E’ record di disoccupati: a Teramo sono 60mila
L’allarme della Cisl: dilaga il precariato selvaggio, il 68% dei contratti è a tempo Scuteri: «Più di seimila sono “a chiamata”, si viene convocati giorno per giorno»
TERAMO. Lavoro col contagocce. Lavoro sempre più precario, tanto da sfociare nel lavoro nero.
E’ questo il quadro a tinte fosche che descrive il segretario generale della Cisl, Antonio Scuteri, che denuncia in provincia di Teramo il ricorso selvaggio dei contratti a chiamata, co.co.co., tirocini formativi, interinale e apprendistato.
La mole di coloro che cercano lavoro nel Teramano è in continua crescita: ai centri per l'impiego erano iscritti al 31 dicembre 2012, 60.301 disoccupati, di cui 18.677 sotto i 30 anni e 11.310 ultracinquantenni. «Un paradosso è che nel 2012 ci sono stati 55.944 licenziamenti e nello stesso periodo 54.036 assunzioni», esordisce Scuteri, «si tratta di lavoro “super precario” in cui magari la stessa persona viene assunta e licenziata più volte, cioè ha più contratti di lavoro nel corso dell’anno. Ogni giorno che passa, il mercato del lavoro in provincia di Teramo è sempre più flessibile e precario poiché costituito quasi esclusivamente da contratti a tempo». In un anno le assunzioni a tempo sono state 36.977, cioè i due terzi del totale o il 68%, se si preferisce.
Il segretario della Cisl parla di un «un abuso selvaggio di contratti a chiamata, co.co.co., tirocini formativi, interinale e apprendistato». In particolare c’è stato un vero e proprio exploit del contratto a chiamata: nell’ultimo anno ce ne sono stati più di seimila. Si tratta di un contratto di lavoro subordinato con il quale il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per svolgere prestazioni di carattere discontinuo o intermittente. «La ditta ha in pratica la facoltà di chiamare il lavoratore due, tre, quattro o più volte al mese», spiega Scuteri, «è una tipologia di contratto che si presta a nascondere il lavoro nero: in realtà il lavoratore presta la propria opera per più giorni ma in busta paga ne figurano molti di meno. Sull’abuso di questi contratti, ma anche dei tirocini formativi, chiediamo un incontro all’ispettorato del lavoro perchè si pianifichino controlli mirati. E' chiaro, per chi conosce le attuali modalità e agevolazioni riguardanti le assunzioni, che queste vengono, in gran parte, irregolarmente utilizzate dagli imprenditori non per qualificare le proprie aziende e investire in capitale umano per valorizzare i lavoratori attraverso l'aggiornamento professionale e la eventuale acquisizione di nuove professionalità. Ma solo per avere gli sgravi contributivi e fiscali per abbattere il costo del lavoro; una generale precarietà e mano libera sui lavoratori alimentando, nel contempo, concorrenza sleale, mancato rispetto dei contratti di lavoro e lavoro nero. Occorre, allora, da subito, per rendere il lavoro regolare, sicuro, professionale e stabile, coinvolgere anche il mondo del lavoro (sindacati e imprenditori) nel governo del mercato del lavoro attraverso l'utilizzo virtuoso degli ammortizzatori, della formazione e del collocamento».
Scuteri parla di politiche attive del lavoro in grado di assicurare ammortizzatori sociali tali da garantire anche nei periodi di non lavoro, il salario pieno. Ma anche un contestuale percorso di formazione continua per creare nuove professionalità e ricollocare chi perde il posto e «un più efficace servizio di incontro tra domanda e offerta di lavoro attraverso una rete di collocamento pubblico (centro per l'impiego) e privato che veda il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali e imprenditoriali per tramite degli enti bilaterali. Ciò sarà utile anche per tenere la politica fuori del mercato del lavoro privato».
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