Fondi Pnrr utilizzati per altro: due indagati e soldi sequestrati
Nel mirino concessionaria d’auto, fratello e sorella accusati di malversazione di erogazioni pubbliche Sono coinvolti anche in un’altra inchiesta dopo aver chiesto fondi per una piattaforma e-commerce
MOSCIANO. Fondi comunitari del Pnrr usati per scopi diversi da quelli per cui sono stati assegnati: un sistema collaudato che diventa scandalo solo con l’inchiesta della magistratura. È lo specchio dell’Italia dei furbi e delle regole da aggirare, sempre e comunque, quello in cui si riflette l’inchiesta aperta dalla Procura europea di Roma su un’impresa di Mosciano operante nel settore delle riparazioni meccaniche di auto con concessionaria.
La società ha beneficiato di 75mila euro di fondi europei destinati a finanziare la partecipazione a una fiera internazionale nel settore automobilistico tenutasi in Germania nel 2022, ma per l’accusa i fondi non sarebbero stati usati per questa finalità. Parte dei soldi sarebbe stata utilizzata per acquisti di natura aziendale e parte sarebbe rimasta sul conto corrente. La Procura europea ha chiesto ed ottenuto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di 67mila euro nei confronti della società: sequestro che è stato eseguito dalla guardia di finanza della compagnia di Giulianova guidata dal capitano Massimiliano Cerra.
Il finanziamento di 75mila euro, pari al 50% di quello concesso, è stato erogato da Simest Spa, società del gruppo Cassa Depositi e Presiti, mediante l’utilizzo di fondi comunitari legati al Prr. Dopo le indagini, è stata bloccata l’erogazione di una seconda tranche di fondi richiesti per ulteriori 75mila euro. Rappresentante legale e un suo familiare con quote societarie, fratello e sorella, sono indagati per il reato di malversazioni di erogazioni pubbliche, mentre la ditta è indagata per responsabilità amministrativa degli enti.
Ma la Procura europea ha aperto un secondo fascicolo d’indagine nei confronti dell’impresa teramana che aveva chiesto un altro finanziamento comunitario di 200mila euro (non concesso) per una piattaforma e-commerce. In questo caso, secondo l’accusa, l’impresa avrebbe utilizzato documentazione falsa per dimostrare il requisito della professionalità del tecnico incaricato di portare avanti il progetto di e-commerce.
Va detto che nel 2023 su un totale di 1.371 indagini aperte in tutti i paesi dell’Eppo (European Pubblic Prosecutor’s, Office) 556 indagini sono parte di reati legati all’Italia. E sul totale di 12,28 miliardi di euro, il valore dei casi italiani ammonta a 6,02 miliardi di euro. Ma a pesare nel 2023 sono state soprattutto le indagini relative al Pnrr, con 179 indagini italiane su un totale di 233 condotte dall’Eppo. L’azienda di Mosciano è in “ottima” compagnia.
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