Gli avvocati di Parolisi: vinceremo in appello
Dure critiche alla sentenza del giudice Tommolini: «E’ basata solo su dubbi»
TERAMO. «Ci sono ampi spazi per un appello vincente, siamo convinti che una sentenza motivata così non potrà reggere a lungo». In questo modo i difensori di Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea, commentano la sentenza di primo grado firmata dal gup Marina Tommolini. «Dalla sentenza emerge un deserto probatorio», dicono Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, «e ci viene il sospetto che alla base della sentenza ci sia stata una preconvinzione del giudice, che ad essa ha piegato i fatti processuali. Il nostro codice prevede la condanna al di là di ogni ragionevole dubbio», continuano gli avvocati, «con il dubbio si assolve, invece il giudice Tommolini con il dubbio condanna. Andatevi a leggere quante volte, nelle pagine più importanti della motivazione, usa gli avverbi “forse”, “verimilmente”, “probabilmente”. Rimaniamo allibiti da cittadini e operatori della giustizia che una persona sia stata condannata all’ergastolo sulla base di dubbi». L’altro difensore di Parolisi, Federica Benguardato, ha annunciato iniziative volte a ripristinare i contatti fra Parolisi e la figlia, citando una perizia affidata dal giudice tutelare della bambina, secondo la quale la piccola ha necessità di vedere il padre. (d.v.)
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