Delitto di Sant'Omero, il killer si è ucciso strangolandosi sotto il letto

22 Giugno 2017

Enrico Di Luca, 69 anni di Martinsicuro, si è suicidato utilizzando due fascette auto stringenti. Era ricercato per l'omicidio di Ester Pasqualoni. Il capo della polizia Gabrielli: "Non possiamo arrestare tutti gli stalker"

SANT’OMERO. E' stato ritrovato senza vita, strangolato in casa. Enrico Di Luca, 69 anni di Martinsicuro (Teramo), ex investigatore privato, da ieri era ricercato per l'omicidio di Ester Pasqualoni, l'oncologa rosetana di 53 anni in servizio all'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero dove è avvenuto il delitto. L'uomo era fuggito a bordo della sua Peugeot 106 bianca, che già ieri sera era stata ritrovata nel parcheggio condominiale di un'abitazione di cui aveva la disponibilità, in via Baracca 22/A, a Villa Rosa di Martinsicuro. I carabinieri ci sono entrati questa mattina, dopo aver controllato l'abitazione dove risiedeva, a Martinsicuro. I militari lo hanno trovato morto nella camera da letto. Per uccidersi Di Luca ha utilizzato la spalliera del letto, e si è strangolato sotto al letto con due fascette auto stringenti. Probabilmente si è ucciso subito dopo l'omicidio.

E' l'epilogo di un barbaro assassinio. Commesso da chi, a Ester Pasqualoni, diceva di volere bene, ma la perseguitava. Solo le mani amiche del medico del pronto soccorso a cui ha rivolto l’ultimo sguardo hanno provato a strapparla alla morte. Inutilmente. Ester Pasqualoni allunga la lista nera del femmincidio in Italia. E’ l’ultima vittima immolata per l’insofferenza di chi non si rassegna a una storia finita. Quattro colpi di roncola. L’oncologa di 53 anni in servizio al day hospital oncologico dell’ospedale “Val Vibrata” di Sant’Omero è stata uccisa, ieri pomeriggio, intorno alle 15, con quattro colpi di roncola, alla gola e alla nuca prima che potesse salire a bordo della sua nuova Peugeot 208 in sosta nel parcheggio pubblico dell’ospedale.

Conosceva il killer. Ad attenderlo, il killer che lei conosceva. Forse la stessa persona che la vessava, e nei confronti della quale aveva presentato una denuncia per stalking. Il presunto assassino a cui i carabinieri stanno dando la caccia sarebbe un 69enne di Martinsicuro, ex investigatore privato e figlio di un suo paziente. Lei anni fa gli aveva dato anche un incarico. Sarebbe lui l’uomo notato da alcuni testimoni sfrecciare un istante dopo il delitto a bordo di una Peugeot 106 bianca, ritrovata ieri sera proprio a Martinsicuro. Guarda caso nel parcheggio condominiale di una casa di Villa Rosa dove lo stalker della dottoressa aveva a disposizione l'appartamento.

L’agguato mortale. Ester Pasqualoni aveva da poco terminato il servizio in ospedale per tornare a casa quando le è stato teso l’agguato mortale. Ad aspettarla, con in mano la roncola, il suo assassino. Un delitto premeditato, compiuto lucidamente, per togliere la vita a chi da anni, invece, lottava per salvarne tante. Nessuno ha potuto aiutare il medico che prima di finire a terra in una pozza di sangue, ha chiesto aiuto. Le sue urla hanno richiamato l’attenzione di due testimoni.

Roseto, la donna aveva denunciato l'uomo che la molestava

Qualcuno ha visto. Il primo testimone si è affacciato dalla finestra di una palazzina che guarda sul parcheggio che però non ha assistito al delitto a causa delle piante che coprivano la visuale. Un secondo testimone era affacciato alla finestra dell’ospedale. Ha sentito le urla ed ha notato quella vettura bianca sfrecciare. Ha raccontato ai carabinieri di aver visto un uomo calvo e corpulento ma di non essere riuscito a vedere altro. Altre due persone, tra cui una dipendente della Asl, invece si sono accorte del corpo straziato a terra dando l’allarme. E mentre un tecnico della manutenzione impianti chiamava il 112, l’infermiera ha chiamato il pronto soccorso. Di turno c’era Piergiorgio Casaccia, l’ultima persona che Ester Pasqualoni ha visto in volto.

La Asl di Teramo: "Abbiamo perso il baluardo del Day hospital oncologico"

Un lago di sangue. «Sono corso immediatamente ed ho visto questa donna in un lago di sangue», racconta il medico. «Non aveva capito che fosse Ester. Ho notato il volto sfregiato: due fendenti alla gola ed altri due alla nuca. Il cellulare era a terra, la catenina spezzata. Su una delle auto posteggiate vicino al corpo macchie di sangue e impronte come se prima ci fosse stata una colluttazione. Ester mi è morta tra le braccia. Gli ultimi rantoli, i suoi occhi che hanno incrociato i miei, poi lo sguardo perso nel vuoto. Ester non c’era più». I carabinieri di Nereto e della compagnia di Alba hanno chiuso il transito mentre i militari del nucleo investigativo di Teramo hanno iniziato i rilievi coordinati dal sostituto procuratore, Davide Rosati.

Dov’è l’arma? Della roncola nessuna traccia. Il 69enne di Martinsicuro è braccato. Colleghi, conoscenti e pazienti si sono assiepati al di là del nastro bianco e rosso in lacrime. «Amava i suoi pazienti, li seguiva costantemente a tutte le ore», dicono. «Era la colonna del reparto. Rispondeva anche alle due di notte al cellulare». L’oncologa era la speranza degli ammalati di tumore. Ma non è riuscita a difendersi da chi la perseguitava.

