Duello sui macchinari dell’Atr

Colonnella: società di leasin g si riprende un’attrezzatura, uno dei soci blocca gli altri prelievi shock

COLONNELLA. Atr, c’è qualcuno che rema contro. E’ un’ipotesi plausibile se si valuta a mente fredda la situazione di un gruppo industriale specializzato in produzioni in fibra di carbonio che fino a qualche giorno fa era addirittura oggetto di una contesa fra i due soci che l’hanno acquisita dall’amministrazione straordinaria, Valter Proietti e Primo Massi. E forse lo è ancora. Ma dal 31 ottobre sono arrivate negli stabilimenti dell’area industriale di Colonnella le aziende di leasing proprietarie dei macchinari. Un macchinario, finora inutilizzato, è stato smontato e portato via. Venerdì scorso Proietti - il socio, che è anche titolare dell’Oma sud, azienda che opera nel settore a Santa Maria Capua Vetere - ha incontrato due di queste aziende di leasing per arrivare a un accordo.

La supposizione è che qualcuno che sia interessato al tracollo dell’Atr stia lavorando nell’ombra. «Bisogna al più presto chiarire la situazione», esordisce Giampiero Dozzi, segretario della Fiom Cgil, «noi da tempo abbiamo chiesto un incontro al ministero e con la procedura, ma siamo ancora in attesa. Inoltre deve essere avviato al più presto un confronto fra sindacati e proprietà. Ognuno dei due soci chiarisca quali sono i suoi progetti per l’Atr group. Non accetteremo da nessuno tentativi per arrivare alla liquidazione e alla revoca dell’affidamento da parte della procedura».

«Tutte le difficoltà sorte negli ultimi giorni derivano dalle lunghe trattative fra i due soci: pare che uno debba uscire e uno debba acquistare tutto. Ma questa situazione di incertezza va risolta al più presto. Non credo che le aziende di leasing allo stato attuale rappresentino un problema, ma è fondamentale risolvere il tutto entro breve, altrimenti si rischia la liquidazione», commenta Antonio Liberatori, segretario della Fim Cisl. Anche Gianluca Di Girolamo, segretario della Uil, ritiene urgenti incontri con l’attuale proprietà e anche con il ministero e la procedura. In questo caso i sindacati hanno presentato una richiesta il 24 ottobre, finora senza risposta. «Non ci spieghiamo come mai», osserva Di Girolamo, «riteniamo che questo atteggiamento di indifferenza rispetto alle nostre richieste sia poco rispettoso degli effetti negativi che può produrre, cioè scelte diverse rispetto alla continuità aziendale». E sottolinea che un’eventuale revoca dell’affidamento avrebbe «effetti negativi sui lavoratori della nuova società, che non avrebbero appieno tutti gli ammortizzatori sociali. Non saremo indifferenti rispetto ad atteggiamenti di singoli, volti solo a una speculazione e non ad atteggiamenti propositivi».

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