sanità

Fagnano: "Dovrò violare la legge per far funzionare gli ospedali di Teramo"

Stanno per scadere 336 contratti a tempo o interinali e una norma regionale vieta di prorogarli. Il direttore generale non ci sta: "Procederò alle assunzioni essenziali per l’erogazione del servizio"

TERAMO. Un’estate da lacrime e sangue negli ospedali della provincia di Teramo. È questa la prospettiva che fa intravedere il direttore generale Roberto Fagnano, che si prepara a gestire la più grande emergenza dal suo insediamento. Si tratta della scadenza dei contratti: alla Asl sono 336 i precari, cioè personale a tempo determinato o con contratti interinali. Tutto nasce dal decreto numero 5 dell’11 febbraio 2015 emanato dalla Regione, che applica un principio più che condivisibile ma dagli effetti nefasti se calato in una realtà che non è pronta ad accoglierlo. E, soprattutto, che si dibatte in una cronica carenza di personale. Il decreto prevede l’applicazione dell'articolo 9 del decreto legge 78 del 2010 in cui si stabilisce che bisogna ridurre del 50% rispetto al 2009, la spesa per il personale flessibile. In sostanza la Asl si trova a poter spendere la metà della cifra spesa nel 2009: il taglio ammonta a circa tre milioni e mezzo di euro

. Quindi non potrà rinnovare i contratti in scadenza, in quanto il tetto di spesa per il 2015 è stato raggiunto. Fagnano definisce la situazione «drammatica». E visto che non c’è stato alcun ripensamento formale in ordine al blocco assunzioni a tempo determinato da parte della Regione, il direttore generale si trova a fare scelte importanti. Chiudere interi reparti o violare il decreto della Regione. Fagnano non è nuovo a questo tipo di assunzione di responsabilità. L’ha già fatto con l'apertura della risonanza magnetica all’ospedale di Giulianova, quando qualche mese fa ha deciso di ignorare una sospensiva del Tar. E adesso si appresta a ignorare il decreto della Regione.

«Violerò la norma e procederò alle assunzioni essenziali per l’erogazione del servizio», annuncia. Il tono delle parole è grave: evidentemente Fagnano sa che i prossimi mesi saranno difficili da gestire. «Tutto questo perchè la Asl di Teramo storicamente ha pochissimo personale», spiega il direttore generale dell’azienda sanitaria teramana, «se si tratta di stringere la cinghia, ci riesce chi parte avvantaggiato avendo maggiori disponibilità di personale. Noi no». I numeri parlano chiaro. La Asl di Teramo è quella che spende meno, fra le quattro Asl abruzzesi, per il personale: 169 milioni. Il divario con le altre si fa evidente se si considera il numero di posti letto pubblici. Nelle altre province, infatti, esistono case di cura private che contribuiscono a formare l’offerta sanitaria. A Teramo, in effetti, i privati non ci sono e tutta la domanda di sanità si riversa sugli ospedali. Quindi alla fine il rapporto fra la spesa per il personale e i posti letto, che sono 945, è di 178.854 euro, di gran lunga il più basso d'Abruzzo. L’assegnazione per il personale della Asl di Teramo – per dare un’idea – è inferiore di più di 24 milioni di euro rispetto a quella dell'Aquila, che ha pure 75 posti letto in meno. Il problema non è nuovo: la Asl di Teramo da anni si trascina assegnazioni più basse, fatte appunto sulla spesa “storica”. Come a dire: se eri penalizzato l'anno scorso e quello prima pure, allora lo sarai anche quest’anno e il prossimo.

Qualcuno a questo punto potrebbe dire: la Regione ultimamente ha autorizzato la Asl a bandire concorsi per parecchie decine di figure. Ma per espletare tutta la procedura, dal bando alle prove, ci vuole più di un anno. In mezzo ci sono 12 mesi, fra cui un’estate, in cui la situazione sarà al limite. Fagnano non vede alternative: per garantire adeguate prestazioni sanitarie ai malati teramani dovrà ignorare in parte il decreto. Il governatore Luciano D'Alfonso, d’altronde, in una nota ha precisato che la riduzione del 50% della spesa rispetto a quella sostenuta nel 2009 è solo «un obiettivo tendenziale». Ma il decreto è chiaro: i direttori generali che non ottemperano saranno accusati di illecito disciplinare, andando incontro anche ad una responsabilità erariale.