Il Papa saluta la Coppa Interamnia
Ieri all’Angelus ha elogiato la manifestazione teramana
TERAMO. Il saluto e l’elogio del Papa alla Coppa Interamnia. Ieri in piazza San Pietro il pontefice ha citato la manifestazione internazionale teramana - di cui è in svolgimento in questi giorni la 35ª edizione - come un esempio dello sport che affratella i popoli, anche quando le nazioni cui appartengono sono in guera tra loro, e favorisce la pace. Benedetto XVI ne ha parlato dalla finestra del palazzo apostolico dopo la recita dell’Angelus, al momento di salutare in lingua inglese i pellegrini in piazza San Pietro, tra i quali c’era un’ottantina di atleti della Coppa Interamnia, soprattutto greci e ucraini, ma anche di altre nazionalità, partiti ieri mattina da Teramo con due pullman alla volta della Città del Vaticano.
«Gli sport sono un segno che la pace è possibile», ha affermato il Papa subito dopo l’Angelus. «In special modo», ha detto, «sono lieto di salutare quelli che prendono parte alla Interamnia World Cup, torneo di pallamano che si svolge a Teramo». «I partecipanti a questo evento», ha spiegato il Pontefice ai pellegrini radunati come ogni domenica in piazza San Pietro, la maggior parte dei quali non conosceva la manifestazione sportiva teramana, «vengono da più di cento differenti nazioni, alcune delle quali sono in conflitto fra loro». A dire il vero il Papa si è sbagliato - evidentemente era stato informato male - circa le nazioni rappresentate alla Coppa Interamnia che non sono 100, ma 39 - comunque tante - provenienti da quattro continenti (quest’anno mancano i rappresentanti dell’Oceania). Ben più di cento (per la precisione 160) sono le squadre partecipanti e forse questo lo ha indotto in errore. «Questa pacifica riunione di atleti», ha poi conluso papa Ratzinger, «è un esempio di come gli sport posso portarci a stare insieme nello spirito di amicizia tra i popoli e le culture».
La visita a Roma degli atleti della Coppa per partecipare all’udienza papale era stata programmata da tempo e ha rappresentato una delle novità di questa edizione della Interamnia World Cup, un’iniziativa favorita anche dall’intervento del vescovo di Teramo Michele Seccia. Un’altra iniziativa collaterale della Coppa, dal forte valore simbolico, si è svolta sempre ieri nello scenario la vetta orientale del Corno Grande, nel massiccio del Gran Sasso. Un’escursione in montagna, alla quale hanno preso parte anche alcuni dirigenti di squadre e arbitri, per portare sulla vetta più alta dell’Appennino delle pietre provenienti da varie parti del mondo. L’escursione si è svolta nell’ambito del progetto “Pietre e Popoli” che si ripete dal 2004 per iniziativa dell’associazione “Ex-Plora Nunaat International”.
«Gli sport sono un segno che la pace è possibile», ha affermato il Papa subito dopo l’Angelus. «In special modo», ha detto, «sono lieto di salutare quelli che prendono parte alla Interamnia World Cup, torneo di pallamano che si svolge a Teramo». «I partecipanti a questo evento», ha spiegato il Pontefice ai pellegrini radunati come ogni domenica in piazza San Pietro, la maggior parte dei quali non conosceva la manifestazione sportiva teramana, «vengono da più di cento differenti nazioni, alcune delle quali sono in conflitto fra loro». A dire il vero il Papa si è sbagliato - evidentemente era stato informato male - circa le nazioni rappresentate alla Coppa Interamnia che non sono 100, ma 39 - comunque tante - provenienti da quattro continenti (quest’anno mancano i rappresentanti dell’Oceania). Ben più di cento (per la precisione 160) sono le squadre partecipanti e forse questo lo ha indotto in errore. «Questa pacifica riunione di atleti», ha poi conluso papa Ratzinger, «è un esempio di come gli sport posso portarci a stare insieme nello spirito di amicizia tra i popoli e le culture».
La visita a Roma degli atleti della Coppa per partecipare all’udienza papale era stata programmata da tempo e ha rappresentato una delle novità di questa edizione della Interamnia World Cup, un’iniziativa favorita anche dall’intervento del vescovo di Teramo Michele Seccia. Un’altra iniziativa collaterale della Coppa, dal forte valore simbolico, si è svolta sempre ieri nello scenario la vetta orientale del Corno Grande, nel massiccio del Gran Sasso. Un’escursione in montagna, alla quale hanno preso parte anche alcuni dirigenti di squadre e arbitri, per portare sulla vetta più alta dell’Appennino delle pietre provenienti da varie parti del mondo. L’escursione si è svolta nell’ambito del progetto “Pietre e Popoli” che si ripete dal 2004 per iniziativa dell’associazione “Ex-Plora Nunaat International”.