Gasdotto esploso a Pineto, il pm: ipotesi di incendio e crollo colposo
Sopralluogo del magistrato a Mutignano. Sul posto anche il governatore D’Alfonso. E intanto è ancora confronto aperto sulle responsabilità:la Forestale che esclude frane, mentre l’Enel si dichiara estranea
PINETO. Sopralluogo del magistrato, stamani, in frazione Mutignano di Pineto, nell'area in cui ieri si è verificata l'esplosione del metanodotto Snam che va da Cellino Attanasio a Bussi. In procura è stato aperto un fascicolo, ma al momento non risultano indagati. Non è stato ancora nominato il perito che dovrà effettuare gli accertamenti nell'area. Presenti sul posto i componenti della famiglia Ferretti che non sono in ospedale.
Le condizioni dei feriti. Intanto dalla direzione sanitaria dell'ospedale di Atri fanno sapere che restano ricoverate le quattro (delle otto) persone rimaste ferite, tra cui un bambino di dieci anni, le cui condizioni non destano preoccupazione. La madre, che ha riportato ustioni di secondo grado su dorso, gambe e glutei ha una prognosi di 20 giorni; per gli altri prognosi comprese tra i 10 e i 15 giorni. Sei, in tutto, le persone dimesso già ieri, visitate in ospedale principalmente per stati ansioso emotivo conseguenti allo choc.
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Le ipotesi di reato. Il pubblico ministero della Procura di Teramo Silvia Scamurra, al termine del suo sopralluogo sull'area dell'esplosione del metanodotto di Mutignano ha spiegato che il fascicolo aperto riguarda i reati di incendio colposo e crollo colposo. Tutta l'area resta sotto sequestro per l'eventuale perizia e sul luogo stanno facendo i rilievi i componenti del nucleo antincendio di Roma dei Vigili del Fuoco. Sul posto anche il governatore, Luciano D'Alfonso. E intanto è ancora confronto aperto sulle responsabilità, da una parte la Forestale che esclude frane, mentre dall’altra l’Enel si dichiara estranea alla vicenda.