia profusa. Sono stati tutti ineccepibili e ci tengo a ringraziarli, nonostante la delusione per come si è chiusa questa storia”.
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