Giocatori ricattati nelle bische
Costretti a firmare assegni post datati dopo aver perso una fortuna.
TERAMO. Giocatori ricattati nelle bische con estorsioni ed usura: la procura di Teramo indaga sul vasto giro scoperto dopo l’inchiesta aperta dai magistrati di Ancona. Due i blitz fatti nei mesi scorsi dalla squadra mobile in altrettanti circoli privati trasformati in bische: uno a Martinsicuro e uno a Giulianova.
Nell’inchiesta dei magistrati della città dorica chiamata “Casinò Royale” ci sono 124 indagati, tra cui anche alcuni teramani. Per tutti le accuse sono quelle di estorsione, usura, riciclaggio e reimpiego di denaro proveniente da attività illecite e altri reati connessi alle varie normative bancarie. Il procedimento penale, originariamente istruito ad Ancona, è stato successivamente stralciato: una parte è rimasta nelle Marche, mentre gli altri filoni sono stati inoltrati alle procure di Venezia, Perugia, Macerata e Teramo, procure di competenza visto i reati scoperti sul territorio dalla polizia.
IL MECCANISMO. Secondo investigatori ed inquirenti alcuni biscazzieri di Ancona e dintorni, con la presunta compiacenza di un importante casinò del Nord Italia e di alcuni porteur (persone conosciute nei casinò e fidate che accompagnano i nuovi) avevano ideato un sofisticato sistema per far reperire denaro alle vittime, tutte giocatori d’azzardo, che avevano maturato ingenti debiti nelle loro bische, tra cui quelle scoperte anche a Giulianova e Martinsicuro. Dopo aver fatto indebitare i giocatori questi ultimi venivano accompagnati nei casinò, dove, grazie a un noto porteur, venivano accreditati. Qui, sfruttando il sistema del cambio assegni, ottenevano denaro contante. I giocatori dopo aver impiegato assegni post-datati per ottenere le fiches, e dopo avere effettuato giocate di piccoli importi, riconvertivano le fiches in denaro contante e se ne andavano con il denaro in mano. Gli importi venivano quindi ceduti ai creditori a saldo dei debiti maturati nelle bische. Alla scadenza, l’assegno utilizzato al casinò veniva sostituito con un altro assegno di maggiore importo e così via, sino a far crescere il debito a dismisura.
I BLITZ A MARTINSICURO E GIULIANOVA. Ad Ancona le indagini sono state portate avanti dalla squadra mobile, che nei filoni aperti negli altri territori ha coinvolto i colleghi delle varie questure. A Teramo le indagini sono state affidate alla squadra mobile guidata da Gennaro Capasso. Muovendosi nell’ambito delle direttive arrivate inizialmente su disposizione della procura anconetana, la polizia nei mesi scorsi ha fatto bue blitz in altrettante bische clandestine: una a Martinsicuro e l’altra a Giulianova. Il risultato è stata la scoperta del sistema denunciato dai magistrati anconetani, con giocatori d’azzardo indebitati costretti ad andare nei casinò dove, grazie da una persona conosciuta che li accompagnava, venivano accreditati. Portavano assegni, ottenevano denaro e giocavano. Con i soldi pagavano i creditori. Un meccanismo con cui s’indebitavano fino al collo.
Nell’inchiesta dei magistrati della città dorica chiamata “Casinò Royale” ci sono 124 indagati, tra cui anche alcuni teramani. Per tutti le accuse sono quelle di estorsione, usura, riciclaggio e reimpiego di denaro proveniente da attività illecite e altri reati connessi alle varie normative bancarie. Il procedimento penale, originariamente istruito ad Ancona, è stato successivamente stralciato: una parte è rimasta nelle Marche, mentre gli altri filoni sono stati inoltrati alle procure di Venezia, Perugia, Macerata e Teramo, procure di competenza visto i reati scoperti sul territorio dalla polizia.
IL MECCANISMO. Secondo investigatori ed inquirenti alcuni biscazzieri di Ancona e dintorni, con la presunta compiacenza di un importante casinò del Nord Italia e di alcuni porteur (persone conosciute nei casinò e fidate che accompagnano i nuovi) avevano ideato un sofisticato sistema per far reperire denaro alle vittime, tutte giocatori d’azzardo, che avevano maturato ingenti debiti nelle loro bische, tra cui quelle scoperte anche a Giulianova e Martinsicuro. Dopo aver fatto indebitare i giocatori questi ultimi venivano accompagnati nei casinò, dove, grazie a un noto porteur, venivano accreditati. Qui, sfruttando il sistema del cambio assegni, ottenevano denaro contante. I giocatori dopo aver impiegato assegni post-datati per ottenere le fiches, e dopo avere effettuato giocate di piccoli importi, riconvertivano le fiches in denaro contante e se ne andavano con il denaro in mano. Gli importi venivano quindi ceduti ai creditori a saldo dei debiti maturati nelle bische. Alla scadenza, l’assegno utilizzato al casinò veniva sostituito con un altro assegno di maggiore importo e così via, sino a far crescere il debito a dismisura.
I BLITZ A MARTINSICURO E GIULIANOVA. Ad Ancona le indagini sono state portate avanti dalla squadra mobile, che nei filoni aperti negli altri territori ha coinvolto i colleghi delle varie questure. A Teramo le indagini sono state affidate alla squadra mobile guidata da Gennaro Capasso. Muovendosi nell’ambito delle direttive arrivate inizialmente su disposizione della procura anconetana, la polizia nei mesi scorsi ha fatto bue blitz in altrettante bische clandestine: una a Martinsicuro e l’altra a Giulianova. Il risultato è stata la scoperta del sistema denunciato dai magistrati anconetani, con giocatori d’azzardo indebitati costretti ad andare nei casinò dove, grazie da una persona conosciuta che li accompagnava, venivano accreditati. Portavano assegni, ottenevano denaro e giocavano. Con i soldi pagavano i creditori. Un meccanismo con cui s’indebitavano fino al collo.