Il vicino di casa: era educato e gentile. «Ci salutavamo e poco altro, ma era una persona educata e gentile che rispondeva sempre ai saluti»: così Antonio Piscitelli, pensionato, parla di Enrico Di Luca, il 69enne presunto omicida della dottoressa Pasqualoni. Lo conosceva, anche se solo di vista. «Sapevo che fino a qualche tempo fa viveva in questa casa con il figlio che poi si è trasferito in Francia. Non potevo minimamente pensare - ha detto - che potesse accadere quello che ho saputo». L'uomo ha raccontato di aver visto ieri sera, davanti all'abitazione del 69enne, i carabinieri: «Ho pensato che ci fosse qualche problema con le prostitute che la sera sono lungo la strada, ma mi hanno detto che erano di passaggio per normali controlli. Questa mattina poi ho saputo quello che è accaduto».

Gabrielli: non possiamo arrestare tutti gli stalker. «Per noi questa vicenda è sicuramente una grande sconfitta». Così il capo della Polizia Franco Gabrielli ha parlato dell'omicidio della dottoressa accoltellata davanti all'ospedale di Sant'Omero, in provincia di Teramo, da uno stalker che la vittima aveva denunciato e che l'ha perseguitata per anni. Gabrielli, a margine del convegno "La vittima al centro" che si è tenuto oggi alla Scuola Superiore di Polizia, ha aggiunto che vicende come queste: «sono un imperativo e una sollecitazione a tenerle sempre e comunque nel debito conto» perché «le vittime devono essere i soggetti primari della nostra attività, soprattutto nei reati di genere». Il prefetto ha ricordato che «oggi ci sono strumenti come l'ammonimento, l'allontanamento, che prima non c'erano» ma che «in alcune situazioni, come quella nel teramano, non sono stati sufficienti». «Purtroppo - ha aggiunto Gabrielli - questo può accadere. Questi comportamenti hanno una gamma di modalità di che può portare anche a situazioni tragiche, ma non è che possiamo incarcerare tutti gli stalker». Il prefetto Gabrielli ha comunque sottolineato l'importanza della denuncia: «l'unico strumento perché le forze di polizia, la magistratura siano in grado di poter adeguatamente intervenire». Ed infine ha esortato alla prevenzione «soprattutto di natura culturale». «Io credo che ancora un passo significativo su questo versante debba essere fatto». «Fino a che ancora molti maschi considerano le donne come oggetto, come proprietà - ha concluso - questo inevitabilmente dà luogo a queste situazioni. Quindi la repressione è importante, l'attenzione alla vittima è fondamentale ma anche il contesto sociale, che a volte è molto subdolo e molto pervasivo, e anche dove si immagina che a parole i diritti delle donne siano riconosciuti, nei comportamenti questo non lo è».

Conobbe il suo carnefice nel 2005. Ester Pasqualoni, la dottoressa di 53 anni uccisa nel parcheggio dell'ospedale Sant'Omero dove lavorava, e il suo presunto omicida, Enrico Di Luca, di 69 anni, trovato suicida questa mattina a Villa Rosa di Martinsicuro, si conoscevano dal 2005. La conoscenza avvenne attraverso il padre dell'uomo, malato di tumore e curato nel day hospital di Sant'Omero. Nell'esposto presentato dalla donna, dicendo di temere per la propria incolumità, nel gennaio del 2014, la dottoressa parlava di una «relazione di amicizia» con l'uomo, che andava avanti da circa dieci anni. Si era sempre «comportato bene», sino alla fine del 2013, quando la dottoressa aveva cominciato a ricevere messaggi insistenti. In alcune occasioni lo aveva trovato sotto casa e nei luoghi da lei frequentati. Nell'esposto non si parla di aggressioni o minacce, ma di attenzioni insistenti e continue. La dottoressa aveva anche indicato dei testimoni, subito ascoltati dalla Polizia.

A Roseto lutto cittadino. Lutto cittadino per i funerali di Ester Pasqualoni, l'oncologa uccisa ieri a Martinsicuro: a proclamarlo il sindaco di Roseto, città dove Ester viveva, Sabatino Di Girolamo, che in una nota sottolinea come l'omicidio abbia scosso profondamente la città. «È una morte assurda che colpisce profondamente tutta la nostra comunità» - dichiara il primo cittadino - Ho già predisposto il decreto per il lutto cittadino in occasione dei funerali che, ad oggi, non sono stati ancora decisi ma che presumibilmente ci saranno sabato 24. Il mio personale pensiero e quello di tutta la città, in questo momento, è rivolto ai familiari e in particolare ai due figli minorenni». Il sindaco sottolinea come non conoscesse personalmente la dottoressa, ma come tutti ne parlassero come di una persona «adorabile e una professionista di altissimo livello, amata da tutti i pazienti e rispettata da tutti i colleghi dell'ospedale di Sant'Omero». Sul fatto che la donna si fosse già rivolta alle forze dell'ordine il primo cittadino osserva come «sconcerta che nel 2017 si possa morire in questo modo ed è un ulteriore dramma la sua richiesta di aiuto caduta nel vuoto. Dobbiamo lavorare ancora molto, per fare in modo che fatti del genere debbano essere solo un triste ricordo e un monito continuo del rispetto della vita altrui, in particolare delle donne».